Donatello Sandroni
Pubblichiamo qui un estratto da un articolo di Donatello Sandroni* sulla relazione viticoltura-pesticidi-tumori. L’autore mette a confronto dati ufficiali sull’incidenza della mortalità per causa di tumori con l’intensità della coltivazione della vite nelle province del Veneto. In alcune di queste province, soprattutto Treviso (Prosecco) il conflitto tra viticoltori da una parte e ambientalisti e residenti dall’altra è stato negli ultimi anni particolarmente acceso. Dai dati qui esposti emerge, paradossalmente, una correlazione addirittura negativa tra malattia e viticoltura: dovuta non a improbabili benefici della viticoltura sulla salute degli abitanti, ma ad altri fattori che evidentemente hanno un peso assai più rilevante dei pesticidi, in province senza viticoltura e con scarso impiego di fitofarmaci in generale, nel determinare il rischio oncologico.
Ovviamente questo non toglie che la viticoltura moderna un impatto sull’ambiente ce l’abbia, e che si debba fare tutto il possibile per ridurlo ulteriormente nei prossimi anni. Ma non è un buon motivo per crocifiggere i viticoltori. La viticoltura ha fatto molto e sta facendo molto per abbassare la sua impronta sulla terra. Il che non si può dire di molti altri settori.
La versione integrale dell’articolo su può visionare a questo indirizzo:
*Donatello Sandroni è agronomo con dottorato di ricerca in ecotossicologia e giornalista scientifico
I morti per tumore in Veneto
Iniziamo con l’analizzare gli andamenti dei morti per tumore in Veneto. I dati sono tratti da Health for All di Istat, sistema informativo territoriale su sanità e salute. Uno strumento di sicuro interesse per chiunque voglia contare su una fonte affidabile e ben organizzata di dati.
Nel grafico sotto riportato sono espressi gli andamenti delle medie triennali di morti per tumore (tasso cumulato maschi+femmine) ripartite per provincia. Come si vede, le sette province venete sono chiaramente suddivise in due raggruppamenti ben separati fra loro: sopra si posiziona un terzetto composto da Belluno, per sua sfortuna prima in classifica, seguita dappresso da Rovigo e, poco sotto, Venezia. Queste prime tre province staccano nettamente un quartetto che parte da Padova, scendendo poi a Verona, Treviso e, ultima per sua fortuna, Vicenza.
La domanda quindi è: tali differenze sono forse dovute ai vigneti, all’agricoltura in genere, ai pesticidi?
I vigneti in Veneto
Le superfici vitate nelle diverse province venete sono alquanto diverse, concentrandosi soprattutto in due di esse: Treviso e Verona. Stando ai dati Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti) per l’anno 2016, gli ettari a vigneto sarebbero stati pari a 32.065 per la provincia di Treviso e 27.630 per Verona. Molto più staccate Vicenza, Venezia e Padova con, rispettivamente, 7.233, 6.866 e 5.874 ettari. Quasi inesistenti Belluno e Rovigo.
In sostanza, appare una correlazione inversa tra superfici vitate e mortalità per tumore: le province a maggior tasso di mortalità tumorale, Belluno e Rovigo, sono anche le più scarse quanto a vigneti. Al contrario, le tre province con la maggior viticoltura, Treviso, Verona e Vicenza, sono al capo opposto del grafico, mostrando le mortalità oncologiche più basse.
I “pesticidi” in Veneto
Ma di non solo vigneto vive l’agricoltura veneta. Quindi è bene andare anche a valutare l’uso di agrofarmaci in generale, sempre provincia per provincia. Secondo i dati di Arpav 2008-2016, riportati nel grafico sottostante, Verona impiega mediamente il 46-47% dei fitosanitari applicati in Veneto, a sua volta, come detto, prima regione in Italia per impieghi di “pesticidi”. A Verona segue Treviso, con il 23-24% circa. Poi Venezia, Rovigo e Padova si posizionano sul 6-7%, mentre Vicenza chiude la classifica con poco più del 5%. Praticamente non classificabile Belluno: rasoterra.
Analogamente a quanto visto per le superfici vitate, anche per gli agrofarmaci non appare alcuna correlazione fra mortalità per tumore su scala provinciale e uso di “pesticidi”. Basti pensare che la prima provincia per tumori, Belluno, si conferma ultima non solo per la viticoltura bensì anche per gli agrofarmaci in generale. A conferma, Verona e Treviso sono sì le prime due province per impiego di agrofarmaci, ma anche fra le ultime per tasso di mortalità oncologica.
Forse, invece di sgonnellare fra mille riunioni serali coi cittadini, spaventandoli a morte contro i “pesticidi”, meglio sarebbe consigliarli sugli stili di vita più adeguati da adottare. I Bellunesi, per esempio, come sono messi a fumo e alcol, visto che sono i due primi fattori di rischio quanto a tumori?
Concludendo…
Dall’analisi dei trend statistici veneti per tassi di morti oncologiche, ettari di vigneto e utilizzo di “pesticidi”, sembrerebbe quasi che alla salute faccia bene vivere nelle province a maggior intensità viticola e agrochimica.
Ovviamente, queste osservazioni non possono far concludere che vigne e “pesticidi” siano elisir di lunga vita. Però, questo sì appare chiaro, non possono nemmeno essere accusati, loro, di inesistenti Armageddon sanitari. Che i vari comitati del No-Tutto se ne facciano una ragione.