Novembre 2021

Una brava persona

Addio a Lorenzo Corino

Una brava persona

Maurizio Gily

Ecco un pezzo che non avrei voluto scrivere.

Lorenzo fu dapprima maestro. Per me e per tanti tecnici e viticoltori piemontesi, quando ancora esisteva l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano sezione di Asti. Oggi è rimasta solo la sezione enologica che fa parte del CREA. Parliamo degli anni ’80 e ’90.

Era un uomo per bene: serio, gentile, disponibile, preparato, appassionato. Un piemontese tutto d’un pezzo, che seguiva fino in fondo la sua etica, a qualunque costo. Fu per me e per tanti colleghi un grande dispiacere l’incomprensione, di natura strettamente tecnica, mai personale, con Corino su un tema di grande impatto economico ed emotivo per la viticoltura piemontese, quando scoppiò l’epidemia di Flavescenza dorata. La sua posizione che tendeva a minimizzare il problema, o quanto meno ad attribuirgli concause di varia natura, gli costò frizioni con la comunità scientifica e anche con la direzione del suo Istituto, che lasciò malvolentieri, una volta raggiunta l’età pensionabile, per dedicarsi alla libera professione. Collaborava ultimamente con la Fattoria La Maliosa in Toscana: temo che la foto in apertura sia di proprietà dell’azienda, e mi scuso per l’atto di pirateria che stiamo così compiendo: mi accorgo con  dispiacere di non avere una foto di Lorenzo, magari di quel tempo in cui eravamo più giovani, io  l’allievo, lui il maestro.

Il suo faro è stato per tutta la vita quello di una viticoltura etica, capace di lasciare un’impronta lieve sulla terra. E per questo l’ho sempre apprezzato, anche quando non ero d’accordo con lui.

La notizia della sua morte a soli 73 anni mi addolora molto e credo che a condividere il cordoglio siamo in tanti.

Le sue radici contadine erano a Costigliole d’Asti, e mi ricordo oggi di quando mi parlò della dipartita di suo padre, mentre in auto tornavamo insieme da Conegliano verso il Piemonte. “Mio padre leggeva La Stampa tutti i giorni. Un giorno smise di comprarla, smise di mangiare e disse “mi gn’o basta”. (io ne ho abbastanza) E dopo due giorni morì.” Come colui che esce in punta di piedi. Ma era assai più anziano di Lorenzo. Sono certo che lui invece avrebbe voluto ancora tante vigne da camminare, come diceva Veronelli, sia pure con la stessa leggerezza di suo padre. Una malattia fatale non glielo ha permesso.