Maggio 2022

Agroinnova celebra vent’anni di ricerca per la salute delle piante

Porte Aperte il 12 maggio scorso presso il Centro di Ricerca Agroinnova istituito nel 2002 presso l’Università degli Studi di Torino

Agroinnova celebra vent’anni di ricerca per la salute delle piante

di Monica Massa

E’ stata una mattinata di doppi festeggiamenti quella che si è svolta il 12 maggio scorso a Grugliasco all’Università di Torino dove ha sede Agroinnova, il Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agro-ambientale, considerato a livello internazionale una delle eccellenze dell’innovazione pubblica sul territorio piemontese e non solo.

A fare gli onori di casa Maria Lodovica Gullino, Direttrice del centro, che ha sottolineato come in vent’anni di attività Agroinnova “lavorando con le imprese e per le imprese” abbia saputo attrarre ingenti risorse sia pubbliche sia da parte di investitori privati, che hanno creduto nella grande professionalità della struttura organizzativa e del comitato scientifico del Centro che è molto ampio. Ne fanno parte infatti non solo fitopatologi vegetali ma informatici, biotecnologi, medici, nutrizionisti, giuristi ed è questa rete che consente di portare avanti grandi progetti. Attualmente il 70% delle risorse va alla ricerca, di base e applicata, senza trascurare il trasferimento dei risultati al mondo operativo, la divulgazione delle conoscenze al pubblico e la formazione permanente.

vigneto sperimentale
vigneto sperimentale Agroinnova

L’obiettivo del lavoro del Centro che dispone di 2.000 metri quadri di serre e 4.000 metri quadri di vigneto sperimentale  è quello di fare un’agricoltura che consenta di produrre in modo sostenibile, con l’attenzione rivolta alle malattie delle colture ortoflorofrutticole, la difesa sostenibile delle piante, la resistenza ai fungicidi e riduzione dell’uso di mezzi chimici, la difesa biologica e integrata, la biosicurezza e l’agroterrorismo, la salute del suolo, l’effetto dei cambiamenti climatici sulle malattie delle piante, la salute delle piante nell’ottica di una salute circolare. Tutte ricerche che si legano perfettamente agli studi e allo sviluppo di una alimentazione più sana, più buona e per tutti.  In particolare in questo momento le ricerche si stanno concentrando sulle orticole destinate ai prodotti di IV gamma, ovvero le insalate in busta che vengono acquistate sempre più spesso perché sono praticamente pronte all’uso. L’obiettivo principale è quello di cercare di ridurre l’utilizzo di mezzi chimici di difesa dalle malattie ricorrendo invece a induttori di resistenza e microorganismi antagonisti. La visita non si è limitata soltanto alle serre ma è continuata con la guida di Angelo Garibaldi, il Presidente del Centro a cui gli amanti del pesto – fra cui la sottoscritta –  devono essere perennemente riconoscenti per avere curato il basilico genovese quando anni fa venne colpito da un fungo killer che ne provocava la morte. Professore  Emerito dell’Università di Torino, Garibaldi ha mostrato ai visitatori le celle frigorifere dove si valutano gli effetti che i cambiamenti climatici e le maggiori concentrazioni di anidride carbonica possono avere sulle piantine da orto, per misurare lo stato di salute delle insalate tra venti/trent’anni, dal momento che i fabbisogni di tali prodotti sono destinati a crescere.

Antonio Pascale
Antonio Pascale

Un’agricoltura produttiva ma rispettosa dell’ambiente e di coloro che lo abitano è quella che è stata raccontata dal super ospite dell’evento,  Antonio Pascale, scrittore e giornalista, oltre che funzionario presso il Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari. “Abbiamo voluto un mondo di benessere diffuso, di abbondanza, dove i bambini non muoiono più  e questo però ci ha portati a diventare 10 miliardi di persone”. Per garantire a tutti il cibo dobbiamo guardare agli alberi perché, ci ha ricordato Pascale, “Gli alberi sono gli unici a mettere in contatto terra e cielo” e l’uomo per migliorare la sua condizione deve tenere bene a mente il suo passato (le radici) e il futuro (i germogli).