Agosto 2023

Albana Una storia di Romagna

Il libro di Giovanni Solaroli e Vitaliano Marchi uscito nel 2018 è al momento l’unico testo dedicato all’Albana, il primo vino bianco italiano a ottenere la DOCG

Albana Una storia di Romagna

Monica Massa

La Romagna è una terra di persone ospitali, buon cibo e buoni vini, un territorio che, benché colpito mesi fa da un’ alluvione terribile, ha dimostrato di sapersi rialzare e ricostruire, senza perdere il sorriso.

Se da un lato il rosso Sangiovese ha acquisito maggior autorevolezza anche grazie all’introduzione nel disciplinare Romagna DOC di sottozone in cui la produzione segue criteri più restrittivi, il vino bianco romagnolo per eccellenza, l’Albana, fa più fatica a emergere e a essere considerato un vino di buona qualità, pur essendo stato il primo vino bianco in Italia ad aver ottenuto nel 1987 la DOCG.

Non è un caso dunque che finora all’ Albana sia stato dedicato un unico libro, uscito nel 2018 – tra l’altro autofinanziato –  a firma di Giovanni Solaroli e Vitaliano Marchi, entrambi romagnoli e con una passione sfrenata per il vitigno e il vino Albana. Nella prefazione Carlo Macchi (Winesurf.it) va dritto al punto della questione e cioè che l’Albana pur essendo un vino versatile e piacevole da bersi sia per rinfrescarsi (e il caldo di queste ultime estati lo confermano) sia da sorseggiare lentamente nella versione passita, continua a non avere la considerazione che merita e questo si ripercuote soprattutto sui prezzi, bassi, a cui viene venduto.

L’obiettivo degli autori è stato di far emergere attraverso questo libro il legame che l’Albana ha con la Romagna, di come esso sia un vino identitario anche se spesso avversato da chi in primis dovrebbe ergerlo a vessillo della Romagna, ovvero la ristorazione.

L’Albana è un vino  identitario del territorio, che può vantare una lunga storia e parecchie citazioni in trattati agronomici, a partire dal 1300, di “vino potente di nobile sapore”(Pier de Crescenzi, Trattato di Agricoltura)  che veniva vinificato secco in purezza o in associazione con altri vitigni. Anche nei secoli successivi l’Albana continua a godere di grande reputazione e viene servito nelle mense più raffinate per arrivare verso la fine del XVIII secolo, nel libro Pratica agraria distribuita in vari dialoghi e pubblicata nel 1782 dall’abate Giovanni Battarra, in cui si parla per la prima volta della produzione di Albana passito.

In ogni famiglia contadina romagnola c’erano delle viti di Albana e come ricorda nel libro Giuseppe Sangiorgi – giornalista, autore e per un decennio coordinatore redazionale della rivista di vini e sapori “Romagna Doc” –  “Era il vino della festa, il vino che si offriva all’ospite e quando nasceva una bambina se ne preparavano sei bottiglie da aprire il giorno del suo matrimonio”.

Grappoli di Albana_vigna di Raffaella Bissoni foto di Monica Massa

La prima parte dell’opera è dedicata a spiegare l’Albana vitigno: clima, terreni e superfici, cloni e biotipi: cosa scegliere, caratteristiche del vitigno e potature, per poi dedicare un capitolo all’Albana vinificato in vasi vinari di terracotta, a dimostrazione di come ogni produttore sia libero di sperimentare stili diversi. Se c’è un appunto che si può fare in questa epoca storica dell’Albana è che non esiste una sola Albana ma “E’ tutta una questione di stile” come titola un capitolo del libro: ci sono i vini secchi e freschi, vini complessi con macerazione sulle bucce, affinati in legno, in versione amabile e dolce e le perle dell’Albana passito, la tipologia senza dubbio più conosciuta, nonostante l’oblio in cui versano da anni i vini passiti, anche per una certa latitanza dei ristoratori nel proporli in abbinamento ai piatti.

Una realtà profonda, spiccata, ma che è ancora in divenire come dimostra il disciplinare “Romagna” Albana DOCG, che ha subito numerosi rimaneggiamenti e che si vorrebbe che prevedesse anche la versione spumante, al momento ferma alla DOC. L’uva Albana, lo testimoniano i vari produttori, si caratterizza in modo diverso in base al terreno su cui cresce (più struttura sui terreni argillosi, più eleganza in quelli sabbiosi) ma anche in base al periodo di vendemmia. Per questo il ruolo del Consorzio è diventato fondamentale, e alla sua attività è dedicato un intero capitolo che ne ripercorre la storia dall’anno di fondazione (1962) ad oggi, con l’obiettivo di sostenere la qualità dei vini romagnoli creando eventi di promozione ad hoc quali ad esempio il“Master dell’Albana”, il concorso teso a individuare il sommelier che per un anno sarà portavoce dell’Albana e il concorso ”selezione enologica Albana Dei”, con la selezione delle Albana effettuata da una giuria di professionisti e proposte alla degustazione e al voto del pubblico, sempre nell’ottica del miglioramento qualitativo della produzione.

La seconda parte dell’opera lascia spazio ai vari attori dell’Albana, agli uomini e alle donne che a vario titolo hanno dato il loro contributo al vitigno e al vino e che con l’Albana hanno intrecciato rapporti diversi. Gli autori hanno intervistato tecnici, produttori ed ex produttori, sommeliers, per capire da loro quale dovrebbe essere il futuro dell’Albana, qual è lo stile di vinificazione migliore ma soprattutto se la pluralità di stili di vinificazione e di interpretazione che si riscontrano vadano a vantaggio o meno della denominazione.

Un capitolo è riservato alla testimonianza di Marco Casadei, Sommelier e degustatore AIS e vincitore del Primo Master dell’Albana, evento che a partire dal 2017 si tiene ogni anno a Bertinoro allo scopo di selezionare il miglior conoscitore di Albana e investirlo del ruolo di ambasciatore per far conoscere, proporre e raccontare al consumatore “il più romagnolo” dei vini.

Più volte nel libro si evidenzia come il successo dell’Albana negli anni sia sempre rimasto al palo perché nonostante gli sforzi qualitativi dei produttori spesso non c’è da parte degli operatori del settore (leggi ristoratori) la volontà di comunicare e di proporre l’Albana negli abbinamenti enogastronomici.

Gli autori, con la simpatia romagnola che li contraddistingue, chiamano in causa i propri compaesani chiedendosi perché “il primo vino bianco in Italia a ottenere la DOCG , un motivo che dovrebbe solleticare lo smisurato ego dei romagnoli, debba giacere nel dimenticatoio…”. Per questo “Non è mai troppo tardi, ovvero dove trovare qualche Albana, senza andare su Marte e senza ricorrere al Mago Otelma” è un capitoletto a beneficio degli Albana Lovers coi nomi e gli indirizzi dei locali che abbiano in carta almeno tre Albana secco. Il libro non intende essere una guida vini, ma rappresenta uno sforzo lodevole per evidenziare i progressi dell’Albana e la passione dei produttori verso un vitigno che può senza dubbio essere ambasciatore del territorio e che si presta per le sue peculiarità a essere protagonista di un pasto completo, nelle sue differenti versioni, grazie alle caratteristiche dell’uva Albana, un’uva a bacca bianca, con la buccia spessa e ricca di polifenoli in grado di dare vini di grande struttura e che non a caso si presta alla botritizzazione, regalando passiti eleganti, con profumi persistenti e pienamente appaganti il palato.

Alcuni produttori di Albana presenti al convegno “Albana Un vino dalle mille sfumature” a cura di AIS Romagna e Consorzio vini di Romagna, sabato 1 ottobre 2022. Foto di Monica Massa

La parte finale dell’opera ovvero metà delle pagine del libro è dedicata alle aziende e ai vignaioli dell’Albana. Un gesto d’affetto nei confronti di chi nonostante le difficoltà ha continuato a coltivare l’Albana, magari anche sperimentando tecniche nuove in vigna e in cantina. Con l’aiuto del Consorzio  Vini di Romagna gli autori hanno cercato di citare tutti coloro che imbottigliano l’Albana per fornire al lettore un panorama produttivo il più completo possibile, per cui nulla vieta  di cominciare a leggere il libro dal fondo. Di ogni azienda è riportata sommariamente la storia, ma anche il presente e il modo di interpretazione del vitigno e del vino; un racconto piacevole, da cui traspare tutto il carattere aperto, schietto e sincero dello spirito romagnolo.

Di ciascun produttore sono riportate inoltre indirizzo, telefono e mail, le Albana prodotte e il prezzo di cantina.

Una volta arrivati alla fine del libro sono sicura che avrete voglia non solo di un calice di Albana, magari secco e bello fresco viste le temperature, e di partire alla scoperta o, per i più fortunati, riscoperta  della Romagna, che dopo l’alluvione e la grandine di questa primavera merita ancora di più di essere sostenuta.

Albana, una storia di Romagna

Di Giovanni Solaroli e Vitaliano Marchi

Ponte Vecchio editore

Prezzo di copertina 15,00