Maggio 2023

Anteprima Grignolino & Co. buona la prima

La manifestazione che si è svolta  sabato 13 e domenica 14 maggio nel Castello Paleologo di Casale Monferrato (AL) ha puntato i riflettori  su un territorio che vuole continuare a farsi portavoce delle tante eccellenze enoiche che lo caratterizzano

Anteprima Grignolino & Co. buona la prima

Monica Massa

Non ha deluso le aspettative di pubblico “Anteprima Grignolino e co.” la due giorni dedicata al vitigno “testabalorda” e alle  altre  DOC  Rubino di Cantavenna, Gabiano e  Barbera del Monferrato Superiore DOCG con la regia del  Consorzio di tutela  delle Colline del   Monferrato Casalese.

La manifestazione che si è svolta  sabato 13 e domenica 14 maggio  nel Castello Paleologo di Casale Monferrato  ha nuovamente puntato i riflettori  su un territorio,  quello del Monferrato Casalese, che vuole continuare a farsi portavoce   delle tante eccellenze enoiche che lo caratterizzano.  Risale  soltanto al 7 maggio scorso infatti la presentazione, nell’ambito della kermesse Golosaria 2023, del progetto di Caratterizzazione Geologica dei vigneti del Monferrato Casalese, primo a livello nazionale, promosso dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese in collaborazione con il geologo e sedimentologo Alfredo Frixa e rappresenta il proseguo dell’attività di mappatura dei vigneti del Monferrato Casalese I cru di Enogea portata a termine lo scorso anno  dal cartografo e divulgatore scientifico Alessandro Masnaghetti,  comprensiva del compendio di carattere geologico curato in collaborazione con lo stesso Frixa.

2022: per il Grignolino annata problematica  ma promettente

All’Anteprima Grignolino e co. il pubblico ha potuto incontrare direttamente  i 28 produttori presenti ai banchi di assaggio nella Manica Lunga del Castello e degustare  anche vecchie annate, ma c’è stato anche spazio per l’approfondimento tecnico  sulle caratteristiche del Grignolino nella degustazione  (sold out) tenuta sabato pomeriggio dall’Enologo Mario Ronco,  dove sono stati presentati alla cieca dieci campioni dell’annata 2022 provenienti dai differenti areali individuati  da Masnaghetti.   “Il  2022   è stata  un’annata di resistenza e resilienza” ha esordito Ronco ” per la siccità e le alte temperature, ma che ha dato buoni risultati”.  E infatti i commenti a caldo a fine degustazione sono stati estremamente positivi, nonostante alcuni dei campioni  fossero ancora da vasca.  Ciò che  è emerso dal dibattito, alla presenza di tecnici, produttori e sommelier, è che il millesimo 2022 si presenta piuttosto variegato per la complessità dei profumi ma mantenendo sempre la nota speziata che è tipica del vitigno e una beva piacevole: un’annata problematica ma che si è espressa bene, anche grazie alle scelte colturali dei produttori.

Molto seguita anche   la degustazione   “Questo Monferrato: una narrazione di virtuosismi enoici tra passato, presente e futuro” dedicata a 12 etichette  tra Grignolino, Barbera, Rubino di Cantavenna e Gabiano, guidata dal Presidente di Ais Piemonte Mauro Carosso.

Domenica 12 maggio  il Convegno scientifico

Allo scopo di individuare  le migliori pratiche da mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica  l’Anteprima Grignolino e co.  è stata caratterizzata anche dagli interventi di tecnici e ricercatori che domenica mattina in Sala Marescalchi ha dato vita al convegno “Cambiamenti climatici, portinnesti di nuova generazione e tecnologia applicata alla viticoltura” promosso dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese  con gli interventi  del professor  Matteo Gatti del Dipartimento di Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, dell’Agronomo  Luigi Falginella dei Vivai Rauscedo  e del professor Daniele Trinchero del Politecnico di Torino.

Matteo Gatti

“L’aumento delle temperature e la contrazione delle precipitazioni, specialmente accentuate nell’alessandrino, associate ad una connotazione ancora più critica qual è l’aumento dell’evapotraspirazione, inevitabilmente, impattano gravemente sulla viticoltura” ha ricordato il professor Matteo Gatti del Dipartimento di Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza sottolineando altresì che “neppure l’attuale pioggia risolverà completamente le problematiche estive”.

Ne conseguono le cosiddette  problematiche emergenti, ovvero: anticipo e accorciamento delle fasi fenologiche, rapida degradazione dell’acidità del mosto, disaccoppiamento tra la maturazione fenologica e quella tecnologica e la disidratazione/scottature degli acini che, per cause dirette e indirette, si traducono in eccessiva produzione di alcol e zuccheri. Da qui,  la necessità e l’urgenza di adottare tecniche colturali innovative che, garantendo sostenibilità, qualità e redditività, siano in grado di promuovere la resilienza idrica del vigneto.  “La viticoltura è una attività fortemente dinamica per cui tecniche che in passato erano considerate non idonee vanno ripensate  e naturalmente testate”.  

Gatti si è dunque soffermato  sulle tecniche già prese in esame anche nei vari progetti realizzati a Piacenza, in particolare  quelle  applicabili nel breve periodo  e gestibili con flessibilità “alla bisogna” per mitigare l’impatto del riscaldamento climatico e della siccità. In primo luogo occorre rivedere le forme di allevamento perché forme tradizionali che erano state quasi abbandonate in quanto di più difficile gestione si sono rivelate meglio rispondenti alle nuove esigenze delle vite (vedi la pergola). Anche la defogliazione va ripensata  perché nelle zone maggiormente esposte la foglia funge da schermo ed l’unico strumento in grado di mitigare l’azione di scottatura dei grappoli; in aiuto a protezione della chioma l’applicazione del caolino (i risultati del progetto sono riportati nell’articolo a cura di Frioni et al. sul numero di giugno 2023 di Millevigne, di prossima uscita ndr); la potatura tardiva (vedi articolo su Millevigne 1/2023)  per posticipare di 20-30 giorni l’epoca di germogliamento contrastando i rischi delle gelate primaverili;  la pratica agronomica del sovescio  nell’interfilare e nel sottofila e l’inerbimento artificiale.

Luigi Falginella

Nel futuro prossimo la vite sarà  sempre di più esposta a siccità, gelate tardive  e ondate di calore  e su  questo fronte, anche la ricerca in campo vivaistico ha fatto passi avanti  per trovare nuovi strumenti che consentano di mitigare/alleviare gli stress biotici e abiotici indotti dal cambiamento climatico. Ne sono esempi i nuovi portinnesti e le varietà resistenti. “Tra questi, i portinnesti M2 e M4 garantiscono elevata resistenza alla siccità e maggior equilibrio vegeto-produttivo” ha spiegato Falginella. Sul fronte del miglioramento genetico, attualmente sono in fase di valutazione oltre 400 genotipi, rispetto ai quali si sta verificando la resistenza alla filossera, la resa/compatibilità e l’impianto in diversi ambienti con pressione di nematodi, calcare, siccità, salinità e acidità.

Rispetto al Grignolinodue nuovi cloni sono stati recentemente presentati al Masaf  per la pratica di omologazione e sono: VCR 22 e VCR 25.

Daniele Trinchero

Accanto alle tecniche colturali, a varietà  resistenti  e ai portinnesti che meglio si adattano  alle nuove esigenze  climatiche  , anche la tecnologia coi sistemi DSS della viticoltura di precisione assume sempre maggiore rilevanza in una gestione del vigneto  adattata ai cambiamenti.  Il professor Daniele Trinchero  del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni (DET) del Politecnico di Torino ha evidenziato quali sono i supporti tecnologici per monitorare   e gestire le tante variabili di cui il viticoltore deve tener conto per una gestione ottimale e sostenibile della vigna.