L’ abuso di alcool è, secondo statistiche ufficiali ISTAT e ACI, causa di circa il 22 per cento degli incidenti, (precisamente 3,5% di incidenti è dovuto a stato psicofisico alterato del conducente, dei quali il 68% dei casi da abuso di alcool). Per memoria la stessa statistica dice che il comportamento scorretto del pedone e/o lo stato psico-fisico alterato dello stesso è causa del 3% degli incidenti. Ai pedoni cosa ritiriamo, le scarpe? A parte le battute, potremmo citare molti altri dati* (ad esempio la riduzione significativa del numero dei morti sulle strade negli ultimi anni, mentre aumentano purtroppo i morti sul lavoro) che farebbero pensare ad un problema sovrastimato, ma ci fermiamo qui, perché se una norma potesse evitare anche una sola morte sarebbe una norma giusta. Il limite attuale consente ancora, come abbiamo già scritto in passato, di guidare dopo un pasto con una limitata assunzione di vino (dipende dal peso della persona, da quanto contiene il bicchiere, dal tempo trascorso…). 0,20 vuol dire invece proibizione assoluta. A Napoli l’hanno chiamata “legge antibabà”.
Ha senso? Siamo per fortuna in tantissimi a dire di no. Centinaia di migliaia di persone hanno già dichiarato la loro contrarietà sui “social network” di internet come facebook, utilizzando questa nuova forma di democrazia diretta. Dietro la nuova proposta, la paura dello “sballo”, inteso come fenomeno giovanile. La tendenza a “trasgredire” è tipica dei giovani di tutte le epoche, ma le possibilità ed il modo di farlo sono legate al proprio tempo. Il ragionamento “tolleranza zero” è il seguente: siccome non possiamo obbligare i genitori a fare i genitori, i locali a chiudere all’una di notte, le case automobilistiche a non vendere automobili che fanno 100 chilometri all’ora in più del limite massimo in autostrada, siccome è difficile contrastare efficacemente il traffico di droghe devastanti, andiamo allora ad agire su quello che resta: il tasso alcolico nel sangue. E va bene. Ma facciamolo almeno in modo ragionevole. Il limite di 0,5 attualmente in vigore basta e avanza. E’ frutto di decenni di studi tossicologici, è in vigore in quasi tutta Europa (ma Regno unito, Irlanda, Canada e molti stati USA hanno ancora 0,80 e non parliamo certo di stati particolarmente tolleranti) e non esiste alcuna ragione plausibile per abbassarlo ulteriormente, se non un cedimento demagogico all’isterismo proibizionista. Il Prof. Augusto Consoli, direttore del Servizio Dipendenze dell’Asl 4 di Torino, rappresentante dell’Italia al Consiglio d’Europa nel «Gruppo Pompidou» sulle linee guida per il trattamento delle dipendenze in un’ intervista a “La Stampa” ha dichiarato: “L’alcol è una delle sostanze che minacciano i riflessi di chi guida. Lo scorso anno, a Torino, insieme a Polstrada e vigili urbani, la nostra Asl ha sottoposto numerosi automobilisti a un controllo casuale. Abbiamo fermato giovani e anziani, che andavano veloci e che rispettavano i limiti: su cento test, il 26 per cento delle persone è risultato positivo , anziché all’alcool, a sostsanze stimolanti farmaci compresi. Ma l’etilometro non li rileva. Anche per questo lo stesso ricercatore propone di aggirare il problema misurando non le cause supposte, ma gli effetti: la prontezza dei riflessi, con “un apparecchio ben più semplice, che consenta di misurare la velocità di risposta allo stimolo. Una macchinetta tipo giochino “Nintendo” abbinato ad un controllo sul tasso alcolemico (e fermi restando i limiti attuali) il “giochino” risolverebbe anche la questione della soggettività individuale: si sa infatti che un uguale tasso alcolemico genera ben diverse reazioni in individui diversi per sesso, peso e altri fattori. Il mondo del vino, a vari livelli, ha fatto molte proposte e realizzato molte iniziative per affrontare in modo serio, e con gli strumenti della scienza e della ragione, il problema del consumo responsabile*. Ne ricordiamo alcune: Localizzare e intensificare i controlli su strade, fasce orarie e individui “a rischio”. Siamo il paese di Cesare Beccaria, ma scordiamo sempre il suo principale insegnamento: non è la gravità, ma la certezza della pena a prevenire il delitto. Criminali recidivi hanno ucciso nelle strade avendo la patente già sospesa per ubriachezza: cosa cambia per costoro se abbassiamo il limite? Agevolare, magari con detrazioni di imposta, l’acquisto di etilometri professionali per i locali pubblici, e di apparecchi per la prova dei riflessi: si aiutino le persone ad autovalutarsi. Le tabelle esposte nei locali non servono a niente. Introduzione della prova dei riflessi come alternativa o complemento alla prova dell’alcolemia. Eventuale introduzione di limiti più bassi, o anche 0, di alcolemia per i neopatentati e i guidatori professionisti.
Siamo pronti al confronto. Come recitano certi annunci matrimoniali, “purché serio”.