L'Editoriale Numero: 01 / 2013

Il difficile ricambio

Una riflessione sul ruolo dei giovani e sul ricambio generazionale nel nostro settore.

Maurizio Gily
Il difficile ricambio

In Toscana è stato istituito un premio per ricordare un maestro dell’enologia toscana e italiana, Giulio Gambelli, unanimemente riconosciuto come uno dei massimi conoscitori e vinificatori del Sangiovese. Il premio era destinato ad un enologo di talento “under 35”, interprete contemporaneo di quello “stile Gambelli” capace di unire la fedeltà alla tradizione e al vitigno con la più rigorosa pulizia dei profumi e dei gusti. A vincerlo è stato il piemontese, e collaboratore di Millevigne, Fabrizio Torchio, che lo ha ricevuto a Firenze in occasione dell’Anteprima del Chianti Classico. Ma, più importante delle onorificenze, è stata l’occasione per una riflessione sul ruolo dei giovani e sul ricambio generazionale nel nostro settore. Cito l’ideatore, Carlo Macchi (altra nostra autorevole firma): “Già dalle prime battute questo premio è diventato un potente riflettore da puntare su un mondo che non sempre riesce ad emergere e a trovare spazio. I giovani enologi infatti non sempre riescono ad esprimere il loro talento e a trovare cantine disposte a scommettere su di loro. Eppure questi giovani hanno idee, forza e volontà creativa da vendere”. Proprio così: infatti anche il mondo del vino sconta i vizi di una società chiusa e conservatrice, in cui molte imprese e organizzazioni (non tutte ovviamente) hanno capi-azienda o gruppi dirigenti anziani, quasi sempre maschili, che spesso preferiscono affidare incarichi e consulenze esterne ad autorevoli pensionati piuttosto che investire su giovani talenti. Altri settori stanno peggio di noi, ma è una magra consolazione. Quando mi fu chiesto di indicare alcuni candidati per il premio la mia perplessità fu questa: giovani in gamba ce ne sono molti, ma chi li conosce, visto che stanno tutti nelle retrovie? In un’intervista a Wine Pass Piemonte (www.winepassitaly.it) il famoso critico Antonio Galloni (che da pochi giorni ha abbandonato il suo “capo” Robert Parker) dice: “ Il più grande punto di debolezza del Piemonte (ma vale per altre regioni) è la transizione generazionale. Le piccole aziende a gestione familiare sono una ricchezza per la zona, però, allo stesso tempo, in molti casi non c’è la preparazione o la cultura per capire come inserire le nuove leve. Credo fortemente nella valorizzazione delle persone giovani, soprattutto in quella delle donne che spesso lavorano più duramente, visto che sentono di aver molto da dimostrare”. Una domanda sorge allora spontanea: a parte i ruoli manageriali o tecnici, i giovani hanno voglia di restare, o di venire, in campagna, anche sporcandosi le mani e non solo i parafanghi dei fuoristrada? Il famoso produttore di Langa Bruno Giacosa, ricevendo lo scorso anno a Pollenzo una laurea honoris causa in Scienze Gastronomiche (un riconoscimento che, malgrado un comitato costituito all’uopo, altre università non riconobbero in vita a Gambelli, che non aveva un diploma di enologo), disse, durante il suo discorso: “Mi spiace anche molto vedere che i giovani italiani non vogliono più fare i vignaioli, come se fosse un lavoro di serie B. Io invece voglio dire a tutti che lavorare la campagna può dare grandi soddisfazioni”. Se è vero che da tempo sono soprattutto lavoratori stranieri a curare i filari delle Langhe, è anche vero però che negli ultimi tempi le cose sono cambiate: i giovani non trovano lavoro e sono diventati, rispetto a pochi anni fa, molto meno “choosy”, anche se una ex Ministro non se ne era accorta. So di molti diplomati e laureati che presentano domanda per lavorare nelle vigne o negli alpeggi di montagna: e la cosa importante è che non lo considerano un ripiego, ma, come minimo, un lavoro serio e un inizio onorevole, in attesa che l’orizzonte si schiarisca. Ed è quello che speriamo tutti, perché uccidere la speranza dei giovani è la più grande vergogna del nostro tempo.
P.S. Gli altri finalisti del premio Gambelli sono Claudia Galterio, Matteo Bertè, Mattia Filippi, Luca Faccenda, Erik Dogliotti, Fabio Rossi, Elena Fucci, Paula Cook, Sieghard Vaja, Rocco Vallorani, Arianna Occhipinti, Marta Rinaldi, Dino Dini, Angelo Molisani, Francesco Bordini, Gabiele Gadenz, Davide Fasolini e Cristiano Garella.