Ripensando agli anni Ottanta, si intuisce quanto sia cambiato in 25-30 anni il mondo del vino. Allora, anche ad Alba, se ti avventuravi in un bar e chiedevi un calice di vino, eri guardato con sospetto. Ti consideravano fuori moda. Per non essere proprio scortesi, ti facevano la solita domanda “rosso o bianco” e tiravano fuori dal bancone un bottiglione da due litri (non un magnum!) e ti versavano con sufficienza la tua degustazione. Oggi, è tutto cambiato e qualsiasi bar, anche se non “wine-bar”, mostra le sue belle bottiglie e – in vista dell’aperitivo – la proposta è piuttosto articolata. Non parliamo, poi, degli eventi. Anche in questo caso la situazione è cambiata radicalmente.Potremmo dire, con un vecchio proverbio, “paese che vai, degustazione che trovi”. Addirittura, si sta sfiorando l’eccesso, se non si è già superato. La prima valutazione da fare è proprio questa: ma davvero c’è bisogno di tutte queste occasioni per degustare vini di una o più tipologia, di una o più annata, orizzontali, verticali, trasversali, ecc.? Dopo anni di lavoro per incrementare queste iniziative, a farle crescere nell’interesse e nell’organizzazione, qualche dubbio comincia a trapelare, se non altro perché l’emulazione o la mancanza di fantasia ha portato al ripetersi di tante degustazioni in qualsiasi angolo d’Italia. Cambiano gli attori – cioè i vini – ma la scena resta la stessa. Un palazzo più o meno storico, una grande sala, lunghe file di tavoli con bianche tovaglie e su di essi interminabili sfilate di bottiglie pronte per la degustazione. Oggi, il fatto positivo è che gli strumenti della degustazione sono adeguati all’uso, calici di vetro, se non di cristallo. In genere, sono banditi la plastica e altri materiali meno adeguati. Ma non sempre i paesi o le città hanno spazi adeguati per accogliere tanti degustatori e così si finisce per uscire sulle piazze, nelle strade, nei centri più o meno storici. E qui si innesta la seconda questione: è giusto che il vino, anche quello blasonato, sia servito per strada, in situazioni che non
consentono né un approccio conveniente e nemmeno una condizione di degustazione sufficiente? Come dice il nostro titolo, ci sono pro e contro e non so fino a che punto potranno darci una risposta esauriente. Cominciamo dai pro: gli spazi sono ampi e così si evita la ressa; si coinvolgono più persone e questo diventa uno spot favorevole al vino; questo flusso di gente che passeggia per il centro con la taschina porta-calice fa coreografia e questo non guasta verso un prodotto che è un simbolo della festa. E, poi, ci sono i contro: una situazione ambientale non sempre favorevole che rende difficile proporre i vini in condizioni ottimali; il rischio di volgarizzare un atto come la degustazione che richiederebbe condizioni minime di svolgimento; riflessi negativi sull’immagine del vino. Fin qui, pro e contro potrebbero pareggiare. Ma c’è un elemento che potrebbe spostare il risultato verso il negativo. Ed è il rischio di esagerare e di stancare proprio chi si vorrebbe coinvolgere, cioè il consumatore finale. Non c’è tempo da perdere: prima di tutto, bisogna valutare se davvero queste occasioni di presentazione e degustazione sono utili all’immagine e alla valorizzazione del vino. Già una valutazione critica potrebbe eliminarne qualcuna. E, soprattutto, sarebbe utile accompagnare la proposta di degustazione con alcuni elementi culturali che facciano crescere l’iniziativa e la rendano davvero efficace. Molto indicativo è l’esempio del “Bordeaux Féte Le Vin” organizzato a Bordeaux a fine giugno ogni due anni: la grande kermesse delle degustazioni si svolge negli ampi spazi lungo la Gironda. In quattro giorni, l’evento porta in città circa 600.000 appassionati, ma le occasioni culturali di contorno sono infinite, dagli appuntamenti con vari tipi di musica a quelli con i giochi di luce e di acqua, ai tour negli Chateaux e nelle cantine del territorio e così via. Ciò che davvero bisogna evitare è organizzare le degustazioni per fare cassa. Il timore è che troppe volte sia proprio questo l’obiettivo principale.
L'Editoriale Numero: 06 / 2010
Pro e contro il vino in piazza
Paese che vai, degustazione che trovi!
Giancarlo Montaldo
