Viticoltura Numero: 04 / 2020

Valtellina, terra di vite e di vino

Nello Bongiolatti dedica al Nebbiolo Chiavennasca un libro di prossima pubblicazione, scritto con la collaborazione di Anna Schneider

Maurizio Gily
Valtellina, terra di vite e di vino

Definendo Nello Bongiolatti una figura storica della viticoltura valtellinese rischio di sottolineare il fatto che non si tratta di un  giovinetto… ma non mi pare che esista definizione più corretta. Una vita da tecnico appassionato e curioso, da ricercatore e da divulgatore, prolifico di pubblicazioni e di consigli: una vita vissuta in gran parte all’interno della Fondazione Fojanini di Studi Superiori, di Sondrio. Una carriera di studi e attività dedicate in gran parte al Nebbiolo, che qui si chiama Chiavennasca (ma non solo: si è occupato anche di miele, di pastorizia e altre peculiarità del territorio a cui è profondamente legato).

E proprio al Nebbiolo è dedicato al libro di prossima pubblicazione “Valtellina, terra di vite e di vino: la Chiavennasca la sua gemma più preziosa”, con la prestigiosa collaborazione dell’ampelogafa  Anna Schneider, che a sua volta al Nebbiolo ha dedicato una gran mole di studi. Ad oggi si tratta dell’unico libro focalizzato sulla varietà Nebbiolo-Chiavennasca con particolare riferimento alla popolazione presente in Valtellina. Il libro sarà costituito da 8 capitoli per un totale di 420 pagine.

Il testo è strutturato su otto capitoli. Il primo è dedicato alla presentazione della viticoltura in  provincia di Sondrio, caratterizzando l’areale di coltivazione della vite a partire dalla sistemazione del terreno agrario a terrazzo sostenuto da muretti in pietra a secco: opera grandiosa di ingegneria idraulico-agraria attuata dall’uomo nel corso dei secoli, sulla fascia pedemontana in forte pendenza del versante retico. Viene presentata la Chiavennasca, varietà identitaria di un territorio in cui la tradizione vitivinicola è millenaria, da sempre coltivata sui terrazzamenti. Particolare attenzione viene data al sistema tradizionale di coltivazione della vite, alla sua evoluzione nel corso del tempo, alla potatura e ai principi fisiologici su cui si basa nel caso particolare in questione.

Nel secondo capitolo si dà ampio spazio alla storia della viticoltura e del vitigno Chiavennasca a partire dalla  domesticazione della vite selvatica di provenienza caucasica in epoca protostorica, età del ferro (800-1000  a.C.) fino ai giorni nostri.

Nel terzo capitolo, curato da Anna Schneider, si presenta il lavoro di caratterizzazione genetica svolto attraverso l’analisi del DNA dei vitigni tradizionali e di antica coltivazione presenti nei vigneti della Valtellina e della Valchiavenna. Attraverso le analisi genetiche si è data un’identità certa ai vitigni locali e si sono messe in luce errate sinonimie. L’analisi del DNA ha evidenziato, oltre alla corrispondenza della Chiavennasca con il vitigno chiamato Nebbiolo in Piemonte, l’esistenza di relazioni parentali con una decina di altri vitigni di antica coltivazione locale.

I capitoli quarto, quinto e sesto sono dedicati alla presentazione del lavoro di selezione genetica e sanitaria   della Chiavennasca. Questa ricerca durata 12 anni ha portato alla omologazione, da parte del Ministero dell’Agricoltura nel 2003, dei primi cloni selezionati in Valtellina. Attualmente i cloni omologati sono 13 e si caratterizzano in particolare per un migliore e più stabile equilibrio vegeto-produttivo, una migliore morfologia del grappolo e dell’acino, una miglior fertilità basale ed una migliore rusticità.

Il capitolo settimo è dedicato alla descrizione di otto vitigni geneticamente legati al Nebbiolo.

Il capitolo ottavo è dedicato ai vitigni rari e di antica coltivazione e vengono riportate le schede ampelografiche di 50 varietà.

Chi fosse interessato può prenotare il libro in prevendita. Al link che segue è possibile farlo, e avere maggiori informazioni sulla pubblicazione:

https://docs.google.com/forms/d/1UGMhLSH36CrNOjWSTubJNA8y62jxp7vFJuxilK_IgQc/edit

(NdR: la prevendita è di grande importanza per la copertura delle spese di opere come questa, autofinanziate e destinate necessariamente a un mercato di nicchia, ma fondamentali in una biblioteca di tecnici e appassionati.)

Spiega Nello Bongiolatti: “Ho scritto questo testo sulla viticoltura della nostra provincia per riconoscenza verso la Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio per l’opportunità offertami di lavorare e fare esperienza in questo settore e questo mio libro in particolare vuole essere un omaggio al Professor Giuseppe Fojanini che nel 1971 ha voluto fondare questa illuminata istituzione. Vi è anche riconoscenza verso tutti i viticoltori che con il loro lavoro consentono alla Valtellina di avere una produzione enologica di eccellenza capace di competere con i migliori vini a livello sia nazionale che internazionale e garantiscono il mantenimento di un paesaggio viticolo unico”.