Martedì 17 ottobre ci ha lasciati Cesare Intrieri, conosciuto in tutti i Paesi viticoli del mondo.
“Il Professore” – così lo chiamavamo noi tecnici – ha saputo farsi apprezzare nel corso della sua carriera per le capacità di scienziato, ricercatore e accademico, per la voglia di innovare e per la capacità di immaginare e tradurre in realtà nuovi modelli viticoli, ovvero di uscire da strade già battute per andare incontro alle esigenze della viticoltura del terzo millennio, rimanendo sempre coerente con sé stesso e indipendente.
Avendo collaborato con lui in questi anni ho potuto apprezzarne anche lo stile, l’eleganza dei modi, l’educazione e in modo particolare la capacità di saper ascoltare i viticoltori, con i quali entrava facilmente in sintonia. La sua passione per la viticoltura e la voglia di confrontarsi lo spingevano infatti a uscire dai campi sperimentali e a frequentare i vigneti dei produttori, per seguire i sistemi da lui proposti o per trarre spunti su cui impostare nuove prove; seguendolo in questi contesti offriva a ciascuno l’opportunità di imparare tutte le volte qualcosa di nuovo, di tornare a casa arricchiti.
Il Professore mi ha lasciato tanto, sia sotto il profilo tecnico che umano, e la stima che mi dimostrava è sempre stata motivo di orgoglio e una spinta a migliorarmi continuamente. Restano per me ricordi carichi di soddisfazione gli articoli che abbiamo scritto a quattro mani e l’ammissione all’Accademia Italiana della Vite e del Vino, alla quale il professore mi aveva candidato.
L’immagine che voglio conservare, emblematica del suo entusiasmo e della sua curiosità, è quella del professore intento a scattare innumerevoli fotografie alle sue stesse prove, come se le vedesse per la prima volta; una scena che si ripeteva ogni volta che ci invitata a visitarle.
La sua scomparsa lascia un vuoto, non solo affettivo, nel settore viticolo, considerata la sua caratura e il peso che hanno avuto le sue idee e intuizioni, che hanno precorso i tempi, a livello internazionale.
Quando ci siamo salutati la mattina del 26 settembre scorso, dopo aver visionato assieme le prove sulla siepe a potatura semiminima (SPS), non pensavo sarebbe stata l’ultima.
Buon viaggio Professore.
Riccardo Castaldi