Maggio 2021

Canelli, una DOCG per il Moscato

Da sottozona del Moscato d’Asti a denominazione autonoma

Canelli, una DOCG per il Moscato

Il Comitato Nazionale Vini DOP e IGP ha approvato il 12 maggio scorso la proposta di Disciplinare della nuova DOCG “Canelli”, dando il via ad un iter normativo che, concludendosi entro l’anno, renderà possibile la prima vendemmia ufficiale di Moscato bianco per “Canelli” nel 2022.

La procedura prevede infatti che, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo disciplinare “Canelli” che ne sancisce ufficialmente la nascita, spetti poi all’Unione Europea approvare in via definitiva la nuova DOCG, stabilendone di fatto la relativa protezione.

Al momento sono oltre 40 le aziende che, nell’ambito della denominazione Asti DOCG, rivendicano il proprio Moscato d’Asti DOCG come sottozona Canelli, per oltre mezzo milione di bottiglie.

Non è certo un caso che “Moscato di Canelli” sia una designazione ufficiale del  vitigno Moscato bianco nei testi di ampelografia e nei cataloghi ufficiali. Con questa decisione alla cittadina di Canelli (con l’inclusione di  un’area abbastanza ampia a cavallo delle province di Asti e Cuneo) si riconosce  il ruolo che le compete nella storia per aver affermato nel mondo una vera e propria tipologia di vino, grazie ai suoi vigneti e alle sue case spumantiere. Infatti se è vero che il Moscato è una varietà diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo è altrettanto vero che l’interpretazione piemontese, quella di un vino dolce, fresco e spumeggiante, anche se oggi viene imitata altrove, è stata unica e originale e si chiama  Asti  e Moscato d’Asti. Ed è all’interno  di questa famiglia, nella seconda delle due tipologie citate, quella cosiddetta a “tappo raso”,  che la nuova DOCG Canelli rappresenta un vertice nella piramide. La denominazione si affranca dal nome di vitigno per privilegiare l’unicità del territorio, e, diversamente dall’Asti, sarà una produzione legata in gran parte a piccole e medie imprese.

 

 

 

 

foto in apertura di Giancarlo Montaldo