di Monica Massa
Il rischio che la parola sostenibilità si svuoti di significati concreti per l’abuso che se ne fa è stato evidenziato in un interessante seminario al Wine2Wine Business Forum (leggi l’articolo di Lorenzo Biscontin http://www.millevigne.it/ai-lettori-di-vinepair-la-sostenibilita-non-interessa-ai-consumatori-usa-si/) in quanto l’essere sostenibile spesso viene rimarcato dall’azienda in maniera ripetitiva e generalmente considerando solo l’aspetto ambientale della stessa, dimenticandone invece le connotazioni sociali e di governance.
Una riflessione su questo pericolo è stata fatta anche durante il seminario organizzato il 17 novembre scorso da UIV al SIMEI, dal titolo “Standard nazionale di sostenibilità nel vino: i primi passi” dove si è parlato del nuovo disciplinare di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola, approvato con decreto del 16 marzo 2022. Paolo Castelletti segretario generale di Unione Italiana Vini, moderatore dell’incontro nell’introdurre i relatori ha sottolineato la “Necessità di avere una sicurezza di sostenibilità, perché il greenwashing è un pericolo attuale ed è quindi necessario avere un quadro normativo chiaro”. “L’obiettivo di UIV- h continuato Castelletti- è di accompagnare le imprese verso la strada più corretta possibile”.
La relazione di Luigi Di Marco architetto e urbanista e rappresentante di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) ha evidenziato come venga data poca rilevanza alla sostenibilità da parte della politica e delle istituzioni, per cui “Noi tutti dobbiamo diventare agenti del cambiamento”.
Un atteggiamento quest’ultimo che non è sempre facile perché come ha sottolineato Ignacio Sanchez (Comité Européen des Entreprises Vins) la sostenibilità viene vista in modo differente da produttore, consumatore, legislatore, retailer e tutto ciò ha come effetto principale disorientare e confondere il consumatore.
Per questo è stata accolta con grande entusiasmo la notizia data da Mauro Poinelli (capo unità vino della Commissione Europea) sull’attività della Comunità Europea tesa ad arrivare entro fine 2023 all’elaborazione di una legge quadro che definisca in maniera chiara cosa si intende per sostenibilità “ Per evitare la proliferazione di norme nazionali, stiamo lavorando per promulgare entro dicembre 2023 una Legge quadro, che stabilisca che cos’è la sostenibilità, non solo dal punto di vista concettuale ma normativo. Si vuole rendere la sostenibilità comprensibile a tutti, stabilendo come debba essere misurata, quali criteri e requisiti minimi dovrà avere ogni prodotto per dirsi sostenibile – dal punto di vista ambientale, economico e sociale – per poter essere commercializzato.
Tale norma, che non riguarderà solo il comparto enologico, potrebbe rappresentare un punto di partenza fondamentale in direzione di uno standard unico europeo sulla sostenibilità. Sicuramente un obiettivo importante che potrà aiutare le aziende a comprendere maggiormente come l’impegno a essere sostenibili non comporti solo costi ma un valore aggiunto perché – come ha sottolineato Paolo Cuccia Presidente di Gambero Rosso – “un’azienda sostenibile è più affidabile, soprattutto per i creditori”.
A conclusione del seminario alcune realtà vitivinicole hanno portato la loro testimonianza, tra cui Tenute Ruffino. Lorena Troccoli direttore tecnico delle Tenute ha elencato le varie azioni in cui l’azienda si impegna per la sostenibilità e che devono necessariamente partire dal vigneto, perché solo in questo modo l’azienda può dirsi sostenibili. Le tantissime attività e collaborazioni con enti di ricerca e organizzazioni no profit per una sostenibilità a 360° gradi creano un circolo virtuoso con ricadute positive su tutto il territorio. Il bicchiere, sul tema della sostenibilità, sembra essere mezzo pieno.
