Novembre 2021

Dalla parte delle radici

I segreti del territorio viticolo del    Livenza studiati da  Tenute Tomasella.

Dalla parte delle radici

Un lungo lavoro per un ambizioso  progetto di studio scientifico dei suoli  e di analisi del loro fondamentale ruolo per  preservare l’identità  della produzione vinicola, partendo dalla conoscenza del proprio terroir  per giungere a fronteggiare il problema del  cambiamento climaticoQuesta l’idea sviluppata da Tenute Tomasella grazie alla collaborazione con  Diego Tomasi,  ricercatore CREAVE  (Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia di Conegliano, da pochi giorni direttore del Consorzio del Prosecco Superiore DOCG Conegliano Valdobbiadene) e del pedologo dott. Giuseppe Benciolini, professionista esperto nello studio dei suoli.

I suoli di Tenute Tomasella hanno origini geologiche diverse, si sono formati a seguito delle esondazioni del Livenza, ma risentono anche di tutto ciò che in altre ere geologiche è stato trasportato dagli altri fiumi e dalle colline delle Prealpi. Il pedologo ha con sorpresa realizzato come nel giro di  poche centinaia di metri,  si passi da suoli estremamente limosi, a suoli ricchi di argilla fino a suoli molto calcarei  il tutto accompagnato da colorazioni diverse.

Al termine del lavoro – spiega    Diego Tomasi – sulla base delle diverse tipologie di suolo riscontrate nelle Tenute Tomasella e originate da diversi substrati geologici, l’obiettivo sarà dimostrare come proprio il terreno stia diventando elemento di primaria importanza e come possa anche diventare un’arma efficace per mitigare gli effetti del cambimento climatico e far parlare i nostri territori nel futuro. Vogliamo infine riuscire a caratterizzare i vini dell’azienda in funzione dell’origine dei diversi terreni”.

Queste prime osservazioni hanno anzitutto confermato che le  scelte fatte  fin qui in termini di  coltivazione,  ossia prediligere i  suoli calcarei per le varietà a bacca bianca e quelli argillosi per le varietà a bacca rossa, sono state corrette.  Ma è necessario che il legame tra terreno e vite sia ancora maggiore attraverso l’arricchimento di sostanza organica, l’applicazione di lavorazioni precise come l’arieggiamento per evitare il compattamento e favorire l’attività e la ricchezza microbiologica, etc. In sostanza, un lavoro di globale orientamento di tutta la gestione agronomica dei suoli perché ad un apparato radicale efficace corrisponde una vite più resiliente ai cambiamenti climatici.

Il progetto non si ferma qui, ma  proseguirà con una seconda fase altrettanto importante che prevede il coinvolgimento di ulteriori professionalità, ossia un sommelier ed un enologo, che procederanno all’analisi di comparazione per  capire perché ciascun vino ha precise caratteristiche organolettiche e quanto il suolo le abbia condizionate.