Maggio 2021

Di nuovo sul palcoscenico la Toscana del vino

Con Primanteprima riparte la settimana delle Anteprime: la Toscana del vino fa i conti con i mercati e si interroga sulle nuove opportunità del digitale e dell’enoturismo

Di nuovo sul palcoscenico la Toscana del vino

Di Alessandra Biondi Bartolini

Per la Toscana del vino la settimana delle Anteprime del febbraio 2020 era stata l’ultimo atto prima dello scoppio della Pandemia, la fotografia di scenari e prospettive delle denominazioni toscane che oggi dopo poco più di un anno appartengono a un’altra dimensione.

La Toscana del post COVID prova quindi a ripartire proprio da dove aveva lasciato appassionati e operatori, con la settimana delle Anteprime, rivisitata e proposta in forma ridotta solo per la stampa ma fortemente voluta da tutti come segnale di inizio per un nuovo corso.

Bilanci e nuovi scenari sono stati al centro di PrimAnteprima 2021, l’Anteprima collettiva regionale promossa da Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, che venerdì 14 maggio alla Fortezza da Basso di Firenze ha aperto ufficialmente la Settimana delle Anteprime.

 Dodici i Consorzi presenti, tra i più piccoli e promettenti della Toscana che talvolta soffrono la vicinanza di denominazioni più blasonate e conosciute della regione ma che in molti altri casi ne godono del traino: Bianco di Pitigliano e Sovana, Candia dei Colli Apuani, Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Pisa, Val di Cornia e Suvereto, Valdarno di Sopra.

Un’occasione non solo per degustare e valutare la qualità delle nuove annate ma anche per interrogarsi sul lascito dell’annus horribilis del vino (e non solo ovviamente), un dibattito che ha visto protagonisti nel corso di una conferenza stampa piacevolmente simile a un talk show condotta da Nicola “Tinto” Prudente, la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, il presidente della Camera di commercio di Firenze  Leonardo Bassilichi, il presidente di PromoFirenze  Massimo Manetti, il direttore di Fondazione Sistema Toscana  Francesco Palumbo, il primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli, il Presidente di AVITO  Francesco Mazzei, la coordinatrice delle Città del Vino della Toscana  Jessica Pasquini, la presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico  Roberta Garibaldi e Fabio del Bravo  di ISMEA che ha illustrato i risultati de “I numeri del vino” con un focus speciale sulla Toscana.

Numeri che sintetizzano le difficoltà portate dalla pandemia in un sistema vitivinicolo di alta gamma principalmente legato all’Horeca, sia italiana che estera.

Sul fronte delle produzioni secondo i dati diffusi da ARTEA la vendemmia 2020 ha registrato una flessione del 16% rispetto al 2019, un risultato in controtendenza rispetto a quello del +3% della media nazionale, ma non del tutto negativo in un momento di grande difficoltà per le aziende.

Nel 2020 le esportazioni dei vini toscani con denominazione di origine DOC e DOCG sono infatti scese sia in volume che in valore di una percentuale del 9% sull’anno precedente, superiore ai cali registrati a livello nazionale.

Le DOP toscane hanno perso praticamente su tutti i mercati di destinazione con l’eccezione del Regno Unito dove si sono registrati incrementi superiori a quelli della media delle altre denominazioni nazionali.

Diverso invece è stato il risultato della domanda interna per i vini toscani che hanno trovato nella GDO un importante canale di commercializzazione, con un incremento del volume relativo alla domanda interna dell’11% e del suo valore dell’8,3%, contro dati nazionali rispettivamente del +5,3% e +7,3%.

E nel primo trimestre 2021 i risultati hanno continuato a crescere con un incremento delle vendite interne del 19% a volume e del 24% a valore. “La situazione” ha affermato Fabio del Prato di Ismea “ ha dato poi alla GDO l’opportunità di alzare il livello della gamma e di legarsi anche ai territori di origine”.

Un trend che andrà ovviamente confermato con la ripresa dei canali Horeca e la stabilizzazione della situazione ma che lascerà traccia e potrà modificare permanentemente i sistemi di distribuzione e le modalità di relazionarsi con i consumatori e i mercati esteri.

Il mondo del digitale a supporto del racconto e della realtà sicuramente continuerà ad avere un ruolo importante ed è quello che ha consentito ai produttori toscani di mantenere il contatto con buyer e importatori nel format B2B BuyWine che da undici anni la regione Toscana offre ai suoi produttori per migliorare l’incontro e il matching tra domanda e offerta. Quest’anno, l’incontro tra i buyer di tutto il mondo e i seller toscani è avvenuto da remoto, senza tuttavia nulla togliere alla possibilità dei primi di fare esperienza di degustazione in diretta e in presenza dei produttori. Oltre 130 operatori, selezionati da PromoFirenze tramite la sua rete internazionale di contatti, hanno ricevuto le confezioni di Vinotte, piccoli campioni dei vini curati nell’estetica e personalizzati con il logo del produttore, mentre l’etichetta vera e propria e tutti i dettagli tecnici erano stati caricati da sul catalogo online visibile ai buyer.

Tra un lockdown e l’altro, le aziende vinicole si sono rese conto della necessità di un upgrade tecnologico. Sempre secondo Ismea, che ha effettuato un’indagine su 313 imprese vitivinicole italiane, in 185 hanno attivato l’e-commerce per fare fronte alle limitazioni imposte dal Coronavirus. La digitalizzazione incentiva anche l’enoturismo che coinvolge un numero sempre maggiore di persone (+10% sul 2019) anche a fronte di un calo medio del -27% sul numero delle esperienze fruite rispetto a due anni prima. Lo si legge nel Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano 2021 presentato da Roberta Garibaldi, che riporta l’indagine svolta su un campione di 1000 italiani, il 71% dei quali ritiene la leva enogastronomica un fattore fondamentale nella scelta di una destinazione. La voglia di vivere all’aria aperta spinge i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), con una ricerca di soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%). Il trend wellbeing, infine, è in pieno sviluppo. Il 65% dei turisti enogastronomici sarebbe interessato a frequentare percorsi e workshop nelle aziende di produzione con informazioni utili sul benessere psicofisico, il 64% vi vorrebbe praticare attività sportiva all’aria aperta.