Monica Massa
Dopo i festeggiamenti per i primi tre lustri della DOCG OVADA che si sono svolti mercoledì 29 agosto presso la sede dell’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato in occasione della presentazione libraria di “Esercizi spirituali per bevitori di vino” (edizioni Ampelos) con l’autore Angelo Peretti, la giornata successiva è stata tutta dedicata ai risultati del progetto “Increase Ovada”. La ricerca commissionata dal Consorzio di tutela dell’Ovada DOCG è stata condotta dal gruppo di lavoro del DISAFA Università di Torino (Maria Alessandra Paissoni, Giulia Motta, Camilla De Paolis, Gaetano Pio Liscio, Micaela Boido, Simone Giacosa, Susana Río Segade, Luca Rolle, Vincenzo Gerbi) in collaborazione con la fondazione Agrion e la Cantina Sperimentale Bonafous di Chieri e nei tre anni di studio (2021-2021-2022) ha cercato di individuare la migliore epoca di maturazione dell’uva Dolcetto atta a diventare OVADA DOCG, tenendo conto dei fattori legati ai diversi areali di produzione ma soprattutto alle nuove necessità di gestione del periodo vendemmiale, dovute ai cambiamenti climatici.
Lo studio, come ha spiegato nel dettaglio la ricercatrice Maria Alessandra Paissoni, ha interessato 15 vigneti dell’areale di produzione dell’OVADA DOCG e altrettante aziende, su quattro tipologie di indagine. Nei tre anni si sono fatte le analisi e la caratterizzazione polifenolica delle uve di Dolcetto (2020-2022), previa rilevazione delle caratteristiche aziendali e delle pratiche di vinificazione tramite visite e questionari (2020) e si è proceduto all’analisi dei vini commerciali per ogni anno di studio (2020-2021). Si è poi passati a vinificare 7 dei 15 vigneti nella cantina sperimentale dell’Università di Torino ‘Bonafous’ con una procedura standardizzata, che ha consentito di fare una comparazione del corredo polifenolico potenziale delle uve e della sua estrazione, evidenziare i pregi e le criticità e fornire le strategie di macerazione da adottare in base al prodotto finale , rilevando i dati medi dei vini alle diverse fasi del processo. L’ultimo step è stato quello di confrontare i vini aziendali prodotti con prove di vinificazione differenti (2021-2022), per individuare le potenzialità delle uve e dei vini atti a diventare Ovada DOCG. Da parte dei ricercatori è stato sottolineato come l’annata incida maggiormente rispetto all’areale di produzione, per cui è fondamentale individuare il periodo migliore della raccolta.
Per Vincenzo Gerbi “Studiare tre annate così diverse ci permette di capire le potenzialità del vitigno negli areali studiati. Ora i produttori hanno gli strumenti per scegliere il momento migliore per la raccolta”. Luca Rolle ha insistito sulle variabili del clima “La ricerca ha individuato il comportamento del Dolcetto d’Ovada in condizioni climatiche particolari e differenti; conoscere l’acidità totale, il pH e gli zuccheri non è più sufficiente”.
Soddisfatto dei risultati il presidente del Consorzio Daniele Oddone “Con queste conoscenze possiamo avere un aiuto nel realizzare il vino OVADA DOCG. Il prossimo traguardo sarà quello di proseguire la ricerca per capire come evolve l’Ovada negli anni e quali siano le tecniche migliori di affinamento. Bisogna trovare le finanze per continuare lo studio.”
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