Secondo Confagricoltura per effetto della quarantena e della ripartenza, o del mancato arrivo, di lavoratori stranieri, mancano 250.000 persone nei campi e negli allevamenti. Mentre sono partite le campagne di raccolta di fragole e asparagi tra gravi difficoltà, il futuro appare problematico per tutti i settori, soprattutto ortofrutta, colture protette, viticoltura. Le organizzazioni agricole hanno chiesto strumenti emergenziali per rispondere a tale emergenza, quali riattivazione dei voucher (che oggi hanno un ambito di applicazione estremamente restrittivo), e apertura contingentata di ingressi da altri paesi.
Scrive Antonio Boschetti su Informatore Agrario: “La presa di posizione del ministro contro la reintroduzione dei voucher semplificati in agricoltura, anche solo temporanea, costringe le imprese agricole a un carico burocratico e di costi ingiustificato, dovendo avvalersi di procedure ordinarie per assunzioni a volte di soli pochi giorni. Probabilmente a tutto svantaggio del lavoro regolare, dichiarato, alla luce del sole. A nostro avviso uno strumento semplice avrebbe stimolato l’emersione del lavoro nero, garantendo un salario minimo e il rispetto dei diritti del lavoratore oltre che delle regole fiscali. Anziché immaginare procedure alternative coadiuvate dalle moderne tecnologie (acquisto telematico dei voucher, limiti di durata, tracciabilità degli incassi, ecc.) si è preferito eliminare lo strumento.”
Molti chiedono di poter utilizzare i giovani che percepiscono il reddito di cittadinanza (senza che tale diritto venga meno allo scadere di assunzioni a tempo determinato), ma a questo proposito, a parte il fatto che molti lavori in campagna bisogna anche saperli fare, l’incontro tra domanda e offerta non pare così semplice visto che i centri per l’impiego funzionano malissimo; inoltre i bassi salari uniti magari alla necessità di spostarsi rendono preferibile per molti restare a casa: e non è così semplice fargli cambiare idea visto che possono rifiutare fino a tre lavori prima di perdere il rdc. Il che, se può essere discutibile in una situazione normale, rasenta l’assurdo in una situazione di gravissima crisi economica e sociale.
Mentre il governo frena da una parte, l’opposizione frena dall’altra, contrastando demagogicamente il prolungamento dei permessi di soggiorno scaduti dei lavoratori stranieri, la sanatoria di irregolari purché assunti, e la creazione di corridoi di ingresso dall’estero. Quindi ci sono lavoratori stranieri che sono già qui in Italia, ma non possono espatriare, non possono lavorare per permessi di soggiorno scaduti o mai ottenuti (compresi molti richiedenti asilo che ne avrebbero pieno diritto), non possono viaggiare (quindi neppure essere espulsi) e non hanno alcun sostegno se non la carità di qualche istituzione benefica, intanto la frutta marcisce in campagna mentre crescenti fasce di popolazione necessitano di aiuti alimentari. Invece il fatto che “di altri stranieri non abbiamo bisogno” potrebbe anche essere vero: in realtà non lo sappiamo, per saperlo occorrerebbe prima consentire agli italiani di lavorare.