Alessandra Biondi Bartolini
“La sostenibilità non è il tema di oggi né quello di domani, era quello di ieri e non ce ne siamo accorti. Adesso si tratta di farla e farla bene, cercando di coinvolgere anche quelli che ce la fanno”: a dirlo è Federico Quaranta, giornalista e conduttore televisivo, che il 3 aprile scorso ha condotto a Vinitaly l’incontro dal titolo “SOStain, la sostenibilità Made in Sicily”. Occasione nella quale Quaranta e il Presidente della Fondazione SOStain Alberto Tasca, hanno presentato i risultati e i progetti di sostenibilità ambientale, economica e sociale e il gruppo di partner che sul territorio, collaborano per un risultato che non solo sia del settore e delle aziende certificate, ma in generale di tutta la Sicilia. Con un approccio che il manifesto della Fondazione definisce proprio dell’astronauta più che del cow boy, orientato all’innovazione, alla gestione strategica delle risorse, alla scoperta, la responsabilità e al lavoro di squadra, più che alla conquista o alla dominazione.
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SOStain Sicilia: una squadra che cresce
37 aziende associate delle quali 22 già certificate, 32000 ettari di vigneto dei quali 5000 certificati e 22 milioni di bottiglie anch’esse certificate: i numeri realizzati da SOStain Sicilia in solo due anni di attività”, ha spiegato Tasca “sono il frutto della capacità di aggregazione alla quale la Sicilia del vino sta lavorando da venti o trenta anni e che rappresenta anche questo un grande risultato di sostenibilità”.
Nata nel 2020 e sostenuta da Doc Sicilia e Assovini Sicilia, la Fondazione SOStain Sicilia esprime un approccio territoriale alla sostenibilità a 360° e prevede la condivisione di un corpus di buone pratiche. Gli obiettivi di sostenibilità previsti dal disciplinare consistentono e sono espressi in dieci requisiti che le aziende devono rispettare, misurare e migliorare per raggiungere la certificazione rilasciata da un Ente terzo. Fanno parte della Governance oltre al Consiglio direttivo e il Presidente, anche un Comitato Tecnico-scientifico, presieduto da Lucrezia Lamastra dell’Università Cattolica di Piacenza, che ha portato in SOStain l’esperienza di VIVA, e un Comitato Operativo.
Una squadra che si sta sempre più espandendo per includere aziende grandi e piccole, fornitori e stakeholder della tessuto economico e la società civile siciliane. Un sodalizio che secondo Lamastra gioca le carte dell’ambiente, l’equilibrio tra i pilastri della sostenibilità, e il patto tra i protagonisti.
Ne è un esempio l’accordo firmato proprio nel corso di Vinitaly tra la Fondazione e il Presidente del Consorzio Tutela Vini Etna Francesco Cambria: “Un invito a collaborare insieme da parte di Alberto Tasca che abbiamo accolto immediatamente, per riuscire ad avvicinare alla sostenibilità anche i piccoli produttori che animano la nostra DOC, che sia per i costi sia per la difficoltà che possono trovare nella raccolta dei dati necessari, possono trovare degli ostacoli nel raggiungere da soli la certificazione. Il nostro obiettivo è addivenire a un territorio che sia nel suo complesso sostenibile e fare diventare l’Etna DOC una denominazione sostenibile” ha affermato Cambria.
Un’emergenza nel parlare di sostenibilità
Ma fare e fare bene a volte non è sufficiente, ha spiegato Fabio Piccoli riportando i dati di una recente indagine di Wine Meridian, perché se da un lato gli wine lovers credono molto di più a territori che siano nel loro complesso sostenibili – aspetto che gioca a favore di regioni come la Sicilia dove l’ambiente, la cultura e i produttori partecipano a dare un’immagine di questo tipo, dal punto di vista della comunicazione della sostenibilità un problema c’è.
“Il sostenibile è stato ed è comunicato male, abusato fino a privarlo del suo valore. Del greenwashing sono vittime anche le aziende che sono realmente sostenibili, ma che faticano perché c’è un lessico della sostenibilità che ormai è diventato uguale per tutti. Tutti dichiarano le stesse cose e la ripetitività del linguaggio ha enormemente appesantito questo tipo di comunicazione” ha affermato Piccoli.
I consumatori cercano la sostenibilità, i giovani la considerano un prerequisito, ma si trovano di fronte a una comunicazione e un’informazione nelle quali non hanno gli strumenti per scegliere cosa o chi sia realmente affidabile e credibile.
La bottiglia 100% siciliana e la sostenibilità sociale
Condividono l’impegnoe lo sviluppo dei principi di sostenibilità anche i partner e gli sponsor, che con SOStain hanno sviluppato progetti specifici dedicati alla Sicilia, anche quando si tratta di grandi multinazionali come Amorim Cork Italia o I-O.
Oltre alla raccolta dei tappi e il riciclo del sughero con il progetto Etico di economia circolare, la multinazionale portoghese sta dedicando il suo impegno nel miglioramento del welfare aziendale e la sostenibilità sociale, con la certificazione Family Audit per la conciliazione della vita e il lavoro dei dipendenti e si sta avvicinando a un percorso per divenire un’Organizzazione positiva, attraverso un modello di cultura del business più attento alle persone e al benessere sui luoghi di lavoro. “È importante che come manager e come imprenditori ci prendiamo carico di questa responsabilità” ha affermato Carlos Veloso do Santos. “Troppo spesso si dimentica che anche questo è sostenibilità, e il nostro contributo è portare insieme a SOStain nelle aziende una riflessione su cosa è la sostenibilità a 360 gradi”.
“Lo stabilimento di I-O a Marsala è l’unica vetreria che produce bottiglie in Sicilia. Grazie a un accordo con la società SARCO che tratta il vetro raccolto dalle municipalità siciliane con la raccolta differenziata, fino a renderlo come si dice in gergo “pronto al forno” cioè lavato, selezionato e sminuzzato per essere di nuovo fuso,” ha spiegato Ernesto Ghigna di I-O “è stato possibile realizzare con SOStain Sicilia una filiera completa del vetro siciliano. A essere coinvolti sono i cittadini che riciclano il vetro, le municipalità che lo raccolgono, l’azienda che lo tratta e la vetreria che lo fonde, per realizzare una bottiglia leggera del peso di poco più di 400 grammi, prodotta per il 90% di vetro riciclato in Sicilia”.
Il primo lotto di bottiglie che riporteranno un logo che le identificherà e che potranno essere adottate dai produttori SOStain, sarà disponibile alla fine di maggio. Vedremo in futuro se potrà divenire anche un modello di circolarità per altri territori e stabilimenti del colosso del vetro.
Anche il progetto EduSOStain sviluppato con la Fondazione Allianz Umana Mente, con il coinvolgimento di due realtà siciliane del terzo settore, Club Itaca e Associazione YOLK , è dedicato ai valori di sostenibilità sociale, inclusività e partecipazione delle aziende alla vita sociale dei territori nei quali si inseriscono. Attraverso due percorsi educativi sarà possibile coinvolgere soggetti fragili, disabili e giovani a rischio di emarginazione, nelle attività di produzione e vendita dei prodotti agricoli. I risultati saranno la realizzazione, con il supporto dei professionisti delle aziende di SOStain, di un orto sociale biologico e la vendita dei suoi prodotti in un punto vendita a Palermo e un corso di formazione su agricoltura, marketing e tecniche di vendita dei prodotti sostenibili.