Ottobre 2023

Franco Cavallero e l’universo del Ruchè

Presidente dell’associazione Produttori del Ruchè, di cui è stato anche socio fondatore, Franco Cavallero ha da poco inaugurato la nuova cantina e presentato il suo progetto Ruchè Hereditarium, teso a finanziare l’attività di giovani artisti

Franco Cavallero e l’universo del Ruchè

Monica Massa

Si commuove Franco Cavallero nel giorno, il 22 settembre 2023,  dell’inaugurazione delle nuove Cantina Sant’Agata,  a Scurzolengo, ricordando i momenti difficili che ha dovuto affrontare, dall’incendio che nel gennaio 2007 devastò la cantina  alla perdita del fratello Claudio, come lui impegnato nell’attività dell’azienda vitivinicola. Claudio amava dipingere, in particolare i tondi delle botti e proprio per portare avanti questa passione del fratello Claudio,  Franco ha dato vita all’iniziativa Ruchè Hereditarium,  tesa a finanziare l’attività di giovani artisti che ogni anno useranno i tondi delle botti come una tela utilizzando le tecniche pittoriche  più disparate, per lasciare una traccia  artistica legata alle vendemmie del Ruchè.

Bottiglie per finanziare l’arte

Hereditarium

Un’iniziativa che intreccia le origini del Ruchè a finalità sociali, di sostegno a progetti artistici di giovani per e sul territorio del Ruchè, con l’obiettivo di valorizzare e contribuire alla crescita del Monferrato Astigiano. “Il progetto Hereditarium – ci dice Franco  – vuole essere un progetto di memoria del miglior vino prodotto nei miei 7 vigneti di Ruchè. Infatti, ogni anno seleziono il vigneto che ha dato la performance migliore dell’anno e cerco di elevarlo per un lungo invecchiamento.

Per l’annata 2020 sono stata prodotte  2072 bottiglie e 297 magnum. Le bottiglie vengono poi conservate in un Caveau a temperatura controllata per essere vendute in piccoli lotti. La vendita avverrà tramite il nostro canale digitale e sarà rivolta ad appassionati e investitori. Il 50% dell’incasso di queste bottiglie verrà gestito da una fondazione che finanzierà giovani artisti o progetti solidali finalizzati a lasciare una traccia nel territorio del Ruchè.”

Il Ruchè e l’Associazione dei Produttori

Franco Cavallero è anche Presidente dell’Associazione Produttori del Ruchè, di cui è stato  uno dei soci fondatori  nel 2001. Il Ruchè è un vitigno e un vino che è rinato nel dopoguerra grazie alla grande passione di un uomo di chiesa  Don Ernesto Cauda, parroco di Castagnole Monferrato. Ma Don Cauda è ricordato soprattutto per il suo  attaccamento al territorio e alla comunità a cui aveva fatto riscoprire il Ruchè, credendo nelle potenzialità di questo vino e il suo insegnamento è vivo ancora oggi e la stessa Associazione guidata da Cavallero ne è la testimonianza.  “L’associazione – ricorda Franco – è nata come un gruppo di amici che credevano in questo vitigno. Cantine Sant’Agata all’epoca era una delle poche aziende che aveva raggiunto la popolarità grazie al vitigno Ruchè ed era l’unica azienda che vendeva più all’estero che in Italia. Avevo proposto l’associazione per mettere a disposizione quello che avevo imparato ai nuovi produttori emergenti della zona. Sono molto contento che alcuni di loro oggi abbiamo raggiunto risultati molto importanti per essere cantine nate da soli 20 anni. I produttori dell’Associazione prima di tutto sanno da dove vengono. Hanno molto chiaro le difficoltà che i loro genitori hanno avuto in questo territorio quando sono dovuti andare a lavorare fuori perché il Monferrato non aveva un valore aggiunto sui prodotti. Era difficile arrivare a fine mese lavorando un prodotto che serviva solo per fare massa. Oggi abbiamo una resa economica per ettaro lavorato 4 volte superiore al passato, abbiamo degli obiettivi e non solo dei sogni.

Franco Cavallero svinatura Ruchè 2023

L’anno scorso abbiamo superato le 1.150.000 bottiglie. di Ruchè. Quest’anno abbiamo una piccola contrazione dovuta soprattutto alla GDO, che ha visto perdere molte posizioni a causa del calo del potere di acquisto delle persone e all’aumento dei prezzi, scelta obbligata causata dai rincari. Il mercato di riferimento principale rimane il mercato italiano/piemontese, seguito da quello asiatico e quello americano. Abbiamo dei buoni risultati anche in Danimarca e nei Paesi Scandinavi.” L’Associazione oltre ad essere impegnata nella promozione del Ruchè è un buon esempio di sinergia tra produttori  e collabora costantemente con l’organismo di tutela di riferimento, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.  “Filippo Mobrici prima e oggi Vitaliano Maccario sono ottimi professionisti che sanno come gestire un Consorzio che racchiude quasi tutte le DOC/DOCG del Monferrato Astigiano. Abbiamo dei bellissimi progetti da sviluppare insieme.”   Torno a pensare agli occhi lucidi di Franco  nell’esprimere  la volontà di riuscire a comunicare il mondo del Ruchè,  il vino che per il territorio  di riferimento  ha permesso ai produttori di uscire e di varcare confini decisamente importanti che non pensavano di raggiungere.  É grazie al Ruchè  che le aziende di questo territorio sono cresciute, insieme ai loro vini.

 

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Foto di Monica Massa