di Alessandra Biondi Bartolini
La DOC Montecarlo in provincia di Lucca è tra le più piccole d’Italia, ma vanta un primato riscoperto e ricostruito solo recentemente: è qui che già a partire dalla fine degli anni ’70 del 19° secolo cominciarono in Italia i primi esperimenti di innesto su piede americano per prevenire il danno portato dalla fillossera, già molti anni prima dell’arrivo in Toscana del temibile insetto.
Il libro di Vincenza Papini “Il pioniere italiano della lotta alla fillossera, Giulio Magnani e la viticoltura di Montecarlo” edito dal Comune di Montecarlo e l’Associazione Città del Vino, traccia in modo storicamente documentato la biografia di questo innovatore schivo vissuto a cavallo dell’Unità d’Italia proprio nei decenni che avrebbero rivoluzionato e dato un futuro alla viticoltura europea.
La prefazione e la postfazione di Mario Fregoni ci permettono di inserire l’attività di Magnani nel quadro di collaborazioni, viaggi e scambi di conoscenza e materiale vegetale che permisero di superare la crisi fillosserica.
Le tappe della presenza della fillossera in Europa evidenziano una reazione rapida anche se, come sappiamo, non sufficiente: nel 1868 Planchon descrive l’insetto già presente in Francia a partire dal 1863, ma ci vorranno ancora anni e decenni per comprenderne del tutto il ciclo biologico e le forme di resistenza presenti nelle diverse specie del genere Vitis. In Italia la fillossera fa la sua comparsa nel 1879 quando già il livello di allarme per quanto sta accadendo nei vigneti d’Oltralpe è elevato.
“Tra i primi italiani a occuparsi della lotta alla fillossera” scrive Fregoni nella prefazione al testo di Papini “va segnalato Giulio Magnani di Montecarlo (Lucca) che nei primissimi anni della comparsa della fillossera importò semi e talee di specie americane e di ibridi, suggerendo alla fine l’innesto delle varietà toscane su Vitis riparia”. Nel 1880 il viticoltore lucchese dispone già di un semenzaio di 8450 piante che diventano 9000 più 5000 talee radicate sule quali sperimenta l’innesto a spacco.
Non è solo sul fronte della lotta alla fillossera che Magnani si distingue come innovatore e pioniere in quelli che, nel bene e nel male, saranno poi gli indirizzi che prenderà la viticoltura toscana e italiana nel 900: pur sostenendo la necessità di affermare tipicità e qualità dei vini prodotti nella sua zona, a differenza di molti suoi contemporanei Magnani non punta tutto sulle varietà autoctone ed è nei suoi vigneti specializzati che vengono introdotti come “vitigni miglioratori”, in alcuni casi tra i primi in Italia, vitigni francesi come il Sauvignon blanc, il Sémillon, il Cabernet, il Malbek, il Merlot, il Verdot, il Gamay, il Pinot e il Syrah, prodotto quest’ultimo in purezza.
Ma Magnani, a differenza dei più celebri Planchon, Millardet e Viala, non è inserito nell’Accademia, non fa parte dei circoli dove avvengono gli scambi di conoscenze e soprattutto non pubblica e non divulga i suoi esperimenti, nemmeno su L’Agricoltore, organo di informazione del Comitato antifillosserico toscano del cui Consiglio egli fa parte. Quello che sappiamo, descritto nel dettaglio e con un computo preciso e dettagliato delle specie e degli ibridi testati, deriva da una relazione richiestagli dal Comune di Montecarlo e successivamente dal Ministero dell’Agricoltura. In altre parole, la sua attività e il suo impatto si fermano ai confini di Montecarlo, dove distribuisce le sue barbatelle e dove probabilmente al suo arrivo la fillossera provocherà un danno minore rispetto ad altre zone, ma non vanno oltre perché Magnani non fa networking come si direbbe oggi.
Una prova ante-litteram che la scienza completa la sua missione e aumenta il suo impatto solo come esercizio collettivo e condiviso.
Vincenza Papini storica, docente e fondatrice della sezione Storia e Storie al femminile dell’Istituto storico lucchese. Nei suoi studi ha particolarmente approfondito la storia delle famiglie notabili di Pescia tra ‘700 e ’800.
“Il pioniere italiano della lotta alla fillossera, Giulio Magnani e la viticoltura di Montecarlo
Di Vincenza Papini
Con prefazione e postfazione di Mario Fregoni
Pagine 141
Prezzo di copertina: 20 Euro
Ed. Città del Vino e Comune di Montecarlo