Monica Massa
Complice il sole e i panorami mozzafiato di un territorio che è patrimonio UNESCO, in tantissimi durante la tre giorni di Grignolino il nobile ribelle hanno riempito le sale delle ex scuole di Grazzano e degustato l’autoctono monferrino nelle sue varie versioni: in acciaio, affinato in legno (versione questa che per il territorio del Monferrato Casalese si identifica in Monferace), in anfora e come bollicina metodo classico o metodo Martinotti.
Grazzano Badoglio, paese dell’Astigiano custode delle spoglie di Aleramo che la leggenda indica come fondatore del Monferrato, è stato per tre giorni letteralmente preso d’assalto, prendendo anche un po’ alla sprovvista il comune che non si attendeva una così grande affluenza (per la prossima edizione sarebbe infatti consigliabile organizzare un bus navetta per decongestionare la viabilità).
Un vino, il Grignolino, che dopo un periodo buio dovuto alla supremazia dei Supertuscan è tornato alla ribalta, grazie al suo colore leggermente scarico che gli permette di affiancarsi ai rosé che tanto piacciono ai giovani e ai profumi speziati che lo rendono versatile e adatto ad accompagnare i piatti della cucina orientale, anch’essa molto amata dalle nuove generazioni.
La convivialità del Grignolino è stata rimarcata anche dal fatto che gli organizzatori hanno voluto ospitare i produttori della Freisa, un vino che condivide col Grignolino una parte del DNA e ha caratteristiche in assonanza col Grignolino, in particolare la tannicità e gli abbinamenti gastronomici.
Molto partecipate le tre masterclass, con focus diversi. Ha iniziato sabato il giornalista enogastronomico Paolo Massobrio mettendo a confronto le annate, dal 2016 al 2021, di Grignolino del Monferrato Casalese, anche nella versione affinata in legno, il Monferace. La degustazione ha fatto emergere la versatilità del Grignolino che si beve giovane e fresco ma ha anche la struttura per reggere l’invecchiamento. Tutti i produttori presenti e interpellati da Massobrio sono stati concordi nell’affermare che c’è una grande curiosità da parte dei giovani per il Grignolino e che la versione affinata in legno riscuote particolare successo all’estero.
Domenica la parola al wine blogger Francesco Saverio Russo che ha condotto una degustazione con otto Grignolino d’Asti e un Piemonte Grignolino, in cui produttori hanno rivendicato questa passione per il vitigno, che non li ha fatti desistere dal continuare a produrlo neppure quando il Grignolino “non se lo filava nessuno”. Lunedì la giornata era riservata agli operatori del settore, con la Masterclass “sold out” tenuta da Mauro Carosso presidente Ais Piemonte e che prendeva in rassegna le tre DOC, Grignolino d’Asti, del Monferrato Casalese e Piemonte.
Le ottime performance del Grignolino sono confermate dai numeri: la produzione totale è di circa 2 milioni e mezzo di bottiglie: cresce del 3% la DOC Grignolino d’Asti e supera il milione di bottiglie, bene la DOC Grignolino del Monferrato Casalese con circa 435 mila bottiglie. Anche la DOC Piemonte Grignolino supera il milione di bottiglie con un 7,3% in più rispetto al 2021.
La manifestazione ha avuto il contributo del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, del Consorzio Colline del Monferrato Casalese, delle Associazioni Produttori di Grignolino d’Asti Doc-Piemonte Doc Grignolino e Monferace, del Consorzio Gran Monferrato e il patrocinio del Comune di Grazzano Badoglio.
Un evento all’insegna della convivialità e del piacere di conoscere meglio i vini del territorio del Monferrato da parte di un pubblico giovane, con parecchie presenze estere.
Appuntamento alla primavera 2024 per la terza edizione di Grignolino, il Nobile Ribelle.
Foto di Monica Massa