Giugno 2023

I robot per il vigneto tra i filari di Enovitis in campo

I robot e le macchine a guida autonoma per il vigneto escono dalla fase prototipale: cosa abbiamo visto “muoversi” tra i filari di Enovits in campo

I robot per il vigneto tra i filari di Enovitis in campo

 Alessandra Biondi Bartolini

Come già da alcuni anni sta avvenendo per i sistemi di monitoraggio di proximity e remote sensing, i DSS  o le macchine a rateo variabile, anche i robot e le macchine a guida autonoma cominciano a uscire dalle fasi prototipali e dagli ambiti della ricerca e sperimentazione ed entrano in vigneto.

Nel corso del recente Enovitis in campo, a Polpenazze del Garda il 7 e 8 giugno scorsi, tra i filari dei vigneti della Cantina Bottenago si sono potuti vedere in azione alcuni robot per la viticoltura già proposti dalle aziende e disponibili per i viticoltori.

Ma che cos’è esattamente un robot e cosa può fare in vigneto?

Il robot scavallante elettrico Bakus Vitibot

Un robot per uso agricolo o Agbot è una macchina dotata di sensori che raccolgono i dati relativi alla coltura, l’ambiente, le operazioni, la posizione ecc, un sistema di elaborazione in grado di acquisirli, elaborarli e utilizzarli facendo uso dell’Intelligenza Artificiale e degli attuatori che rispondono ai comandi di quest’ultima, muovendo la macchina in modo autonomo e svolgendo le operazioni in modo preciso e sulla base delle informazioni raccolte. Sono, in sintesi, sistemi intelligenti che svolgono operazioni in campo sul modello umano: osservano, usano le informazioni per decidere il da farsi e intervengono. In più misurano, raccolgono dati e “imparano” migliorando sempre di più le loro performance.

I sensori utilizzati sono sensori ottici e di posizione, camere multispettrali nel visibile o nell’infrarosso, camere termiche, sensori di temperatura o umidità, lidar, ultrasuoni e sistemi GPS per la georefereziazione di tutti i dati raccolti.

Per fare degli esempi un robot in vigneto può percorrere da solo i filari, misurare distanze, posizionarsi al centro del filare e alla corretta distanza dalla parete, analizzare le caratteristiche della vegetazione, realizzare delle mappe e poi, dopo una fase di acquisizione e autoapprendimento “sul campo”,  utilizzare queste informazioni  per distribuire prodotti fitosanitari o fertilizzanti, lavorare il sottofila, trinciare l’erba nell’interfila, sfogliare o cimare. Ma forse la cosa più importante è che può fare tutto in modo molto preciso, sollevando gli operatori dalle operazioni più usuranti, riducendo i rischi legati all’uso delle macchine negli ambienti con forte pendenza (ne abbiamo parlato nell’articolo di Benedetta Pagni sul progetto Scorpion) e all’esposizione ai prodotti chimici.

Cosa abbiamo visto a Enovitis in campo

I robot per la viticoltura che abbiamo potuto vedere al lavoro nei filari della Valtenesi sono telai autonomi, leggeri, dotati di motore elettrico ed equipaggiabili con attrezzature diverse.

Forse il primo e sicuramente il più conosciuto e premiato tra i robot per il vigneto è Bakus Vitibot, progettato e lanciato nella Champagne e dal 2022 acquisito dall’italiana SDF.  Dotato di telaio scavallante in due versioni, per vigneti più o meno fitti, e motore elettrico, a Enovitis lo abbiamo visto muoversi autonomamente tra i filari per realizzare le principali operazioni di gestione del suolo e della parete vegetale. Con un’autonomia di 12 ore e due ore di sosta per la ricarica delle batterie può operare in qualsiasi condizione.

In alcuni casi come nel robot su telaio cingolato Slopehelper realizzato in Slovenia e distribuito in Italia da Arvatec , la flessibilità d’uso si estende a tutto il ciclo produttivo dell’azienda viticola e frutticola, trattandosi di una macchina progettata per il vigneto e per il frutteto che dispone di attrezzature di precisione diverse per i due tipi di coltivazione. Il sistema è autonomo sia nella locomozione sia nelle operazioni, che possono essere impostate tramite un’applicazione mobile che permette al robot di dialogare con l’utente.

Robot cingolato Slopehelper

Dotata di pannelli solari e disponibile nelle versioni con guidatore, teleguidato o robotizzato la macchina elettrica scavallante di progettazione e produzione francese di Sabi agri è caratterizzata da un telaio portattrezzi leggero (meno di 2 tonnellate) che permette anche di abbinare e sincronizzare il trattore scavallante al robot cingolato Zilus facendoli procedere e operare insieme, allo scopo di ottimizzare la qualità e i tempi del cantiere di lavoro in vigneto.

Trattore elettrico scavallante Sabi Agri
Piantapali STX Suite

Anche l’impianto del vigneto si dota di sistemi autonomi e software intelligenti. È il caso del sistema STX-Suite di Stonex, premiato con la menzione di New Technology dell’Innovation Challenge Lucio Mastroberardino, che consente non solo di facilitare e migliorare la precisione nella progettazione dei nuovi impianti, ma anche di utilizzare la mappa e il layot del progetto per guidare in modo autonomo la macchina piantapali allestita con due ricevitori GPS che le permettono di individuare con precisione i punti previsti per il posizionamento dei pali.

 

I robot aiutano, non sostituiscono gli agricoltori

I robot, come la viticoltura di precisione, i DSS o le trattrici a guida automatica (da segnalare ad esempio il sistema di visione artificiale per la guida automatica di Cobo premiato come Technology Innovation Award) sono mezzi e tecnologie in grado di facilitare, alleviare e rendere più sostenibile il lavoro degli agricoltori. Mezzi il cui ingresso sarà probabilmente graduale e che richiederà competenze e formazione specifiche come osservava qualche mese fa in un editoriale di Millevigne anche Maurizio Gily.

Sebbene sia importante interrogarsi su questi aspetti e stabilire delle regole, i pericoli della sostituzione nel lavoro, l’impatto sull’occupazione, i timori legati all’intelligenza artificiale possiamo lasciarli per adesso al campo della fantascienza, anche se è proprio il maestro di questo genere che può rassicurarci sulla possibilità di gestire i rapporti tra uomo e macchine intelligenti. Negli anni 40 del secolo scorso nell’antologia Io Robot il padre della fantascienza Isaac Asimov enunciava così le tre leggi della robotica:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  1. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  2. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

E da quanto abbiamo visto in vigneto almeno per il momento possiamo stare tranquilli.