Alessandra Biondi Bartolini
Come già da alcuni anni sta avvenendo per i sistemi di monitoraggio di proximity e remote sensing, i DSS o le macchine a rateo variabile, anche i robot e le macchine a guida autonoma cominciano a uscire dalle fasi prototipali e dagli ambiti della ricerca e sperimentazione ed entrano in vigneto.
Nel corso del recente Enovitis in campo, a Polpenazze del Garda il 7 e 8 giugno scorsi, tra i filari dei vigneti della Cantina Bottenago si sono potuti vedere in azione alcuni robot per la viticoltura già proposti dalle aziende e disponibili per i viticoltori.
Ma che cos’è esattamente un robot e cosa può fare in vigneto?

Un robot per uso agricolo o Agbot è una macchina dotata di sensori che raccolgono i dati relativi alla coltura, l’ambiente, le operazioni, la posizione ecc, un sistema di elaborazione in grado di acquisirli, elaborarli e utilizzarli facendo uso dell’Intelligenza Artificiale e degli attuatori che rispondono ai comandi di quest’ultima, muovendo la macchina in modo autonomo e svolgendo le operazioni in modo preciso e sulla base delle informazioni raccolte. Sono, in sintesi, sistemi intelligenti che svolgono operazioni in campo sul modello umano: osservano, usano le informazioni per decidere il da farsi e intervengono. In più misurano, raccolgono dati e “imparano” migliorando sempre di più le loro performance.
I sensori utilizzati sono sensori ottici e di posizione, camere multispettrali nel visibile o nell’infrarosso, camere termiche, sensori di temperatura o umidità, lidar, ultrasuoni e sistemi GPS per la georefereziazione di tutti i dati raccolti.
Per fare degli esempi un robot in vigneto può percorrere da solo i filari, misurare distanze, posizionarsi al centro del filare e alla corretta distanza dalla parete, analizzare le caratteristiche della vegetazione, realizzare delle mappe e poi, dopo una fase di acquisizione e autoapprendimento “sul campo”, utilizzare queste informazioni per distribuire prodotti fitosanitari o fertilizzanti, lavorare il sottofila, trinciare l’erba nell’interfila, sfogliare o cimare. Ma forse la cosa più importante è che può fare tutto in modo molto preciso, sollevando gli operatori dalle operazioni più usuranti, riducendo i rischi legati all’uso delle macchine negli ambienti con forte pendenza (ne abbiamo parlato nell’articolo di Benedetta Pagni sul progetto Scorpion) e all’esposizione ai prodotti chimici.
Cosa abbiamo visto a Enovitis in campo
I robot per la viticoltura che abbiamo potuto vedere al lavoro nei filari della Valtenesi sono telai autonomi, leggeri, dotati di motore elettrico ed equipaggiabili con attrezzature diverse.
Forse il primo e sicuramente il più conosciuto e premiato tra i robot per il vigneto è Bakus Vitibot, progettato e lanciato nella Champagne e dal 2022 acquisito dall’italiana SDF. Dotato di telaio scavallante in due versioni, per vigneti più o meno fitti, e motore elettrico, a Enovitis lo abbiamo visto muoversi autonomamente tra i filari per realizzare le principali operazioni di gestione del suolo e della parete vegetale. Con un’autonomia di 12 ore e due ore di sosta per la ricarica delle batterie può operare in qualsiasi condizione.
In alcuni casi come nel robot su telaio cingolato Slopehelper realizzato in Slovenia e distribuito in Italia da Arvatec , la flessibilità d’uso si estende a tutto il ciclo produttivo dell’azienda viticola e frutticola, trattandosi di una macchina progettata per il vigneto e per il frutteto che dispone di attrezzature di precisione diverse per i due tipi di coltivazione. Il sistema è autonomo sia nella locomozione sia nelle operazioni, che possono essere impostate tramite un’applicazione mobile che permette al robot di dialogare con l’utente.

Dotata di pannelli solari e disponibile nelle versioni con guidatore, teleguidato o robotizzato la macchina elettrica scavallante di progettazione e produzione francese di Sabi agri è caratterizzata da un telaio portattrezzi leggero (meno di 2 tonnellate) che permette anche di abbinare e sincronizzare il trattore scavallante al robot cingolato Zilus facendoli procedere e operare insieme, allo scopo di ottimizzare la qualità e i tempi del cantiere di lavoro in vigneto.


Anche l’impianto del vigneto si dota di sistemi autonomi e software intelligenti. È il caso del sistema STX-Suite di Stonex, premiato con la menzione di New Technology dell’Innovation Challenge Lucio Mastroberardino, che consente non solo di facilitare e migliorare la precisione nella progettazione dei nuovi impianti, ma anche di utilizzare la mappa e il layot del progetto per guidare in modo autonomo la macchina piantapali allestita con due ricevitori GPS che le permettono di individuare con precisione i punti previsti per il posizionamento dei pali.
I robot aiutano, non sostituiscono gli agricoltori
I robot, come la viticoltura di precisione, i DSS o le trattrici a guida automatica (da segnalare ad esempio il sistema di visione artificiale per la guida automatica di Cobo premiato come Technology Innovation Award) sono mezzi e tecnologie in grado di facilitare, alleviare e rendere più sostenibile il lavoro degli agricoltori. Mezzi il cui ingresso sarà probabilmente graduale e che richiederà competenze e formazione specifiche come osservava qualche mese fa in un editoriale di Millevigne anche Maurizio Gily.
Sebbene sia importante interrogarsi su questi aspetti e stabilire delle regole, i pericoli della sostituzione nel lavoro, l’impatto sull’occupazione, i timori legati all’intelligenza artificiale possiamo lasciarli per adesso al campo della fantascienza, anche se è proprio il maestro di questo genere che può rassicurarci sulla possibilità di gestire i rapporti tra uomo e macchine intelligenti. Negli anni 40 del secolo scorso nell’antologia Io Robot il padre della fantascienza Isaac Asimov enunciava così le tre leggi della robotica:
- Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
E da quanto abbiamo visto in vigneto almeno per il momento possiamo stare tranquilli.