Andrea Cappelli
La Toscana è uno dei marchi più forti del made in Italy, soprattutto nel vino, un nome in grado d’evocare prodotti di qualità, associati a un territorio d’indiscusso fascino, che nel panorama internazionale gode di un’immensa notorietà e altrettanto appeal. Da qualche anno a tutelare i vini a marchio Indicazione Geografica Tipica (IGT) Toscana, vi è un Consorzio, evoluzione dell’Ente Tutela Vini di Toscana, presieduto per il secondo mandato consecutivo da Cesare Cecchi (nella foto) delle Cantine Cecchi di Castellina in Chianti, che è stato confermato all’unanimità dal nuovo consiglio d’amministrazione per il triennio 2023/2025. Il consiglio d’amministrazione è attualmente composto da 11 membri che sono, oltre a Cesare Cecchi presidente, Lamberto Frescobaldi (presidente Frescobaldi) e Rosanna Matteoli (vicepresidente Cantina Cooperativa Montalbano Vino e Olio) vicepresidenti, Davide Ancillotti (presidente Cantina Cooperativa ViViTo e Le Chiantigiane), Renzo Cotarella (amministratore delegato Antinori), Mario Piccini (presidente Tenute Piccini), Davide Profeti (direttore generale San Felice), Sandro Sartor (amministratore delegato Ruffino), Donata Vieri (direttore Cantina Cooperativa I Vini di Maremma), Enrico Viglierchio (direttore generale Banfi), Alessandro Zanette (direttore Melini Gruppo Italiano Vini). Il direttore è Stefano Campatelli, che vanta una lunghissima esperienza nel mondo consortile del vino toscano e la sede è nel centro storico di Firenze. Il presidente e il consiglio d’amministrazione intendono proseguire il lavoro di crescita e sviluppo delle attività del Consorzio per raggiungere il riconoscimento da parte del Ministero e avere così piena operatività ed esser in grado di dare al vino Toscana IGT la governance di cui ha bisogno per la sua tutela e valorizzazione. Gli attuali soci del Consorzio Vino Toscana rappresentano il 59% circa della produzione e il 22% circa dei produttori. A norma di legge (DM 18/7/2018 emanato in applicazione dell’articolo 41 della legge 238/2016), un Consorzio per esser riconosciuto deve dimostrare di rappresentare almeno il 51% della produzione e il 35% dei produttori.
Al momento il Consorzio ha pertanto raggiunto il minimo relativo alla produzione e sta lavorando per raggiungere anche il 35% dei produttori – mancano circa 500 soci – cosa non immediata, considerando che coloro che rivendicano Toscana IGT sono in media circa 4.000 all’anno e i due terzi rivendicano meno di 100 quintali d’uva, spesso non seguendo tutto il processo produttivo fino alla bottiglia, vendendo il loro prodotto sfuso.
Ma il presidente Cesare Cecchi in occasione della conferma del suo incarico per il triennio ha detto che intende continuare con ferma volontà a impegnarsi per raggiungere tale risultato: “È noto come il nome Toscana sia di grande importanza nel panorama vitivinicolo nazionale e internazionale, quindi mi auguro che tutti i produttori della Regione sentano il bisogno di tutelarlo e valorizzarlo. Il riferimento alla Toscana coinvolge non solo il vino Toscana IGT, ma anche tutte le importantissime Denominazioni della Regione e pertanto è necessario che tutti i produttori si sentano coinvolti e aggregati in una struttura come il Consorzio Vino Toscana. L’auspicio è che tutti colgano questa grande opportunità e necessità, che va soprattutto a tutelare gli interessi loro e di tutta la Regione. Venendo ai numeri, oggi rappresentiamo oltre il 50% della produzione di IGT Toscana, cioè 50 milioni di bottiglie su una produzione complessiva di 90 milioni con un centinaio di ragioni sociali che rappresentano circa 800 soci. Finora ci siamo concentrati solo sul fare proselitismo, ma abbiamo comunque deciso di mettere in pista delle attività di comunicazione che tengano informata l’opinione pubblica sulla nostra realtà e sui propri sviluppi”.
L’areale di produzione di Toscana IGT copre l’intero territorio della Regione Toscana ed è possibile produrre vino con tutti i vitigni autorizzati alla coltivazione in Regione. Con una superficie media annua di vigneto coltivato a Toscana IGT di 12.500 ettari, una produzione media annua di Toscana IGT di 624mila ettolitri e 1.400 produttori imbottigliatori, il vino Toscana IGT rappresenta mediamente il 27% della totale produzione regionale, che oscilla tra 2,3 e 2,6 milioni di ettolitri all’anno. Le bottiglie mediamente prodotte all’anno rappresentano oltre il 30% della produzione regionale imbottigliata ogni anno, quindi una fetta importante del mercato del vino toscano con un 77% di vini rossi, un 18% di vini bianchi e un 5% di vini rosati per un valore della produzione che si aggira sul mezzo miliardo di euro. Così la realtà produttiva del vino Toscana IGT è la seconda in termini di produzione media annua in Toscana. In ordine ai mercati, l’Italia vale il 31% e l’export, cresciuto negli ultimi 10 anni di ben il 126%, il 69% con l’Europa come primo mercato col 46% dell’export, a seguire gli Stati Uniti col 33%, l’Asia al 6% e altre aree 15% (fonte Consorzio Tutela Vino Toscana).
Per le caratteristiche del suo disciplinare di produzione, l’IGT Toscana consente di rappresentare pienamente la ricchezza della viticultura regionale, permettendo la nascita e lo sviluppo di vini di gran qualità e rilievo mondiale. Con un patrimonio storico e culturale unico al mondo, la miscela di condizioni e valori che si riscontra nella realtà vitivinicola della produzione di vino in Toscana è molto significativa, esaltando la percezione del vino e dei prodotti agricoli della Regione, conferendogli un’immagine alta, molto significativa e riconosciuta a livello internazionale. Così le condizioni ambientali, le conoscenze acquisite in secoli di coltivazione della vite e produzione di vino hanno consentito e ancora consentono lo sviluppo di aziende e imprenditori che possono esprimersi ai massimi livelli della vitivinicoltura mondiale, considerando il gran valore aggiunto costituito dal brand Toscana.
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