Gennaio 2022

Il linguaggio del vino

Un originale approccio semiologico alla degustazione e alla comunicazione enoica

Il linguaggio del vino

Francesco Annibali, laureato in filosofia e allievo di Umberto Eco, si occupa di formazione e informazione del vino da più di venti anni. La sua formazione semiotica, che è la scienza che studia un testo inteso non solo come linguaggio verbale ma anche di segni, ci aiuta in questo libro “Il linguaggio del vino”, a esplorare e a capire meglio il linguaggio e la comunicazione sul vino.

L’opera è suddivisa in tre parti: nella prima l’autore tratta “La lingua della degustazione”, un universo complesso dove la forma e la sostanza caratterizzano sia l’espressione che il suo contenuto. Ogni vino degustato, infatti, mette in moto i nostri sensi: vista, gusto, olfatto, ma riesce anche a farci nascere delle sensazioni, riportarci a ricordi e esperienze passate, far nascere o crescere delle passioni. Il vino quindi è come un testo che il lettore/degustatore scopre piano piano e che si rivela in base alle competenze e alle conoscenze possedute da chi lo assaggia. Citando il proprio maestro Umberto Eco, Annibali scrive che il vino è “un testo molto pigro, …pieno di buchi”.

Egli (il degustatore n.d.r.) si deve attivare per comprendere le porzioni implicite di testo, ovvero tutto ciò che il vino non dice di per sé ma si limita a presupporre, lasciar intuire, attraverso un reticolo di indizi che vanno ricostruiti al fine di lasciare emergerne il senso”. Attraverso a questa analisi il lettore/ degustatore si rende conto di come il linguaggio del vino in una degustazione sia fatto di relazioni, narrazioni, discorsi che possono assumere significati diversi in base al contesto e agli attori: ad esempio l’enologo è interessato a valutare l’accuratezza tecnica del prodotto, mentre il sommelier vuole individuare il miglior abbinamento cibo/vino.  Ecco dunque che il linguaggio del vino in realtà contiene in sé differenti lingue legate al contesto ed è di questo che Annibali scrive nella seconda parte del libro, trattando di confezioni, etichetta, retroetichetta: “Le lingue del contesto”.

Il contenuto dell’etichetta va ben al di là delle informazioni obbligatorie per legge, ma può riuscire a raccontare la storia, del produttore o del territorio e quindi diventare evocativa e seduttiva. Il vino dunque è al pari di una poesia, di un film, di un’opera d’arte. Questi mondi diversi vengono raccontati dall’autore nella terza parte dell’opera “A spasso nell’enosfera”, in cui Annibali analizza termini molto usati nel settore: biologico, greenwashing, natura, tradizioni, terroir, per citarne alcuni.

Alla base di una degustazione quindi non c’è la semplice interpretazione oggettiva del colore, del profumo e del gusto di un vino, ma un vero e proprio rituale, un immaginario fatto di sensazioni e di relazioni, talvolta anche l’indicibile. Emozioni che ciascuno di noi alle prese con un calice di vino probabilmente ha provato ma di cui sarà sicuramente più consapevole dopo aver letto questo libro.

IL LINGUAGGIO DEL VINO

di Francesco Annibali

Edizioni Ampelos, pp. 192 formato 15×21 copertina flessibile, ISBN 978-88-31286-02-2

Data di pubblicazione: maggio 2021

Prezzo di copertina € 19,00