L’agente infettivo è Xylella fastidiosa, il batterio tristemente noto per aver causato la distruzione degli olivi nel Salento. Diversa è invece la sottospecie, subsp. pauca nel caso del deperimento dell’olivo e subspecie fastidiosa per la malattia di Pierce, una differenza che porta anche alla specificità per l’ospite.
Il primo caso dell’Europa continentale (prima era stata segnalata nel 2016 a Maiorca) si è verificato in Portogallo, dove i servizi di controllo hanno segnalato il 25 marzo scorso la presenza del batterio su una vite di 20 anni nella contea di Fundão. Un unico caso che crea fortissimo allarme nei produttori e i servizi fitopatologici di tutta Europa, dove la Xylella è nella top ten tra gli organismi da quarantena prioritaria di maggior rischio.

La malattia di Pierce, che già da diversi anni provoca forti perdite nel vigneti della California, si manifesta in un primo momento con la scottatura delle foglie che si essiccano in modo improvviso in una porzione, che diventa marrone, per poi estendersi all’intera superficie fino a cadere lasciando il solo picciolo. Gli steli malati si sviluppano in modo stentato e generalmente le piante infette non sopravvivono più di un anno o due.
Un’ampia carrellata di immagini utili per il riconoscimento dei sintomi è disponibile sul sito del Database di EPPO l’Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante, a questo link: https://gd.eppo.int/taxon/XYLEFA/photos
La Xylella fastidiosa subsp fastidiosa come la maggior parte delle batteriosi non ha cura, l’unica possibilità di contenerne la diffusione è la sorveglianza, la delimitazione delle aree, l’estirpo con la distruzione delle piante infette e la lotta agli insetti vettore. La rapidità nella capacità di prendere provvedimenti e intervenire è fondamentale e l’agricoltura pugliese ha pagato il prezzo più alto a dimostrazione del rischio che ci si prende nel non agire correttamente. L’augurio è che per una volta si faccia tesoro degli errori già fatti.