La DOC Prosecco ha chiuso l’anno con una crescita del 2,8% rispetto ai volumi certificati nel 2019 che, in valori assoluti, rappresentano un incremento nell’imbottigliamento di poco inferiore ai 14 milioni di bottiglie.
“Si tratta di un traguardo storico per il Prosecco DOC – commenta il presidente del Consorzio, Stefano Zanette – però non costituisce di certo un punto d’arrivo. Sono molte, infatti, le sfide che ancora ci attendono, a cominciare da quella che riguarda la segmentazione dell’offerta con una maggior caratterizzazione delle produzioni anche dal punto di vista organolettico sensoriale, senza dimenticare le azioni, già avviate da tempo, tese a migliorare il percepito della denominazione, con riguardo, in particolare, alla sostenibilità ambientale e sociale dell’intero territorio della DOC Prosecco. Azioni queste che saranno privilegiate per un consolidamento dei mercati principali, piuttosto che per accrescere i soli volumi di vendita.”
“Questo risultato – continua Zanette – ci ha fatto riflettere anche sulle motivazioni che, anche in un’annata difficile come questa, hanno determinato il favore del consumatore nei confronti delle nostre produzioni. In primis abbiamo notato, numeri alla mano, come non sia dipeso esclusivamente dall’introduzione della tipologia rosé che, entrando in scena nel momento più opportuno, ha fatto registrare una produzione, in linea con le previsioni, di 16,8 milioni di bottiglie, bensì, in larga parte, dalla consapevolezza del consumatore nello scegliere Prosecco DOC.”
Infatti, laddove il consumatore ha l’opportunità di acquistare un vino vedendo l’etichetta, quando vuole un Prosecco, compra un Prosecco, mentre nella somministrazione, talvolta, chiede un Prosecco ma gli viene servito un altro vino.
A questa tenuta dei volumi corrisponde una tenuta del valore? Un recente report di Wine Monitor (ne riferimmo in dicembre) segnalava un calo medio del 10% del valore degli spumanti italiani nel 2020, con una sofferenza più accentuata nel settore degli spumanti metodo classico, più legati al consumo in ho.re.ca. e quindi più soggetti alla crisi della ristorazione.
Ma secondo Zanette “Il valore medio delle vendite di Prosecco DOC a scaffale è in linea con le aspettative del consumatore italiano ed internazionale, infatti la quota di prodotto venduta a prezzi “entry level” rappresenta una frazione marginale (attorno al 4%). Tuttavia dobbiamo proseguire in un processo di miglioramento continuo della qualità delle nostre produzioni, innalzando il livello medio, e tendere a garantire una “durabilità” alla denominazione che consenta ai produttori e alle comunità locali di sentirsi sempre più parte del successo del Prosecco DOC.”
Ancora più soddisfatti sono i produttori dell’Asolo Prosecco DOCG, che, secondo quanto comunica il Consorzio di Tutela, chiude il 2020 a quota 18,7 milioni di bottiglie certificate, con un incremento del 10% rispetto al 2019, quando le certificazioni erano ammontate a 17 milioni di bottiglie. Nonostante la congiuntura dettata dalla pandemia, le vendite dell’Asolo Prosecco si sono mantenute costantemente al di sopra dei livelli dell’anno precedente per tutto il 2020: in ottobre e novembre si è registrata un’ulteriore impennata, con 2,5 milioni di bottiglie certificate in ciascuno dei due mesi, così come si è confermato in accelerazione il mese di dicembre, che ha segnato una crescita del 34% rispetto all’ultimo mese del 2019.
«Nonostante i gravi cambiamenti che la pandemia ha prodotto sulla società e sulle abitudini verso i consumi – ha commentato il presidente del Consorzio Asolo Prosecco, Ugo Zamperoni – il 2020 è stato un altro anno di grande crescita per la nostra denominazione. I positivi dati dell’ultimo trimestre confermano la validità delle scelte che abbiamo adottato per la vendemmia 2020, quando siamo stati tra i pochi Consorzi di tutela italiani a non ridurre le rese, ritenendo addirittura opportuno richiedere alla Regione Veneto l’autorizzazione ad adottare la riserva vendemmiale: una scelta espansiva che ci permetterà di assecondare eventuali richieste aggiuntive».