Il mondo agricolo si trova ad affrontare sfide sempre più importanti, frutto dell’azione congiunta del cambiamento climatico e della perdita di mezzi tecnici adeguati. L’aumento dei prezzi alla produzione per il settore dei fertilizzanti dovuto a una crisi energetica strutturale che morde la redditività aziendale, impone scelte coraggiose e innovative per non perdere marginalità economica.
Lo scenario dell’agricoltura odierna si caratterizza:
– da un lato per un progressivo impoverimento dei suoli agrari causato da erosione e desertificazione, dalla perdita di sostanza organica, dalla salinizzazione, dal calo di biodiversità e vitalità con ripercussioni sulla qualità delle produzioni;
– dall’altro per un profondo mutamento nelle condizioni climatiche che estremizza i fenomeni meteo con un impatto notevole sulle risposte fisiologiche della vite, che per far fronte a siccità, ondate di calore, allagamenti, gelate, grandinate deve cedere in termini di produttività e qualità delle uve.
L’azienda BluAgri da 8 anni dedica un intenso lavoro di ricerca e sviluppo volti alla realizzazione e al miglioramento di innovative soluzioni tecniche per la conservazione della fertilità e il ripristino della biodiversità dei suoli agrari.
Il lavoro interno all’azienda è dedicato ad alimentare una rivoluzione in campo agricolo, dedicando risorse economiche e umane per definire un approccio fondato sulla minimizzazione dell’impiego di mezzi tecnici che impattano sugli agroecosistemi agrari. Queste soluzioni consentono di salvaguardare la fertilità dei suoli agrari migliorandone la portanza biologica e di rimando la qualità dei prodotti agricoli.
BluAgri è certa che il microbiota e le sue funzionalità possano svolgere un ruolo chiave nel miglioramento dei sistemi di coltivazione.
I microorganismi presenti in abbondanza nel suolo (si stima un peso di 4-5 tonnellate/ettaro per la biomassa microbica), vanno attivati affinché per effetto del ripopolamento agrario e per la sinergia con l’apparato radicale, esprimano appieno il potenziale biologico spesso sopito a causa di effetti antropici e/o climatici.
Circa 450.000 tonnellate (100.000 ettari) di biomassa microbica del suolo nell’ultimo anno stanno giovando del nostro lavoro…
BluVite è una delle specialità di BluAgri dedicata alla vite, ha formulazione specifica a base di zolfo di miniera, solfato di magnesio, solfato di magnesio VT01 e derivato di lievito selezionato FVA18 processate con tecnologia POWERED BY BLUAGRI.
BluVite va applicato alla dose di 36Kg/ha divisi su due trattamenti annuali nel sottofila (germogliamento e prefioritura) e con la sua azione è in grado di riattivare i consorzi microbici autoctoni responsabili della maggior parte delle funzioni ecosistemiche del suolo, andando a stimolarne la vitalità e favorendone le consociazioni benefiche con le piante sia a livello di rizosfera che a livello endofitico (batteri promotori della crescita), con molteplici effetti:
Sul suolo:
– incremento nella biodisponibilità dei nutrienti
– miglioramento della struttura degli aggregati con benefici in termini di resistenza all’erosione, infiltrazione dell’acqua e ritenzione idrica
– conservazione della sostanza organica e incremento nel sequestro di carbonio
Sulla pianta:
– stimolo all’accrescimento delle radici secondarie con incremento della superficie di scambio radici/suolo
– induzione di fitormoni responsabili della crescita (auxine, citochinine, gibberelline)
– induzione delle pathway metaboliche per la resistenza agli stress abiotici e biotici
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Tutto questo si traduce in benefici unici per la vite in termini di fitness e performance, messi costantemente in luce dalle prove sperimentali effettuate da BluAgri.
Esemplificativa l’esperienza effettuata su vitigno nebbiolo nel corso della stagione 2021 presso:
Poderi Oddero, storico produttore di Barolo nelle Langhe.
Il test ha previsto la comparazione di due blocchi di vigneto condotti secondo uno schema aziendale che è differito solo per la nutrizione, che è consistita nell’applicazione in una parcella di BluVite al primo anno di applicazione, mentre in quella contigua si è applicata una fertilizzazione standard (figura 1)
Figura 1 – I due blocchi in prova. Per entrambi i blocchi si è selezionato il filare centrale sul quale effettuare tutti i rilievi durante la stagione
Nel corso della stagione si sono caratterizzate le due tesi in base a parametri diversi in funzione della fase fenologica, andando a valutarne risposta vegetativa, resistenza allo stress idrico e produzione/qualità delle uve.
Vale la pena sottolineare che l’annata 2021 per la zona oggetto di indagine si è caratterizzata per le forti criticità climatiche, in particolare la scarsità idrica e gli eccessi termici hanno forzato le piante a delle condizioni di forte stress.
Per quanto riguarda la parete vegetativa la tesi trattata BluVite ha riportato un + 2,8% in termini di lunghezza del germoglio medio e un + 2% in termini di contenuto in clorofilla (SPAD), suggerendo la presenza di un apparato radicale più forte ed efficiente nel trattato, capace di garantire un assorbimento minerale più efficace con ripercussioni positive sull’uniformità della chioma e l’efficienza fotosintetica, indispensabile per una corretta allegagione e differenziazione delle gemme.
Particolarmente rilevante la reazione da parte delle parcelle vitate allo stress idrico causato dal clima siccitoso.
A questo scopo è stato effettuato un rilievo a inizio agosto nelle ore più calde della giornata tramite Camera di Scholander, misurando sia il potenziale idrico di foglia che di fusto.
I risultati riportati in figura 2 mostrano chiaramente come in entrambi i casi la tesi trattata BluVite abbia un potenziale idrico più elevato (+13% SWP, +7,5% LWP).
Questo risultato è molto rilevante perché dimostra senza dubbio una maggiore tolleranza da parte delle viti trattate nei confronti dello stress, che, al contrario, è risultato molto severo per lo standard.
Questa evidenza, in linea con i risultati riscontrati nelle altre prove sperimentali dell’annata 2021 e con la storicità decennale di dati raccolti dal team tecnico BluAgri, ha profonde ripercussioni sull’efficienza metabolica della pianta e sul comportamento fisiologico e produttivo dell’area trattata BluVite:
– è meno soggetta a blocchi fisiologici e maturazioni stentate (in particolare sotto il profilo fenolico)
– presenta una migliore capacità di osmoregolazione che porta ad un accumulo minore in bacca di cationi quali potassio e calcio, riducendone l’impatto negativo in fase di vinificazione (stabilità tartarica)
– presenta un maggior contenuto di acidi organici in pianta e una stabilità maggiore dell’acidità in fase di vinificazione
– presenta grappoli capaci di mantenere il turgore cellulare e meno disponibili al disfacimento e alle scottature, con sostanziali conseguenze sulla resa
Figura 2 – Potenziale idrico di fusto (SWP – stem water potential) e di foglia (LWP – leaf water potential)
I rilievi effettuati in settembre/ottobre in fase pre-vendemmiale sulle uve hanno confermato queste osservazioni.
Le bacche della tesi BluVite hanno riportato un +19% in termini di durezza, dato correlabile alla turgidità, e un +18% in termini di resistenza alla rottura – bacche più turgide e tenaci, meno inclini al disfacimento e alla disidratazione, come si osserva anche dal dettaglio visuale in figura 3.
Le analisi chimiche sulle uve hanno messo in evidenza a parità di acidità totale un + 5% in termini di grado zuccherino per le uve BluVite, indice di un progresso di maturazione costante a differenza dello standard che è apparso soffrire le conseguenze di una perdita di funzionalità della parete vegetativa (figura 4), con la conseguenza di una mancanza nell’accumulo di risorse da destinare alle riserve legnose.
A questo si unisce il -16% di potassio e il -11% di calcio riscontrato nelle uve BluVite, sintomo di una maggiore capacità di osmoregolazione come suggerito in precedenza.
Tutto questo si è poi sostanziato in fase di raccolta, dove confrontando la resa di dieci piante per tesi, a fronte di un numero di grappoli comparabile (96 per lo standard, 103 per il trattato), BluVite ha riportato un +50% in termini di resa complessiva (1,89Kg/pianta resa standard – 2,85Kg/pianta resa BluVite), in funzione di un peso medio grappolo sensibilmente superiore (+40%).
Figura 3 – Dettaglio disidratazione grappoli (BluVite a sinistra, standard a destra)
Figura 4 – Parete vegeto/produttiva a maturazione (Blu Vite a sinistra, standard a destra)
In conclusione, BluVite con la sua azione specifica sulla biofertilità del suolo si dimostra fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di una viticoltura di qualità:
– Apparato radicale più espanso (efficienza nell’assorbimento idrico/minerale)
– Uniformità ed efficienza parete vegetativa
– Mantenimento vigore e funzionalità pianta in condizioni stressanti
– Resistenza alla siccità e alla disidratazione
– Mantenimento rese e incremento qualità uva
– Efficiente stoccaggio riserve
BLUVITE | L’opportunità per affrontare in modo sostenibile economicamente una viticoltura in continua evoluzione.
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