“Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna.
Avendo bevuto il vino, si ubriacò e si denudò all’interno della sua tenda” Genesi, 9, 20-21.
Il Vecchio e il Nuovo Testamento non sono soltanto i libri Sacri dell’Ebraismo e del Cristianesimo. In essi sono contenute storie, metafore, iperboli, parabole e racconti che prendono spunto dalla vita quotidiana, le abitudini e le attività degli Ebrei e delle antiche civiltà che essi incontrarono nella loro lunga storia di dominazioni, esodi e cammini. Il vino e la coltivazione della vite sono sempre presenti e, insieme al pane e all’acqua, la loro importanza accompagna i Libri della Bibbia nei più di mille anni nei quali essi sono stati scritti (presumibilmente tra il 1000 a.C. e il 100 d.C.).
Estrarre e analizzare tutti i versetti che citano la vite e il vino, interpretarli, collocarli nel loro ambito storico e confrontare le tecniche agronomiche ed enologiche antiche con quelle attuali, è il difficile compito che Jabier Marquinez ha affrontato nel libro Il Vino nella Bibbia, edito da Ampelos nella versione italiana.
La coltivazione della vite, la trasformazione dell’uva in vino e il suo consumo, oltre che i rapporti tra le diverse figure addette alla produzione, i contratti di lavoro e quelli di compravendita, gli usi alternativi dei prodotti della vite: dalla Genesi agli Atti degli Apostoli, Marquinez individua e cita i versetti della Bibbia per darne una spiegazione non teologica ma prettamente viticola ed enologica.
Il percorso nel quale si articolano i capitoli è quello della filiera produttiva, con tutte le fasi di coltivazione della vite e di lavorazione delle uve e ognuna viene presentata con una spiegazione relativa alla viticoltura e l’enologia dei nostri tempi, comparata alle tecniche richiamate e citate nei versetti biblici. Per dare una spiegazione alle tecniche applicate nell’antichità l’autore riferisce nell’introduzione di avere cercato riscontro nei classici come Catone il Vecchio, Varrone, Columella, Plinio il Vecchio, Virgilio e Tito Flavio Giuseppe. Nella lettura purtroppo tuttavia spesso mancano, e ci si sarebbe aspettati di trovarli, i riferimenti bibliografici alle fonti storiche e storiografiche degli autori e degli storici e archeologi che hanno successivamente studiato e approfondito le pratiche agricole ed enologiche delle antiche civiltà.
«Quella che era iniziata come una semplice curiosità si è poi trasformata in una specie di ossessione quando ho iniziato a raccogliere i riferimenti biblici al vino e all’uva ed ho cercato di comprenderne il vero significato, con crescente sorpresa ed emozione continuavo a trovare argomenti che ritenevo sempre più moderni». racconta l’autore Jabier Marquinez, enologo spagnolo da sempre particolarmente interessato all’aspetto umano, sociale e culturale del vino.
Il messaggio che ne risulta è la grande attualità di molte delle scelte tecniche fatte naturalmente su basi empiriche, individuabili nei versetti della Bibbia. L’autore cerca cioè di dimostrare in chiave moderna la sua tesi dell’esistenza di un’ampia comprensione tecnica agronomica ed enologica sin dall’antichità.
Oltre alla descrizione delle fasi di produzione, di grande interesse sono anche le spiegazioni sulla specializzazione degli operatori e sui rapporti esistenti tra gli addetti alle vigne (i raccoglitori, i vignaioli, i guardiani), alla trasformazione (vi sono citati degli addetti ai travasi) e al servizio ( i coppieri e i capo-coppieri), ma anche ad esempio quelle dei diversi usi dei frutti della vite, da fonte di calore ed energia grazie alla combustione dei sarmenti, alla produzione di frutta fresca o appassita, succo d’uva, vino e aceto.
L’edizione italiana con l’introduzione del Cardinale Vicario Angelo De Donatis, è impreziosita da una veste grafica curata e di piacevole lettura e corredata da un apparato iconografico estremamente interessante, comprensivo di quaranta immagini tratte da altrettante miniature medioevali, selezionate da Cristian Ispir, studioso medievalista autore della seconda introduzione al libro.
«Il vino era un elemento fondamentale della liturgia sia giudaica sia cristiana. Per il Nuovo Testamento cristiano, il vino era, mi si perdoni l’espressione, intriso di molteplici significati. Nei Vangeli Gesù disse: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,1). A Cana Gesù trasformò l’acqua in vino. Durante l’Ultima Cena, il vino divenne la base della nuova Alleanza. È stato così che la forza allegorica, tropologica e metafisica della metafora del vino si è diffusa in tutto il mondo. L’iconografia dei manoscritti medievali assorbiva con foga il succo che sgorgava dalla vite cristiana e lo riversava in molti testi – scrive Ispir – Una breve lettura di manoscritti medioevali (messali, salteri , libri delle ore, calendari illustrati ndr) contenenti immagini e illustrazioni dà l’impressione che l’Occidente Medioevale fosse ossessionato dal vino. Non è quindi sbagliato affermare che la vite e tutte le pratiche ad essa connesse fossero tra le attività umane più rappresentate nei manoscritti medievali dal IX al XV secolo”.
Il Vino nella Bibbia di Jabier Marquinez
OTTOBRE 2021
Formato: 20 x 20 cm
Pagine: 184 a colori con illustrazioni
Allestimento: brossura fresata
copertina plastificata opaca
Prezzo: 25 euro
Collana: Storia del vino
Prefazione di S. Em. Card. Angelo De Donatis