Gennaio 2023

In Abruzzo alla scoperta dei vitigni ritrovati a Gessopalena

Il Comune di Gessopalena (CH) esempio di “custode della biodiversità” con il recupero dei vitigni Vedovella e Nero Antico di Pretalucente. La prima annata di produzione del vino è stata degustata per noi da Maurizio Gily

In Abruzzo alla scoperta dei vitigni ritrovati a Gessopalena

di Cinzia Montagna

Il 24 settembre 1843, lo scrittore e illustratore inglese Edward Lear (1812 – 1888) così annotava sul suo diario di viaggio: “Dopo aver superato il paese di Torricella, siamo arrivati per ripidi e sdrucciolevoli sentieri di argilla, poiché era piovuto per tutta la notte, a Gesso di Palena, dove si  teneva una grande fiera; la località brulicava di gente e il rullo di tamburi e il suono delle campane mi rintronavano nella testa. Per mangiare ho comprato due pagnotte e uva in quantità maggiore di quella che potevo mangiare, al prezzo di due grana, e sono stato contento quando sono riuscito a farmi strada tra la folla accalcata, mescolata a pecore, maiali e muli carichi. Tutta la gente sembrava civile, gli uomini portavano i cappelli fatti a punta più acuta di quanto ho osservato in questo distretto” (E. Lear, “Escursioni illustrate negli Abruzzi”, da www.viaggioadriatico.it, 2007, Biblioteca digitale C.I.S.V.A. p. 102).

Considerazioni immediate: a Gesso di Palena, oggi Gessopalena in provincia di Chieti, nell’ ‘800 a settembre si teneva una fiera dove l’uva era protagonista. Dal 2019, l’uva o, meglio, il vino di Gessopalena è tornato a essere il protagonista di un evento, che non è una fiera, ma sono degustazioni, assaggi e convegni tematici, organizzati sempre a settembre.  L’evento s’intitola “Gessi diVini”.

L’uva che Lear comperò per due “grana”, nome dell’antica moneta in uso nel Regno delle Due Sicilie e dal quale derivano i modi di dire sinonimo di “soldi, denaro”, era coltivata sicuramente sin dal ‘700 nelle vigne locali per uso domestico e, come nel caso annotato da Lear, era venduta in occasione di fiere coincidenti con il periodo della vendemmia. Le uve coltivate erano Vedovella e Nero Antico, termini utilizzati abitualmente nel dialetto locale sino ai nostri giorni. Il loro nome completo oggi è Vedovella di Pretalucente e Nero Antico di Pretalucente. Studi recenti condotti sul loro DNA le hanno identificate come un ecotipo di Sangiovese presente soltanto nella zona di Gessopalena il primo e un autoctono il secondo.

Gessopalena - Foto Camera di Commercio Chieti Pescara (3)
Gessopalena – Foto Camera di Commercio Chieti Pescara

Gessopalena è un Comune di 1300 abitanti a 654 metri sul livello del mare, nella valle del fiume Aventino, sul lato orientale della Maiella, a poco più di mezz’ora di distanza dalla Costa dei Trabocchi. Il toponimo indica la presenza di gesso e la vicinanza al paese di Palena. La “pietra lucente” che completa il nome dei vini identitari del luogo è quella dei cristalli di gesso, ben visibili nelle rocce dell’ambiente (vedi foto a lato) e in quelle utilizzate per la costruzione degli edifici più antichi.

Il Comune di Gessopalena nel 2005 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il Merito Civile sta nell’aver dovuto affrontare e, poi, superare con tenacia una serie di terribili episodi accaduti durante il secondo conflitto mondiale e culminati nella distruzione completa del borgo storico, nel dicembre 1943, e nell’eccidio di Sant’Agata, cascina e località nel territorio comunale, nel gennaio del ’44. Furono i Tedeschi in ritirata a far sfollare e poi a radere al suolo il nucleo medievale del paese, costruito su uno sperone di roccia dalla posizione impagabile come punto di osservazione e controllo. Non avendo il tempo di smantellare il borgo che avevano munito di armi, di fronte all’avanzata rapida degli Alleati i Tedeschi fecero saltare tutto. Il paese nuovo fu nel tempo  costruito più all’interno, ma in stretta continuità con i resti di quello antico, del quale rimangono le rovine a testimoniare l’effetto di una distruzione bellica. La conservazione del borgo devastato è stata una precisa scelta di memoria, un letterale monumento alle conseguenze di ogni guerra. L’eccidio di Sant’Agata avvenne pochi mesi dopo la distruzione del paese: il 21 gennaio 1944, in rappresaglia all’uccisione di due soldati tedeschi e al ferimento di altri due da parte della Brigata partigiana “Maiella”, quarantadue persone, per lo più donne, anziani e bambini, furono fatte entrare in un cascinale di Sant’Agata, dentro il quale i Tedeschi lanciarono bombe a mano. Il crollo del tetto e del pavimento, oltre agli effetti diretti delle bombe, provocarono la morte di quaranta delle persone imprigionate nel cascinale. Pochissimi i sopravvissuti alla tragica serie di eventi. Fra questi, Giuseppe D’Amico, classe 1925. Quello di Giuseppe D’Amico è un nome importante per Gessopalena e non soltanto perché testimone di quei fatti cruenti. Fu lui a conservare il ricordo, la pratica e la tradizione della coltivazione dell’uva del posto, la Vedovella e il Nero Antico.

Nel 2003, il nipote di Giuseppe D’Amico, Mariano Bozzi, portò due campioni dei vitigni all’istituto di ricerca regionale perché fossero analizzati. I tempi per riconoscere l’identità dei vitigni e procedere alla loro salvaguardia e implementazione, però, si fecero lunghi e il progetto sembrò essersi arenato. Intanto, Vedovella e Nero Antico rischiavano di disperdersi. Dal 2018, però, a smuovere la situazione  intervenne il Comune di Gessopalena ed è questo uno dei casi in cui l’ente locale compie una forte operazione culturale, in questo caso anche agricolturale, su un patrimonio di economia, comunità e storia a rischio di scomparsa.

Gessopalena - Foto Camera di Commercio Chieti Pescara (4)
Gessopalena – Foto Camera di Commercio Chieti Pescara

Fu il Comune ad acquistare 600 barbatelle di Vedovella e Nero Antico. Il piccolo esercito di Vedovella di Pretalucente e di Nero Antico di Pretalucente fu impiantato nei vigneti dei coltivatori di Gessopalena, dove di Vedovella nel 2019 era rimasta una sola pianta di vite. Dal 2019, sempre a cura del Comune con il suo neodesignato Assessorato all’Agricoltura – sino ad allora esisteva un pluricomprensivo “Attività Produttive” – in collaborazione con i produttori locali i due vitigni sono stati iscritti all’Anagrafe della Biodiversità a interesse agricolo e alimentare della Regione Abruzzo e all’omologa anagrafe nazionale, hanno ricevuto il riconoscimento De.Co., Denominazione Comunale, ed è in via di completamento la registrazione dei loro marchi. Grazie alla collaborazione con Università, è stato individuato il loro Dna, primo passo per l’avvio del più importante iter, quello dell’iscrizione nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite (RNVV), del cui esito Gessopalena è in attesa proprio in questo periodo.  Mariano Bozzi, nipote di Giuseppe D’Amico che, salvandosi dalle stragi, salvò la tradizione vitivinicola del paese, è diventato “Custode della Biodiversità” per l’impegno nella tutela e nella trasmissione dei vitigni identitari di Gessopalena (e di una ristretta zona limitrofa). Questi i numeri e il trend: la coltivazione di questi vitigni si estende attualmente su un ettaro; nel 2023, è prevista l’estensione a due ettari e nel 2025 a cinque ettari. I produttori locali sono tre ed è iniziata una sperimentazione da parte di una quarta azienda. Nel primo anno di vinificazione, il 2021, sono stati raccolti sette quintali di queste uve; nel 2022, venti quintali.  A precedere i numeri indicati, la prima prova di vinificazione, nel 2020, ha interessato 150 chili d’uva. Attualmente, l’assaggio della Vedovella di Pretalucente e del Nero Antico di Pretalucente è possibile in occasione di “Gessi diVini” o in degustazioni organizzate dal Comune (Info: Assessore Giuseppe Tiberini).  La forza di questi vini è evidente che non sarà mai nelle grandi quantità ed è questo il loro segno distintivo ed esclusivo. Come la loro storia, che nel passato, ma anche oggi, ha i tratti delle vicenda esemplare, tenace e determinata, nella costruzione e nella ricostruzione.

Note di degustazione

a cura di Maurizio Gily

Abbiamo degustato due campioni di Nero Antico della vendemmia 2021 da due vigneti diversi: uno sito a Casacanditella (Nero 1) a circa 200 metri di altitudine, uno a Gessopalena a circa 600 metri di altitudine (Nero 2), e un campione di Vedovella nera da un vigneto di Gessopalena.

Nero1: colore rubino di media intensità. Aromi di frutti rossi a drupa (susina) non molto intensi. A livello gustativo presenta una buona acidità che gli conferisce freschezza, un discreto equilibro, una tannicità modesta e una persistenza non molto lunga. E’ un vino di buona bevibilità che si abbina bene al cibo, senza forti caratteri distintivi.

Nero2: colore rubino leggermente più chiaro ma sempre nella tonalità media. Naso decisamente più complesso in cui spiccano soprattutto note vegetali, fieno, erba tagliata, erbe aromatiche come l’assenzio, terriccio, in secondo piano un frutto selvatico tipo susina.  Al palato risulta un po’ magro e aggressivo, con un’acidità evidente associata a tannini piuttosto rugosi, ma nel contempo offre un notevole ventaglio di sensazioni olfattive e retrolfattive. Buona la persistenza. E’ da verificare la sua evoluzione nel tempo, che potrebbe smussarne gli spigoli. Sarebbe da valutare se è possibile, operando a livello di gestione viticola e/o di scelta della data di vendemmia, arrivare a una maturità più pronunciata del frutto. In ogni caso si tratta di un vino interessante, con caratteristiche piuttosto definite e originali, sul quale vale sicuramente la pena di lavorare e di puntare.

Vedovella nera: è il vino probabilmente più “mercantile” e facile del gruppo. Ha i caratteri dei buoni Sangiovese di collina: freschezza, frutto, note floreali, tannicità composta, buona lunghezza. Il boiséee derivante dall’affinamento in piccole botti al momento è evidente al naso, ma il vino nel complesso regge bene l‘impatto del legno, che è destinato ad attenuarsi nel tempo. Anche per questo vino sarà da valutare l’evoluzione in bottiglia, che si preannuncia molto promettente.