Matteo Pastorino
Il week end del 12-13 maggio, denso di eventi enologici per gli appassionati, ha visto a Castagnole Monferrato (AT) la Festa del Ruchè. Banchi d’assaggio alla presenza dei produttori presso la Tenuta La Mercantile con il punto vendita bottiglie, stand gastronomici e musica. Accanto alla visita della Tenuta c’è stata per il pubblico la possibilità di visitare le cantine aderenti e di passeggiare tra le vigne; una attività aggiuntiva per permettere di conoscere da vicino le realtà che si dedicano alla produzione di questo vino tipico di un’area del Monferrato astigiano che interessa sei comuni oltre a quello di Castagnole Monferrato.
L’origine del vitigno e del nome Ruchè restano ancora avvolti nel mistero. Nella storia recente invece, a memoria d’uomo, il Ruchè è conosciuto e coltivato nell’area intorno a Castagnole Monferrato. Fino agli anni Settanta del secolo scorso è un vitigno secondario atto a produrre vini da taglio o uva da tavola. Per le sue caratteristiche piacevoli è sempre stato considerato il vino della festa e si può dire che dopo ogni vendemmia nelle cantine delle famiglie del posto riposava qualche bottiglia di Ruchè da bersi nelle occasioni importanti. Poi proprio in quegli anni il parroco di Castagnole Monferrato, don Giacomo Cauda vide in quel vitigno un potenziale inespresso ed iniziò a coltivarlo recuperando una vigna appartenente alla Parrocchia.
Ben presto iniziano a comparire le prime bottiglie di Ruchè del Parroco, e questo vino inizia ad attirare maggiori attenzioni. Per merito del Parroco, del sindaco Lidia Bianco e di altri compaesani il Ruchè di Castagnole Monferrato ottiene la DOC nel 1987 e la DOCG nel 2010.
Oggi il Ruchè si produce in 7 comuni della provincia di Asti: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi, per complessivi 150 ettari di impianto, e poco più di 1 milione di bottiglie all’anno.
«La missione del Consorzio di Tutela è salvaguardare e promuovere le denominazioni che protegge e affiancare i produttori nelle proprie attività di promozione come la Festa del Ruchè. – Afferma Filippo Mobrici, il Presidente del Consorzio Tutela Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – Per essere vincenti nel mondo e avere un’identità è infatti importante essere forti nel proprio territorio».
La Festa del Ruchè 2023 è stata senz’altro l’occasione giusta per conoscere il Monferrato, il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, le specialità gastronomiche locali, i produttori e le cantine del territorio, un luogo suggestivo e ricco di storia come La Mercantile e tanti luoghi mozzafiato.
Le due giornate ai banchi d’assaggio e nelle cantine aperte per l’occasione hanno visto in particolare un pubblico giovane che apprezza il Ruchè per la sua gamma di profumi (viola, rosa appassita, spezie) e le sue note leggermente aromatiche che bene si prestano ad accompagnare non solo i piatti della tradizione piemontese ma anche quelli della cucina orientale. Da pochi anni accanto alla tipologia più adatta alla pronta beva è prevista anche la versione Riserva che prevede un periodo di invecchiamento minimo di ventiquattro mesi di cui almeno dodici mesi in botti di legno .
Un vino, il Ruchè, che pur essendo prodotto principalmente in una tipologia di pronta beva sta dimostrando di evolvere in bottiglia riservando piacevoli sorprese a distanza d’anni.