La Cantina di Soave, che nel tempo ha aggregato diverse realtà cooperative del territorio, è una delle cooperative più forti e innovative d’Italia e detiene quote di produzione molto alte, in vari casi maggioritarie, dei principali vini veronesi (non solo del Soave ma anche della Valpolicella e dei Monti Lessini).
Lo scorso 20 settembre c’è stata l’inaugurazione ufficiale dei nuovi stabilimenti, dopo tre anni di lavoro, alla presenza delle più alte autorità tra cui il Presidente della regione Luca Zaia. Un tempo relativamente breve considerata la grandezza e la complessità dell’opera, che ha comportato, in accordo con il Comune di Soave, una profonda riorganizzazione urbanistica di un intero quartiere al fine di ottimizzare l’integrazione armonica della struttura con il paese, il territorio e il paesaggio. Opere di cui si è fatta carico, a livello economico, interamente la cantina.
Si tratta della totale riorganizzazione del quartier generale, su una superficie di oltre 11 ettari, di cui 35 mila mq coperti, a partire dalla fase di conferimento per arrivare all’imbottigliamento, allo stoccaggio, alla logistica, agli uffici:
- magazzino automatizzato: capacità 17 mila posti pallet (8 mln di bottiglie);
- affinamento automatizzato su una superficie di 4 mila mq, che alimenta le due linee di imbottigliamento in maniera completamente automatica, in modo da avere il controllo totale su ogni operazione, con un margine d’errore che rasenta lo zero;
- due nuove linee di imbottigliamento con un potenziale di 80 milioni di bottiglie l’anno. Per CDS significherà imbottigliare tra il 50 e il 60% del conferito dei soci (uva di proprietà perché la principale garanzia di qualità della Cantina è proprio quella di essere un’azienda a tutta filiera: dal grappolo alla bottiglia);
- ampliamento area di vinificazione/stoccaggio: capacità totale 1,6 mln hl, con l’automazione completa delle fasi di stabilizzazione tartarica, proteica e biologica;
- nuovo depuratore sotterraneo di tipo tradizionale (aria e fanghi attivi) con una capacità di 25 mila abitanti equivalenti;
- nuova ala uffici e rifacimento dell’ala preesistente, per un totale di circa 1200 mq.
La fase “espansiva” di Cantina di Soave, durata circa un ventennio, ha visto l’azienda impegnata in un lungo processo di accorpamento di altre cantine cooperative del territorio, al fine di costituire ampie e solide basi su cui impostare le proprie strategie commerciali. In questo modo negli anni Cantina di Soave è passata da 1000 soci a circa 2300 e da 2000 ettari vitati a circa 6.500.
La grande base produttiva di cui dispone consente all’azienda di selezionare e di differenziare, mantenendosi fedele ai propri standard di qualità. Ampiamente presenti nella distribuzione moderna, i vini della Cantina di Soave sono presenti anche, con le linee di alta gamma per enoteche e ristorazione, in più di 60 paesi, e ricevono ogni anno prestigiosi riconoscimenti nei più importanti concorsi vinicoli internazionali.
L’ampliamento della base produttiva ha portato a un’inevitabile inadeguatezza nella fase industriale successiva, ovvero l’imbottigliamento. L’impianto principale, sito in Viale della Vittoria a Soave, consentiva la realizzazione di circa 30 milioni di bottiglie l’anno, vale a dire il 20% del vino totale prodotto. Questo limite del sistema ha portato Cantina di Soave a concepire l’ambizioso progetto di ampliamento. Il fine è quello di portare avanti lo sviluppo commerciale, con particolare attenzione al mercato estero. Si tratta di un sistema completo, composto da due linee di imbottigliamento realizzate dall’azienda Bertolaso, che assicurerà la gestione di 28 mila bottiglie all’ora di vino fermo, frizzante e spumante. L’impianto è caratterizzato da un elevato grado di automazione, che permette più efficienza nei cambi formato e una maggiore qualità nel packaging. Una volta impostato tutto, ogni macchina che compone l’impianto si auto-setta da sola: lo scopo dell’automazione è quello di ridurre il margine di errore.
Una forte attenzione all’impatto ambientale si è concretizzata in tutte le parti del progetto: dall’adozione di soluzioni edilizie con edifici e infissi a basso scambio termico alla posa di ampie metrature di pannelli solari, alla raccolta delle acque meteoriche, alla realizzazione di un impianto di depurazione interamente interrato di capacità equivalente al fabbisogno di una città di 25.000 abitanti.
«Quella di Cantina di Soave è un’evoluzione instancabile e continua – spiega il Direttore Generale Bruno Trentini – sempre nel pieno rispetto delle proprie origini, della grande tradizione di cui è orgogliosa erede, oltre che dell’ambiente, che è il bene più prezioso. L’innovazione è essenziale proprio per portare avanti quei valori che da sempre sono l’anima della storica casa vitivinicola: la valorizzazione delle denominazioni del territorio e il rafforzamento dei brand aziendali. È proprio questa evoluzione che ha permesso alla Cantina di ottenere il prestigioso titolo Italian wine producer of the year, dall’IWSC – International Wine & Spirits Competition, storico e autorevole concorso enologico internazionale. Ed ora abbiamo completato anche questa grande opera che definirei un ambizioso obiettivo raggiunto, che ci permette di consolidare il nostro status di azienda a tutta filiera “dal grappolo alla bottiglia” e di continuare ad essere un solido punto di riferimento per i nostri viticoltori».
da Comunicato della Cantina di Soave