Giugno 2023

La DOC Garda presenta la prima carta dei suoli transregionale

La Carta dei Suoli della Denominazione DOC Garda è stata presentata nel contesto del convegno “Vini e territorio del Garda Doc”, tenutosi nei giorni scorsi a Gardone Riviera

La DOC Garda presenta la prima carta dei suoli transregionale

Elisabetta Tosi

Una carta che è al tempo stesso uno strumento di lavoro e di comunicazione del territorio. La prima carta transregionale dei suoli della DOC Garda risponde a questo duplice obiettivo: dare ai produttori uno strumento che li aiuti a comprendere meglio – e quindi a pianificarne la gestione – i terreni sui cui sono piantati i loro vigneti, trasmettendo agli appassionati del vino il messaggio di un pezzo d’Italia che non è solo molto bello, ma anche dotato di una vocazionalità alla viticoltura che risale all’alba della sua storia.

Per far questo però, anziché pubblicare l’ennesimo libro, il Consorzio del Garda DOC ha scelto di affidarsi alla suggestione delle immagini. Con la collaborazione della media agency Kondoo di Gallarate, ha realizzato un breve video di poco più di 10 minuti (presto disponibile anche nei canali social del Consorzio) nel quale, con rigore scientifico ma con un linguaggio comprensibile a tutti, vengono fornite le principali chiavi di lettura del paesaggio dell’entro-terra gardesano, fino alle colline dell’estremo Est del Veronese. La DOC Garda infatti insiste su tre Comuni (Brescia, Mantova, Verona), due regioni (Veneto e Lombardia) e ben 10 denominazioni storiche: Valtenesi, San Martino della Battaglia, Lugana, Colli Mantovani, Custoza, Bardolino, Valpolicella, Valdadige, Durello, Soave.

La carta dei suoli

La Carta dei Suoli della Denominazione DOC Garda è stata presentata nel contesto del convegno “Vini e territorio del Garda Doc”, tenutosi nei giorni scorsi a Gardone Riviera, nell’auditorium del Vittoriale degli Italiani, la spettacolare dimora in cui passò i suoi ultimi anni di vita il poeta-eroe Gabriele D’Annunzio: con i suoi 300 mila visitatori l’anno, è oggi la casa-museo più visitata al mondo. “Questo documento rappresenta un punto di arrivo di diversi studi promossi dal Consorzio, condotti negli ultimi anni, a testimonianza del continuo impegno ed investimento di Garda DOC nel campo scientifico – ha detto il presidente del Consorzio Garda DOC Paolo Fiorini – L’obiettivo era dare ai produttori uno strumento che permettesse loro di parlare in modo più organico del nostro territorio. La realizzazione di questo progetto, perciò, rappresenta per noi un ulteriore passo avanti nel percorso di crescita e promozione di una denominazione che è nata nel 1996 per dare un riconoscimento ufficiale ad una serie di vini varietali che non rientravano nelle dieci DOC storiche”.

Il territorio

Un territorio che abbraccia un arco collinare di 60 chilometri non può che essere estremamente vario, come hanno rivelato gli studi geo-pedologici fatti negli ultimi 25-30 anni. Per avere un quadro unico e completo occorreva riprenderli in mano uno alla volta e sistematizzarli, attualizzandoli con rilevamenti di campagna e uniformandoli da un punto di vista del linguaggio e delle metodologie di ricerca utilizzate. Un lavoro che ha impegnato per oltre un anno Giuseppe Benciolini, pedologo specialista in rilevamento e elaborazione dei suoli: “Ciò che più caratterizza i suoli della DOC Garda è la sua pedodiversità – ha spiegato – Ho coniato questo neologismo per esprimere la sorprendente varietà di suoli di questa denominazione. Questa vasta area infatti racchiude numerosi tipologie diverse di terreni, risultato finale della grande varietà di processi geologici e geomorfologici che si sono verificati nel nostro continente negli ultimi 200 milioni di anni”. La pedodiversità che interessa la fascia collinare delle dieci DOC è il risultato a sua volta di una grande varietà di fenomeni di formazione delle rocce, e il suolo è al centro di questo particolare ecosistema: “E’ la sintesi di ciò che è accaduto, che accade e che accadrà – ha continuato Benciolini – La sua evoluzione nel tempo è determinata da una serie complessa di dinamiche geomorfologiche”. Dai terreni più antichi, rossastri per la presenza di ossidi di ferro, a quelli calcarei, dai  terreni vulcanici ai depositi alluvionali di fondovalle, fino agli anfiteatri morenici, sono almeno 24 i diversi profili di suolo individuati: combinati alla morfologia del territorio, alle diverse esposizioni e alla particolare climatologia formano un unicum irripetibile. “Si potrebbe dire che quella della DOC Garda è una produzione caratterizzata da una mediterraneità gardesana – ha commentato il presidente Fiorini – Il grande bacino del lago influenza il clima delle aree circostanti, e al tempo stesso le caratterizza con la presenza di alcune specifiche brezze, come la famosa Ora del Garda (che soffia da sud verso nord nel pomeriggio fino al tramonto, n.d.r)”. Quanto alla produzione, sono 31 mila gli ettari rivendicati nel 2022. Da questi  sono usciti 371 mila quintali di uva, (nel 2016 erano solo 78 mila,) pari a circa 20 milioni di bottiglie di vini bianchi e rossi, fermi e spumanti, prodotte da 250  tra cantine private e cooperative: “Il nostro obiettivo è far capire il ventaglio di opportunità che questa DOC può offrire, muovendoci parallelamente e senza mai entrare in contrasto con le denominazioni storiche del territorio – ha detto Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio. – Come denominazione, l’intento è mettere tutti gli utilizzatori in condizioni di sfruttare al massimo quello che questo areale può dare”.