Aprile 2020

La gestione della solfitazione in vinificazione

Dosaggio rapido dell’acetaldeide e dell’anidride solforosa direttamente in cantina.

La gestione della solfitazione in vinificazione

L’anidride solforosa è il conservante più comunemente usato in vinificazione. Vi sono composti, quali l’acetaldeide, in grado di legare l’anidride solforosa limitandone l’efficacia, con la conseguenza di doverne utilizzare dosi elevate e rischiare di superare i limiti di legge e/o creare reazioni allergeniche nei consumatori sensibili. L’acetaldeide è il risultato del metabolismo del lievito ed è un sottoprodotto della fermentazione alcolica: per ridurne la formazione è fondamentale ottimizzare le condizioni di fermentazione. Il dosaggio accurato dell’acetaldeide e della frazione libera e totale dell’anidride solforosa, seppur spesso impegnativo per costi e risorse (HPLC e titolazione), è il mezzo migliore per gestire al meglio la solfitazione. I kit enzimatici R-Biopharm permettono di quantificare tutti e tre questi parametri, direttamente in cantina, con procedure semplici e rapide. In particolare, i nuovi kit Enzytec™ Liquid SO2-Total ed Enzytec™ Liquid SO2-Free, sfruttano uno specifico cromogeno (brevettato), che in presenza di solfiti, porta, in soli 5 minuti, ad un incremento di Abs a 340 nm, stechiometricamente correlato al quantitativo di solfiti presente nel campione. La densità ottica a 340 nm viene misurata con l’ausilio di un semplice fotometro a filtri (in alternativa con uno spettrofotometro), oppure con analizzatore automatico multi-parametro i-Magic M9. Ogni kit contiene tutti i reagenti necessari all’analisi: soluzione tampone, cromogeno, enzimi ed un test di controllo. I tempi di analisi sono estremamente brevi: in soli 20 minuti è possibile conoscere la concentrazione di questi tre parametri in un vino, con procedure manuali. Utilizzando l’analizzatore automatico i-Magic M9, si raggiunge, invece, una produttività analitica di 80-100 campioni/ora.