Agosto 2020

La scure di Trump risparmia ancora il vino italiano

Scongiurato nuovamente il rischio dei dazi, che restano tuttavia su formaggi e salumi

Dopo un nuovo round di decisioni politiche tariffarie gli Stati Uniti confermano che non ci saranno dazi sui vini italiani, mentre rimangono pesantemente colpiti i vini francesi non spumanti.

Secondo le elaborazioni su base dogane dell’Osservatorio del Vino di Uiv (Unione italiana vini) il valore delle vendite del vino made in Italy sul mercato statunitense nel primo semestre di quest’anno sfiora 1 miliardo di dollari, in crescita sia a volume (+2,9%) che a valore (+1,8%) sul pari periodo 2019.

Gli USA hanno registrato un calo complessivo delle importazioni di vino (-10%, a 2,8 miliardi di dollari), ma i vini italiani hanno comunque guadagnato, in particolare gli spumanti (+4,7%). Più stabili le vendite di vini fermi, che hanno probabilmente eroso quote dei francesi, i quali, vittime dei dazi aggiuntivi, chiudono il semestre a -37% per questa categoria.

Restano invece in vigore le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

Gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%).

«Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «L’Unione Europea – ha aggiunto Prandini – ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione proprio all’inizio di agosto di sei anni fa ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy 1,2 miliardi ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. Al danno peraltro si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese – ha concluso il presidente della Coldiretti – si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna».