Vini e altri prodotti agroalimentari europei potrebbe subire nuovi e più pesanti attacchi dopo la prima tornata di dazi di ottobre, che avevano risparmiato i vini italiani ma non i francesi e non i nostri formaggi e salumi. Se allora si era imposto un dazio all’ingresso del 25% ora si minaccia di alzare la posta fino a un ipotetico 100%.
La prospettiva sta ovviamente seminando il panico tra i produttori europei, ma anche in USA molti operatori si stanno dando da fare per cercare di fermare tale follia. Il “business” del vino europeo infatti coinvolge il lavoro di centinaia di migliaia di persone, tra importatori, distributori, negozianti, ristoratori, trasportatori, siti di vendita online, in quello che è il più grande mercato del vino del mondo, e che dipende in larga misura dall’importazione dall’Europa.
In una lettera inviata alla Casa Bianca (nella foto di apertura) il notissimo giornalista e critico Antonio Galloni ricorda che in USA il mercato del vino vale 68 miliardi di dollari, tra vendite e ospitalità, e impiega 1,74 milioni di lavoratori. Il 75% delle importazioni viene dall’Europa. Le nuove tariffe prospettate dal 25 al 100%, avrebbero un effetto devastante su tutti questi lavoratori e sulle loro famiglie, oltre che sui viticoltori europei.
Infine Galloni nega che una tale politica protezionistica favorisca la produzione del vino americano, per vari motivi: L’Europa è il principale mercato di esportazione dei vini californiani, i quali sicuramente sarebbero oggetto di contromisure da parte della UE; inoltre molti vini europei hanno prezzi abbordabili per la classe media e sono quindi una “introduzione al vino” per i giovani e per i neofiti, che non trovando più vini alla loro portata si rivolgeranno ad altre bevande e non passeranno mai a un livello di prezzo superiore quale è quello dei vini californiani: la cultura del vino che si è costruita nel tempo e che ha lanciato l’economia della California vinicola rischia così di subire una brusca involuzione.
“Trump – ci scrive un lettore dall’America – cerca di sollevare fiammate di patriottismo dietro cui nascondere i suoi problemi”.
E dall’America stessa arriva una petizione da firmare per convincere a più miti consigli l’inquilino della Casa Bianca.
Invitiamo tutti a firmarla: ecco il LINK