Febbraio 2023

La Toscana dei vini 2022 si presenta

Sabato 11 febbraio a Firenze con gli appuntamenti annuali di Primanteprima e Buywine è iniziata la settimana delle Anteprime dei vini della Toscana

La Toscana dei vini 2022 si presenta

di Alessandra Biondi Bartolini

Si è aperta a Firenze sabato 11 febbraio, con gli appuntamenti annuali di Primanteprima e Buywine la settimana delle Anteprime dei vini della Toscana 2023, che proseguirà poi fino a venerdì con la presentazione delle diverse DOC e DOCG, Chianti, Morellino di Scansano, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano e le Doc più piccole riunite nell’evento finale dell’Altra Toscana.

Al termine degli interventi istituzionali e soddisfatta la passerella delle celebrities toscane riconvertite alla viticoltura (nel 2022 era stata la volta di Gianna Nannini, quest’anno lo spazio è andato all’ex capitano della Fiorentina Dario Dainelli), i protagonisti sono stati i numeri nel rapporto di ISMEA riportati da Tiziana Sarnari.

La Toscana in numeri: molte luci e qualche ombra sulle quali riflettere

Dopo la flessione del 2021 la produzione dei vigneti toscani, nonostante la stagione difficile e siccitosa, è tornata al di sopra della media degli ultimi anni con 2,3 milioni di ettolitri di vino prodotto, posizionandosi al settimo posto in Italia con una quota del 5% del totale.

A caratterizzare le produzioni toscane sono l’alta percentuale di vini DOP (il 95% rispetto al 62-64% della media nazionale), iscritti alle 52 DOC e DOCG della Regione, ma anche l’elevata percentuale di vigneto biologico (il 40% della superficie vitata regionale, con una quota di vino certificato tuttavia ancora bassa rispetto alla potenzialità) e la scarsa rappresentatività delle realtà cooperative, che coprono solo il 19% della produzione a fronte di un dato nazionale del 50%.

Secondo le prime elaborazioni, ancora provvisorie, nel 2022 sono stati imbottigliati 1,3 milioni di ettolitri di DOP, in flessione del 7% rispetto all’anno precedente, mentre l’IGP è scesa dell’8%, con 626 mila ettolitri.

Le esportazioni 2022 dei vini toscani continuano il trend di crescita degli ultimi anni e segnano nel 2022 un +7% in valore, mentre si registra una lieve flessione nei quantitativi (-3%) in linea con il dato nazionale.

La domanda di vini DOP toscani si concentra soprattutto nei Paesi extra UE (67% e 72% rispettivamente in volume e in valore). Tra i tre principali mercati di USA, Germania e Canada, si registrano tuttavia andamenti diversi, con le vendite oltreoceano che crescono (+ 17% in Usa e + 10% in Canada), mentre la domanda dentro i confini comunitari e nel Regno Unito scende sia in volume che in valore. Una speranza o forse più che altro una curiosità visto il dato di partenza molto basso, viene dalla crescita del 31% in valore dei vini toscani sul mercato francese.

Occorre però ricordare che lo scenario rispetto alle prospettive del tutto positive del dopo pandemia, è cambiato e ha portato al suo interno una forte instabilità con la guerra in Ucraina e l’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia, che hanno imposto l’aumento dei prezzi alla produzione.

Qualche preoccupazione in più arriva dalla domanda interna. L’incremento dei prezzi, la riduzione della capacità di acquisto e la propensione per i consumi fuori casa ha interrotto il trend post-pandemico e ha portato a registrare un complessivo calo degli acquisti in grande distribuzione. Il vino made in Tuscany non fa eccezione: nel 2022 le DOP toscane hanno registrato una riduzione del 10,6% in termini di volume, a fronte di un calo di circa il 6% per il comparto vino nel complesso. In termini di spesa i vini IGT Toscani mostrano invece per il secondo anno consecutivo una dinamica positiva con un +2,8% dopo il +3,5% dello scorso anno. La nota negativa arriva dal fatto che gli attuali volumi acquistati sono inferiori al periodo pre-pandemia.

Cambiano i consumi e cambiano anche i consumatori con il ritorno dell’interesse per le denominazioni toscane delle famiglie di wine lovers over 60, con reddito medio-alto, residenti nel Centro Nord e in particolare nelle regioni del Nord Est.

Continua a essere trainante infine per la Toscana, ha spiegato Roberta Garibaldi, esperta di turismo del vino e docente all’Università di Bergamo, il settore dell’enoturismo, con il ritorno dell’incoming statunitense e la conferma ormai consolidata dei turisti italiani, interessati alle esperienze legate al vigneto e alla cantina. Un trend che le cantine toscane stanno affrontando con professionalità, creando nuove proposte e introducendo strumenti digitali per intercettare i bisogni dei visitatori e profilarne le caratteristiche, ma che presenta ancora dei vuoti da colmare, soprattutto nella promozione e nell’integrazione con il resto della proposta turistica e culturale.

Il premio Kyle Phillips per il giornalismo enogastronomico

L’evento di sabato 11 è stato infine l’occasione per la proclamazione del vincitore del Premio Kyle Phillips 2022, organizzato da ASET Associazione della Stampa Enogastroagroalimentare della Toscana, quest’anno assegnato a Fabio Rizzari. Il concorso, intitolato a Kyle Phillips, giornalista e critico enogastronomico prematuramente scomparso, premia ogni anno le penne che secondo la giuria dei soci ASET si distinguono per indipendenza e serenità di giudizio, curiosità professionale, franchezza, brillantezza nella scrittura, mancanza di pregiudizi e sobrietà. Fabio Rizzari, con un passato nella rivista Ex Vinis di Luigi Veronelli, firma del Gambero Rosso e curatore dal 2003 al 2014 della guida I Vini d’Italia dell’Espresso, è autore per testate specializzate italiane e straniere, come Vitae dell’Ais e Vinifera di Jacques Perrin, e si distingue per i giudizi e i commenti mai “allineati” e sempre vivaci espressi a proposito del mondo vinicolo e dei fenomeni che lo attraversano. Caratteristiche che anche i lettori di Millevigne hanno potuto apprezzare nell’editoriale dell’ultimo numero della rivista che portava la sua autorevole firma, e nel quale Rizzari parlava senza peli sulla lingua del passato, presente e futuro della critica enologica. Per chi volesse può leggere l’articolo a questo link: http://www.millevigne.it/articoli-rivista/la-critica-enologica-in-italia-negli-ultimi-trentanni/