A circa 10 mesi dalla presentazione della candidatura, dopo circa quattro anni di lavoro, le colline terrazzate della Valpolicella, che accomunano un paesaggio formato da coltivazioni di vite secondo pratiche tradizionali, coltivazioni di olivo e ciliegio, prati arborati, contrade e borghi, oltre 100 ville venete e pievi antiche, sono state iscritte dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici, con decreto n. 328704 del 16 luglio 2021. Alla notizia dell’iscrizione, grande l’entusiasmo espresso da Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, capofila del progetto di candidatura, che ha visto partecipi i Comuni di Negrar, Marano, Fumane, San Pietro e Sant’Ambrogio, il Dipartimento di Economia Aziendale dell’l’Università di Verona e il GAL Baldo Lessinia.
Daniele Accordini, direttore della Cantina di Negrar, riferisce: “Il territorio iscritto dal Mipaaf, la cui commissione ha confrontato i dati dell’uso del suolo in Valpolicella nell’arco di 64 anni, dal 1954 al 2018, corrisponde al 66,75 per cento della Valpolicella classica, che coincide, in pratica, con la Valpolicella storica, in cui il paesaggio, dietro cui non c’è solo un valore economico ma bellezza, la fa da padrone. E dietro a un bel paesaggio, ci sono buon vino e buoni stili di vita, cose che tutti noi cerchiamo”.
“Raggiunto questo importante traguardo, il prossimo passo sarà quello di candidare la Valpolicella storica a sito patrimonio mondiale dell’agricoltura secondo il programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) avviato dalla FAO”, dichiara il presidente Bighignoli.
foto Cantina di Negrar