Giugno 2023

L’ecologia delle parole a Circonomia

L’ottava edizione del Festival dell’Economia Circolare e della Transizione Ecologica ad Alba ha offerto molti spunti di riflessione sulla comunicazione ambientale che vogliamo condividere con i nostri lettori, benché l’argomento esuli dall’informazione prettamente tecnica del settore

L’ecologia delle parole a Circonomia

Gabriela Tirino

Dal 25 al 27 maggio Alba ha ospitato Circonomia Lab, la sessione primaverile del Festival dell’Economia Circolare e della Transizione Ecologica. Giunto alla sua ottava edizione il festival prevederà anche un secondo appuntamento dal 14 al 23 settembre Circonomia Live.
Come hanno sottolineato il direttore artistico Roberto Cavallo e il direttore scientifico Roberto Della Seta, l’economia circolare e la transizione ecologica sono argomenti ricorrenti sui media e occorre diffondere la consapevolezza tra i cittadini che non si tratta di temi astratti.
Questo è l’obiettivo di Circonomia e proprio da questo intento nasce l’esigenza di riflettere su come viene comunicata l’istanza ecologica.
In questo senso è stato particolarmente incisivo l’evento di venerdi 26 maggio dedicato ai giornalisti, dal titolo “L’ecologia delle parole”, che ha visto l’intervento di relatori di rilievo, tutti d’accordo con Francesco Ferrante di EPRComunicazione che ha esordito la giornata dicendo:
“La comunicazione è una vicenda importante ed è un ruolo di responsabilità”.
I giornalisti, ormai, si trovano a qualsiasi livello a dover affrontare tematiche relative all’emergenza
climatica e alla crisi energetica. Anche chi scrive di cronaca in provincia si misura sempre più
spesso con eventi collegati a tali dimensioni, come vediamo sempre più spesso, purtroppo. Ecco
perché formare i comunicatori è un’operazione imprescindibile per informare efficacemente i
cittadini e le istituzioni.
Gianni Squittieri della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per esempio, si è soffermato su
una lettura della nuova proposta di normativa europea sugli imballaggi e sulle dinamiche che
vedono il governo italiano contrario alla sua attuazione.
Parlare di comunicazione ambientale è complesso ha sottolineato Mario Salomone giornalista,
scrittore ed educatore, da sempre impegnato nella costruzione di una cultura ambientale e della
sostenibilità ed esponente della rete WEEC. La comunicazione ambientale tocca vari piani, ha una
finalità trasformativa e i suoi elementi fondanti devono essere l’etica e la competenza.
La forma è sostanza e le stesse parole che si scelgono hanno un peso, come hanno ricordato
Patrick Facciolo, coach ed esperto di public speaking di Parlarealmicrofono.it, e Greta Castellini
ricercatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e studiosa di psicologia dei consumi e
sostenibilità ambientale.
Le parole sono scatole vuote e, se vi si lascia troppo spazio vuoto, si lascia che ognuno le riempia
a proprio modo. Per comunicare l’ecologia occorre evocare immagini, perché il grande pubblico
tende a ignorare termini astratti. La comunicazione può essere un vero e proprio “intervento”,
finalizzato ad attivare relazione di causa ed effetto sui comportamenti, a presentare casi a cui
ispirarsi ed engagement, con l’obiettivo chiaro di non mortificare i destinatari, ma coinvolgerli.
In tale modo si può stimolare “apprendimento” e come ha spiegato Bianca La Placa, giornalista e
formatrice di WEEC, occorre un giornalismo costruttivo e di soluzione, consapevole di educare
attraverso forme di apprendimento informale.