Marzo 2021

Mario Pezzotti alla Fondazione Mach

Il genetista sarà il nuovo dirigente del Centro Ricerca e Innovazione.

Mario Pezzotti alla Fondazione Mach

di Maurizio Gily

 

La Fondazione Mach di San Michele all’Adige comunica che nella seduta del 30 marzo 2021 il Consiglio di amministrazione  ha nominato il nuovo direttore del Centro Ricerca e Innovazione per la durata di un triennio nella persona del Prof. Mario Pezzotti.

Al Prof.  Pezzotti, ordinario di genetica agraria all’Università di Verona, selezionato tra dieci candidati di alto profilo scientifico, è affidato il compito di attuare nell’ambito della ricerca le linee programmatiche contenute nei documenti strategici approvati dal CdA in campo agricolo, alimentare e ambientale.

Al “Prof” vanno le nostre congratulazioni e i nostri più fervidi auguri di buon lavoro, in un momento in cui  la genetica agraria , anche per il settore vitivinicolo, vive un momento di transizione estremamente importante e delicato.
Il tempo in cui viviamo è  straordinario, come stagione di progresso delle conoscenze e delle tecniche in campo genetico, tali da aprire scenari di grandi speranze, in campo medico e in  altri campi della biologia,  ma anche,  in alcuni casi, scenari inquietanti sotto il profilo bioetico. Il che va tenuto sempre presente, perché con il genoma non si può scherzare: ma senza che la genetica venga messa sotto accusa  in modo irrazionale e sulla base di pregiudizi e  convinzioni errate, come spesso avviene anche nel nostro settore. Anzi, soprattutto nel nostro settore: infatti nessuno o quasi ha da obiettare quando serve a curare o prevenire le nostre malattie, ma non è così per quelle delle piante. Forse perché non siamo piante…
Con il Prof. Pezzotti abbiamo da tempo un dialogo aperto su questi temi  e ci auguriamo che il suo nuovo ruolo sia un’occasione per aprirlo ancora di più verso i nostri lettori.
C’è bisogno di conoscere e di confrontarsi. Il laboratorio del futuro, in questo campo, dovrà essere  anche un laboratorio delle idee. Nel rispetto di quelle di tutti, senza che nessuno pretenda di zittire dalla cattedra  chi vede le cose in modo diverso,  ma anche senza mettere sullo stesso piano la conoscenza e l’ignoranza, perché non lo sono.