Nella discussione sulla regolamentazione del potenziale viticolo europeo, che si svolge a Bruxelles tra rappresentanti del Parlamento e del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura, parrebbe delinearsi una linea di continuità con l’attuale sistema delle autorizzazioni ai nuovi impianti, da estendere fino al 2045.
Quindi non saranno consentiti aumenti di superfici superiori all’1% annuo su base nazionale. Fra i tre grandi produttori europei l’Italia è l’unica che nell’ultimo triennio ha sfruttato pienamente la possibilità di questo aumento, soprattutto in relazione alla crescita del fenomeno Prosecco.
Nessuna liberalizzazione all’orizzonte quindi, e nessuna possibilità di trasferimento dei diritti di reimpianto tra aziende e regioni, che erano possibili fino al 2016.
Potrebbe invece esserci un allungamento dei tempi per effettuare i reimpianti in azienda, il che consentirebbe una maggiore flessibilità.