di Cinzia Montagna
Non poteva che essere una villa nobiliare il contesto dell’evento organizzato in Oltrepò Pavese lunedì 26 settembre e dedicato al Pinot nero, vitigno e vino aristocratico per antonomasia. “Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze” il titolo della giornata, la Tenuta Pegazzera di Casteggio l’ambiente che l’ha ospitata. La storia della Tenuta è un racconto di una delle particolarità di questa zona, vocata alla coltivazione delle viti e alla produzione del vino da millenni. Lo testimoniano vari reperti antichi, alcuni dei quali custoditi nel Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese, luogo di cultura e colture, comprese quelle della conservazione del vino e dei suoi strumenti. E’ nel Museo casteggiano che si trovano, per esempio, una foglia di vite in bronzo, di epoca romana, probabile ornamento di un candelabro, e una grande dolio, contenitore in terracotta per alimenti, fra cui il vino, mentre risalgono all’epoca rinascimentale e barocca i calici da vino in vetro che componevano un servizio completo e che furono rinvenuti a Stradella alcuni anni fa. La storia raccontata dalla Tenuta Pegazzera è quella di un passaggio di proprietà dai nobili che la possedevano a uno dei più prestigiosi collegi di Pavia. Il passaggio avvenne nel 1698 e il collegio era – ed è – il Borromeo. La villa fu costruita sul sito della preesistente dimora padronale a partire dagli anni appena successivi all’acquisto, fra il 1703 e il 1718, ed era destinata ad accogliere studenti e personale del collegio pavese durante il periodo estivo. Luogo di “ozio” in senso latino di riflessione, lettura e studio, con il suo bel parco all’italiana ricco di piante pregiate, ma anche luogo dove erano allestiti spazi per la lavorazione delle uve provenienti dai numerosi ettari della Tenuta e il cui vino era destinato ai pasti in collegio. Quanto accaduto nella storia della Tenuta Pegazzera (dal 1967 di proprietà privata), è uno dei frequenti casi che collegano collegi, Istituiti ed Enti storici di Pavia con l’Oltrepò. Il Vescovo di Pavia aveva sin dal Medioevo in Oltrepò una sua “mensa”, cioè terre ed allevamenti da cui prelevare vini, grani e carni, e così accadde anche per chiese e conventi, proprietari di beni in collina. La nascita dei collegi a Pavia reiterò la consuetudine di acquisizione di terre nell’area collinare del territorio pavese, fertile e beneficiato dalle tecniche di bonifica e coltivazione introdotte dal non lontano monastero fondato da San Colombano a Bobbio e anche da un clima più ventilato rispetto alla città.
L’eleganza della villa Pegazzera ha, quindi, ben armonizzato con il Pinot nero nella giornata di lunedì 26 settembre, seconda edizione dell’evento, con un numero di aziende partecipanti in netta crescita rispetto al 2021. I produttori presenti con i loro vini sono stati 34, 14 in più della prima edizione. Ospiti ristoratori, enotecari, agenti e sommelier, oltre ad una selezione di giornalisti nazionali e internazionali. L’idea nata lo scorso anno da un gruppo di cantine è stata condivisa dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, come sottolineato dal Direttore, Carlo Veronese: “ L’idea che il Consorzio ha sposato pienamente è stata quella di celebrare e valorizzare il Pinot Nero e le sue due anime, quella elegante della vinificazione in rosso e quella pregiata della bollicina Metodo Classico anche in versione Rosé.
Questo evento sta diventando un appuntamento riconosciuto a livello nazionale per le eccellenze che si possono incontrare, in un momento in cui la DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico è in forte crescita con un 23% in più dell’anno precedente”. Parere positivo anche dalla Presidente del Consorzio Gilda Fugazza, che, nell’incontro in Conferenza Stampa alla presenza di una cinquantina fra giornalisti e comunicatori, ha indicato come “La forza del gioco di squadra dimostrato dai produttori durante questo appuntamento sta dando i suoi frutti e ha reso Oltrepò Terra di Pinot Nero una vetrina di grande valore. Il nostro territorio, il terzo per produzione di questo vitigno dopo la Champagne e la Borgogna, è un’area unica che stiamo valorizzando per le sue peculiarità: dal terroir, alla mano dei nostri instancabili viticoltori”.
Questo l’elenco delle Aziende presenti: Alessio Brandolini, Azienda Agricola Bio Quaquarini Francesco, Azienda Agricola Cà del Gè, Azienda Agricola Torti L’Eleganza del Vino, Azienda Agricola Pietro Torti, Azienda Riccagioia, Ballabio, Berté & Cordini, Bosco Longhino, Bruno Verdi, Cà di Frara, Calatroni Vini,Cantina Scuropasso, Cantine Cavallotti, Castello di Cigognola, Conte Vistarino,Cordero San Giorgio, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, Giulio Fiamberti, La Genisia, La Piotta, La Travaglina Azienda Agricola, Le Fiole, Manuelina, Marchese Adorno, Monsupello, Montelio, Oltrenero, Prime Alture Winery & Resort, Rossetti & Scrivani, Tenuta Mazzolino, Tenuta Travaglino. Oltre all’area espositiva dedicata alla conoscenza diretta dei produttori e a degustazioni libere, due le MasterClass dedicate alle due “anime” del Pinot Nero dell’Oltrepò, quella condotta da Filippo Bartolotta sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC vinificato in rosso e quella condotta da Chiara Giovoni sull’Oltrepò Pavese DOCG Metodo Classico Pinot Nero. Sicuramente convincenti le espressioni di Pinot Nero in assaggio, a conferma della vocazionalità certa della zona sul piano produttivo, ma anche della competenza di lavorazione delle Aziende, con livelli raggiunti di alta qualità e con la capacità di proporre vini identitari, non omologati. Un segnale forte di come l’Oltrepò Pavese si confermi protagonista, attraverso la sua punta di diamante che è il Pinot Nero, nel panorama nazionale, anche sostenuto da un grande potenziale di storytelling di vino e di territorio.