Monica Massa
“Un progetto che è rimasto 15 anni nel cassetto, fino a quando, anche attraverso gli scritti di mia madre, ho deciso di unire le due vite di mio papà, quella dell’internato militare e quella dello statista, del politico e dell’oratore, impegnato a tutelare una eccellenza del Made in Italy, il vino, con la promulgazione della legge sulle DOC” ci ha detto l’autore Andrea Desana.
Infatti se molto si conosce della vita e dell’impegno di Paolo Desana per la promulgazione di una legge che, dopo oltre cinquant’anni di tentativi non andati a buon fine e con molto ritardo rispetto alla Francia, metteva ordine e chiarezza in un settore importantissimo per l’economia del Paese, meno è stato raccontato degli anni della sua gioventù e delle esperienze nei campi di concentramento tedeschi che senz’altro lo portarono ad affinare le sue capacità di mediazione e di compromesso – nel senso positivo del termine- che lo aiutarono a raggiungere l’obiettivo per il quale divenne nel 1963 il “Padre delle DOC” con il D.P.R. 930/1963.
Lo spartiacque tra le due vite di Paolo Desana è rappresentato proprio dalla foto che fa da copertina al libro e che lo ritrae impegnato a Cardona di Alfiano Natta (AT) in uno dei suoi primi comizi politici, nell’agosto del 1946. Il volto emaciato e la magrezza della foto sono eredità dei suoi 23 mesi di prigionia come Internato Militare Italiano, uno dei 650.000 soldati italiani che nel momento dell’armistizio si rifiutò di aderire alla repubblica di Salò e per questo fu deportato in Germania da cui tornò dopo 23 mesi di campi di lavoro, di fame, di botte e di schiavitù. Paolo Desana riuscì a sopravvivere, ma degli altri 650.000 prigionieri ben 50.000 trovarono la morte nei campi di concentramento tedeschi.

Un passato tragico di cui Paolo Desana, come tanti altri sopravvissuti, aveva raccontato poco fino a quando, dopo la lunga carriera politica a servizio veramente del Bene Comune e in particolare con la promulgazione della legge sulle Doc del 1963, nel 1990 si ammala gravemente di un tumore al cervello che, a parere dei medici, come scrive Andrea Desana nel libro, poteva essere riconducibile alle bastonature ricevute negli ultimi giorni del suo internamento. Per la prima volta, dopo tanta reticenza, Desana cerca di mettere al corrente il figlio Andrea delle esperienze vissute ai lavori forzati in Germania: “esperienze e fatti – scrive Andrea- non ancora riconosciuti e non opportunamente valutai dalla storia recente del nostro superficiale e volutamente smemorato Paese”.
Una vita , anzi due, vissute con dignità e onore, sempre con obiettivo la tutela del Bene Comune. Se a tutto ciò si aggiunge l’attività di Andrea Desana, attraverso l’Associazione “Li riporteremo a casa in Monferrato” , che ha permesso di rimpatriare, dopo non poche lungaggini burocratiche, i resti di sette IMI di origine monferrina e di realizzare nel cimitero di Casale Monferrato uno specifico Famedio a ricordo e a memoria di tutti gli IMI monferrini, si può affermare che, a oltre trent’anni dalla scomparsa di Paolo Desana, i suoi valori e il suo insegnamento morale sono ancora vivi . Piace pensare, come scrive Andrea nell’ultimo capitolo del libro, che dal 1991 , anno della sua scomparsa, Paolo Desana abbia iniziato “la sua terza ed importantissima vita. Per far ricordare con forza la memoria degli errori e degli orrori della guerra, per indicare che la politica non deve essere finalizzata al partito,…, per rimarcare l’assoluta necessità di avere una visione di lungo periodo in settori specifici dell’economia e per lasciare opere e documenti che siano strumenti ed esempio per un lavoro importante ed attualissimo ancora da portare a termine”.
Andrea Desana
“Paolo Desana la storia di due vite tra lager e vini Doc”
Euro 18,00
Edizioni Remedios
ISBN 979-12-81272-00-2