Maggio 2022

Per opportuna conoscenza e per quanto di competenza…

L’editoriale di Alessandra Biondi Bartolini per il numero 2/2022 di Millevigne

Per opportuna conoscenza e per quanto di competenza…

“…stiamo passando al paradosso mostruoso di chi considera la competenza tecnica un ostacolo alla realizzazione del liquido odoroso (il vino ndr), quasi che meno si sa e meglio si riesce”: sono alcune delle parole del nuovo Manifesto dei Viniveri di Sandro Sangiorgi e Paolo Vodopivec.

Ma non è di vini naturali che parleremo qui, non adesso. Dirò soltanto che probabilmente indulgere nella presenza di difetti che rendono spiacevole un prodotto che viene scelto per riceverne appagamento, non poteva essere una strategia che sarebbe andata lontano e soprattutto che avrebbe giovato a un settore nel quale desiderino convivere anche coloro che fanno invece vini buoni e corretti.

Vorrei invece alzare lo sguardo e riflettere sul fatto che la competenza, la conoscenza o la cultura non possono e non dovrebbero mai rappresentare un ostacolo nel mondo del vino, ma non solo.

Il socratico “so di non sapere”, stimolo al progresso e alla ricerca della conoscenza, si scontra purtroppo spesso con quello che viene definito effetto Dunning-Kruger, la distorsione cognitiva per cui spesso i più inesperti sono anche coloro che sovrastimano le proprie capacità.

Ecco in realtà produrre vino senza averne le competenze, aver studiato enologia o informarsi regolarmente, si può. Improvvisarsi produttori e lasciare al caso il processo enologico, è possibile ma comporta molti rischi e se si parla di un’attività economica, la propria attività, l’unica domanda che mi posso porre è: perché?

In un’impresa moderna, indipendentemente dalle sue dimensioni, oggi occorrono formazione, competenze, specializzazioni e al tempo stesso conoscenze trasversali, utili per condividere i linguaggi e affrontare in team le diverse situazioni. È quello che nel mondo dell’impresa si chiama modello “T-shaped”: una combinazione di competenze o abilità specialistiche e di conoscenze generaliste, che permette di mettere in relazione le diverse funzioni. È l’agronomo che dialoga con l’enologo e che insieme forniscono informazioni e collaborano con gli esperti di marketing e i comunicatori, è l’imprenditore che utilizza le informazioni di tutti per fare le sue scelte. Ma è anche la capacità di capire che per affrontare i mercati ed essere competitivi ci sono tanti specialisti e professionisti che possono fornire servizi difficili da improvvisare, avvocati, grafici, informatici ed esperti di analisi dei dati. Affidarsi al cugino che sa usare bene Excell o alla vicina per tradurre in inglese un contratto fa perdere tempo, comporta dei rischi e non porta lontano.

Il principio dell’interdisciplinarietà ha già fatto il suo ingresso in molti settori, compreso quello della ricerca scientifica: rompere le barriere e creare collegamenti tra discipline diverse, permette di raggiungere i risultati più interessanti e inattesi.

Nelle aziende anche la figura del deus ex machina, il consulente che riceve carta bianca per decidere dei prodotti e delle varietà da piantare, tiene (ahinoi) i rapporti con la stampa e accentra su di sé tutte le competenze, forse comincia a incrinarsi.

È per questo che dalle pagine di Millevigne parlano professionisti di formazione diversa, in grado di portare ognuno un contributo di informazione alla cultura tecnica e imprenditoriale del vino. Ai collaboratori di sempre, enologi, agronomi e ricercatori, si stanno unendo giuristi, legali, economisti, sensorialisti, esperti di mercato, di marketing e di consulenza aziendale, architetti, paesaggisti, artisti, storici ecc.

Nel 1620 uno studente dell’Università di Pisa di nome Francesco lasciava su un muro della sua città, a monito e imperitura memoria di coloro che lo avrebbero seguito, questa frase: “A tempo a tempo. Chi sa sa e chi non sa su danno”. Coloro che al momento giusto non hanno le conoscenze necessarie per superare gli esami, scriveva lo studente pentito forse del poco impegno, ne riceveranno un danno e sarà tutto loro. Valeva per i corsi universitari di Francesco e vale per la qualità dei vini e le sfide dei mercati per gli imprenditori vitivinicoli.