Luglio 2022

Progetto Noviagri per la viticoltura 4.0

Un progetto di innovazione del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato con il supporto della Regione Piemonte 

Progetto Noviagri per la viticoltura 4.0

di Monica Massa

E’ stato presentato l’8 luglio al Castello di Costigliole sede del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato il progetto di ricerca NoviAgri (New application Of Vegetation Indexes in AGRIculture), finanziato con la Misura 16 Operazione 16.1.1. del PSR dalla Regione Piemonte (702.801,00 costo complessivo), che ha come obiettivo l’ottimizzazione dei trattamenti con fitofarmaci, allo scopo di ridurne l’impatto ambientale e i costi, nel rispetto del piano del Green Deal  che chiede di diminuire del 50% gli agrofarmaci entro il  2030.

Il progetto NoviAgri è innovativo non solo per le tecnologie che vengono messe in campo ma perché è un lavoro che ha coinvolto diverse figure professionali, aziende ed enti che hanno collaborato in sinergia per sviluppare un modello che possa aiutare il viticoltore nella gestione della vigna per quanto riguarda i trattamenti fitoiatrici.

La sperimentazione in campo è iniziata 12 mesi fa, presso aziende vitivinicole del Monferrato aderenti al Consorzio. La finalità dello studio è realizzare un atomizzatore in grado di calibrare la dose del trattamento sulla base dei dati raccolti tramite drone in vigna (piante con virosi, densità della chioma) e gestiti da una APP per smartphone (Androide Ios) che fa uno storico della situazione e la trasmette alla macchina irroratrice. L’atomizzatore che è in fase sperimentale ha ugelli “intelligenti” in grado di interpretare i dati ricevuti e calibrare i volumi di distribuzione con la possibilità di regolare la dose in tempo reale.

“La capacità di riconoscere le piante malate e il confronto tra le annate ci farà capire quanto la diffusione della malattia è veloce e quindi valutare l’efficacia dei protocolli di difesa adottati” ha affermato Marco Vitali, consulente agronomo.

Il Professor Paolo Gay del Dipartimento dell’Università di Torino, DISAFA, coordinatore capo del progetto “Questo lavoro mi ha appassionato perché guarda avanti, supportando digitalizzazione e agricoltura di precisione. Si parte dall’attività dei tecnici nelle aziende, poi l’Università interviene portando il contributo di carattere scientifico e in ultima battuta i viticoltori che mettono immediatamente in pratica le indicazioni”.

Il rapporto  tra specialista e agricoltore sarà sempre più stretto, ha sottolineato Matteo Trotta, operatore di drone dell’azienda di consulenza informatica Greensharp: “Il rilevamento dei dati tramite drone – il prezzo di quello utilizzato per il progetto NoviAgriI è proibitivo per una piccola o media azienda, ma l’obiettivo è di arrivare a un utilizzo consorziato e utilizzando macchine che col tempo avranno costi inferiori- ha diversi aspetti positivi: non crea compattamento del terreno rispetto a una rilevazione a terra ed è molto più accurato del satellite, consentendo un telerilevamento a tre dimensioni e quindi la valutazione della densità della chioma, importantissima quando si deve intervenire coi trattamenti fitoiatrici”.

 

Giancarlo Spezia, dell’azienda omonima, è incaricato alla realizzazione del prototipo di atomizzatore con ugelli PWM (Pulse Width Modulation, modulazione dell’ampiezza dell’impulso), cioè in grado di variare i volumi di distribuzione e quindi di regolare la dose da distribuire in tempo reale, grazie a sensori che vanno a rilevare gli strati fogliari e quindi variano la distribuzione della sostanza in base al volume della chioma indirizzando anche il flusso d’aria che la trasporta in modo da evitare dispersioni. “La variazione dell’irrorazione dovrà avvenire in automatico. Si tratta di macchine complesse ma che devono essere facili da usare perché il livello dei trattoristi medi si sta abbassando sempre di più”. Con il trasferimento di queste innovazioni alle aziende si potrà aumentare l’efficacia delle strategie di difesa, diminuire l’inquinamento dovuto alla deriva dei fitofarmaci e ridurre i costi di gestione; basti pensare che si potrebbe generare un risparmio di agrofarmaco stimato fino al 40% e un risparmio di acqua necessaria al trattamento variabile da un 10 a un 40%.

L’autotaratura della macchina irroratrice verrà fatta con una App da smartphone realizzata dal CSP, organismo di ricerca  operante a livello locale, nazionale e internazionale sull’applicazione delle  tecnologie delle informazione e della comunicazione. Si tratta di una App che può gestire fino a 7 sette trattamenti e che può dialogare con tutti gli atomizzatori.

La sfida ora infatti è non solo di passare dal prototipo di atomizzatore alla sua messa in commercio, ma mettere a punto il kit di irrorazione con gli ugelli da montare su macchine esistenti in modo da consentirne l’acquisto a chi non dispone di un grosso budget.

Per  vedere la registrazione del Convegno:

https://www.facebook.com/barberadastidocg/videos/1022626341735295