Marzo 2021

Questa sera su Raiplay lo scandalo del vino al metanolo

A 35 anni di distanza la trasmissione Ossi di Seppia, il rumore della memoria, ricorda la vicenda con le testimonianze dei protagonisti e i documenti tratti dall’archivio RAI di quei giorni

Questa sera su Raiplay lo scandalo del vino al metanolo

16 marzo 1986, 16 marzo 2021

Una brutta faccenda che cambia la storia del vino italiano.  Una faccenda che fa 23 vittime e che provoca cecità e lesioni gravi a decine di persone.  Una faccenda che rivoluziona l’immagine del nostro Paese a causa di bottiglie di vino adulterato e che crea un confine con la rinascita del vino italiano di qualità.

“Ossi di Seppia. Il rumore della memoria” racconta quegli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi trent’anni della storia italiana attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuta. Un racconto seriale “non fiction” emozionale e immersivo, rivolto alla Generazione Z e ai Millennials, un antidoto per frenare la perdita della memoria collettiva.

Il 17 marzo 1986, giornali e tg danno la notizia di un vino adulterato con il metanolo, acquistato nei comuni supermercati, che arreca gravi danni alla salute. Lo scandalo scoppia quando decine di persone, ingerito il prodotto contraffatto, manifestano i sintomi dell’avvelenamento, riportano danni permanenti e in alcuni casi arrivano persino alla morte.

I carabinieri durante le indagini scoprono che i casi di decesso sono imputabili ad un sedicente Barbera, vino da tavola (in seguito la legge vieterà di usare il nome Barbera al di fuori delle DOC) e a un bianco da tavola, imbottigliato dalla ditta di Carlo e Vincenzo Odore di Incisa Scapaccino, Asti, e proveniente dalle cantine della ditta Ciravegna, di Narzole, Cuneo.

Giovanni e Daniele Ciravegna  vengono arrestati per aver fornito vino al metanolo e condannati rispettivamente a 14 e a 4 anni di carcere nel 1992.

Nella decima puntata della serie si alternano le immagini di chi quel dramma lo ha vissuto con la voce di Roberto Ferlicca, presidente del Comitato Vittime Vino al Metanolo, che ripercorre la vicenda a partire dal ricordo di quella cena quando sua madre cominciò a sentirsi male e venne portata d’urgenza in un ospedale di Milano dove diagnosticarono l’avvelenamento che le causò la perdita della vista.

Succede così qualcosa che mai nessuno avrebbe immaginato potesse accadere.

Le esportazioni di vino italiano crollano ma la reazione alla crisi e al danno di immagine dei produttori italiani onesti è unanime: da quella vicenda drammatica comincia la rinascita del vino italiano di qualità, ma non solo. Dallo scandalo del vino al metanolo si rilevano in  Italia e nelle istituzioni tutta una serie di problematiche legate alla difficoltà di tracciamento e controllo da parte degli organi preposti: a partire da quel triste 1986 si potenziano i controlli dei NAS, nasce l’anagrafe vitivinicola e si istituisce l’ICQRF.

 

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