Luglio 2021

Riprende l’export, tra luci e ombre

Segno più per Prosecco, Asti, rossi piemontesi e toscani, segno meno per i bianchi del Nordest. Exploit della Sicilia: +45% sui bianchi.

Riprende l’export, tra luci e ombre

Come riferisce un report di Wine Monitor (NOMISMA) i primi mesi del 2021 hanno segnato una ripresa media del 5% dell’export per i vini italiani, con notevoli differenze però per regioni e tipologie.
Riferisce il responsabile di Wine Monitor Denis Pantini: “E’ aumentato in particolare l’export di Prosecco (+11%), di Asti (+8%) nonché dei rossi piemontesi (+16%) e toscani (+8%) mentre si è ridotto l’export dei bianchi DOP (in particolare, quelli del Veneto hanno fatto segnare un -12%). Per questi ultimi, la riduzione ha riguardato soprattutto il mercato britannico (-31%) mentre per quelli del Trentino AA e Friuli VG (-18%), il decremento deriva soprattutto da una flessione del mercato statunitense (-32%). A proposito di USA, l’eliminazione dei dazi imposti dalla precedente amministrazione Trump ha fatto volare l’export dei rossi di Bordeaux e Borgogna in questo mercato, rispettivamente +96% e +42% nei primi 5 mesi di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2020)”.

Ma è soprattutto la Sicilia a fare il “botto”, con +45% sui bianchi e + 10% sui rossi.

“Siamo davvero molto soddisfatti dell’andamento dei nostri vini sui mercati esteri – commenta  Antonio Rallo, presidente del Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia – soprattutto dopo un 2020 davvero complicato per tutto il comparto. I dati dell’export ci fanno ben sperare per il futuro e si inseriscono in un contesto generale particolarmente positivo per i vini siciliani. Ricordo, infatti, che nei primi sei mesi del 2021 l’imbottigliamento è aumentato dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, le bottiglie prodotte dalle aziende della Doc Sicilia hanno superato i 50 milioni, contro i 46 del 2020. Si tratta di dati molto rilevanti, che dimostrano la bontà del nostro impegno quotidiano a supporto di una filiera che comprende oltre 8.000 realtà vitivinicole”.