BluAgri, negli ultimi sei anni, ha dedicato particolare attenzione alla ricerca dei meccanismi di azione e agli effetti del microbiota nei confronti della vite. Il gruppo di lavoro R&D ha effettuato più di 450.000 misurazioni in 2000 ha di prove in campo per valutare l’efficacia della nuova tecnologia BluVite. L’imponente lavoro svolto in numerose zone viticole ha dimostrato come l’utilizzo di BluVite consente di ripristinare i naturali meccanismi di interazione tra l’apparato radicale e i microorganismi del suolo incrementando l’emissione di radici secondarie responsabili dell’assorbimento dei nutrienti. Il risultato osservato nelle diverse tesi dimostra che le porzioni trattate con BluVite sviluppano una pianta più sana ed efficiente dal punto di vista della traslocazione linfatica e della fotosintesi, migliorandone l’efficienza nutrizionale.
Questi elementi risultano indispensabili nella gestione del vigneto in vista dei cambiamenti climatici in atto. Conservare la fertilità del suolo e l’efficienza della pianta consente di ottenere una mitigazione delle temperature della chioma e del grappolo, con minor degradazione dell’acidità nelle uve destinate alla produzione di basi spumanti e una maggior concentrazione di antociani e polifenoli totali nelle uve a bacca nera.
Infine, uno studio effettuato dal Prof. Simone Vincenzi dell’Università di Padova dimostra una minore presenza di proteine instabili nelle uve, mosti e vini ottenute da vigneti coltivati con BluVite ad indicare il benessere della pianta, riducendo, anche in maniera importante l’utilizzo di bentonite per la loro stabilizzazione a favore della conservazione degli aromi nel vino.