
L'Editoriale
Non sempre è più furbo chi fa più bottiglie
Di Maurizio Gily Dicembre 2019Millevigne 4/2016*** Vendere i vini sottocosto non danneggia soltanto l’azienda che lo fa.
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Millevigne 4/2016*** Vendere i vini sottocosto non danneggia soltanto l’azienda che lo fa.
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Millevigne 3/2016*** La concorrenza dei nuovi materiali ha spinto la filiera del sughero a un enorme sforzo di innovazione per superare i punti critici che questo materiale naturale, dalle proprietà meccaniche eccezionali, ha sempre presentato nel suo plurisecolare rapporto con il vino.
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Millevigne 2/2016*** E’ giunto il momento di scendere dalla cattedra .
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Millevigne 1/2016*** Riflessioni sul 2015 appena trascorso e proclamato Anno Internazionale del suolo.
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Millevigne 4/2015*** Ma all’estero conoscono molto di più il Prosecco.
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Millevigne 3/2015*** Tutta la normativa europea sul vino, dalle autorizzazioni alla coltivazione nelle varie regioni ai disciplinari di produzione delle DOP, si basa sul concetto di “vitigno”. Un vitigno è la progenie di un singolo seme, moltiplicata esclusivamente per via vegetativa al fine di conservarne intatto il genoma.
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Millevigne 2/2015*** Mettendo insieme le tre regioni, il vigneto destinato a fare uva da Pinot Grigio è enorme, quasi ventimila ettari: più di diecimila nel Veneto, quasi seimila nel Friuli, poco meno di tremila nel Trentino.
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Millevigne 1/2015*** Un’intervista postuma di Michele Ferrero, l’imprenditore albese recentemente scomparso: una straordinaria lezione di marketing di un uomo che non aveva un’istruzione superiore e faticava a parlare in italiano invece che nella madrelingua piemontese.
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Sono un ingegnere, sono tornato in Basilicata dopo quindici anni di studio e lavoro, rinunciando ad una brillante carriera per inseguire un mio sogno, quindi i discorsi presi alla larga non mi piacciono. Devo capire se puntare su questa terra come imprenditore vitivinicolo o è meglio andare altrove.
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Si discute se l’agricoltura sia un presidio del territorio, capace di frenare il dissesto (tesi sostenuta in genere dalle associazioni agricole), o, al contrario, di favorirlo, almeno quando va a sostituire la vegetazione spontanea (tesi sostenuta da alcuni ambientalisti). Possono avere ragione entrambi: tutto dipende dal contesto, dal tipo di agricoltura, e da quale sarebbe eventualmente l’alternativa (incolto? bosco coltivato? bosco naturale?).
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“Evidentemente la verità in Italia va detta con moderazione. Pardon, con continenza. Soprattutto quando si vanno a toccare aziende, gruppi e persone con le spalle più larghe delle vostre. Come Millevigne contro Espresso-Repubblica: una pulce contro un carro armato”.
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La scelta di pubblicare questa testimonianza, per concessione dell’autore Ted Lemon e dell’editore australiano winebiz, è stata suggerita dall’opportunità di offrire un punto di vista diverso rispetto a quello che di solito si considera, con una certa superficialità, una specie di “pensiero unico” della viticoltura del Nuovo Mondo. E tale da far riflettere, ci è parso, anche i viticoltori del “Vecchio”. (Maurizio Gily)