Aprile 2023

Terre d’Oltrepò, la cooperativa lombarda sulla rampa di (ri)lancio

Corrado Gallo è da poco meno di un anno direttore generale della più importante cooperativa lombarda. Per ridare lustro alla cantina prioritario aumentare la retribuzione ai soci.

Elisabetta Tosi

“Per prima cosa, dobbiamo fare ordine. Qui hanno tutte le potenzialità per fare un sacco di cose, ma servono delle regole. Ci daremo delle priorità, e una alla volta vedremo di raggiungerle. In questo momento la priorità principale è aumentare la retribuzione dei soci, poi arriveranno altri obiettivi. Ma prima bisogna mettere a posto i conti”. Corrado Gallo, enologo trentino, è un uomo che di cooperazione se ne intende. Fino all’anno scorso era direttore generale di Roverè della Luna, una cantina sociale nell’omonimo comune della Piana Rotaliana, e ora si ritrova nella stessa veste in un ambiente e in un territorio completamente diversi: quelli dell’Oltrepò Pavese. Diverso il luogo, ma problematiche molto simili: avendo già percorso certe strade, sa quanto tempo e quanta pazienza deve mettere in conto per arrivare in fondo con successo. “Ci vorranno da 3 a 5 anni per mettere a posto la situazione dal punto di vista economico” prevede. Da poco meno di un anno Gallo è stato nominato direttore generale di Terre d’Oltrepò, la più importante coop lombarda, nata dalla fusione di tre preesistenti cantine sociali, la più vecchia delle quali, quella di Casteggio, fu fondata nel 1907, seguita nel 1960 dalla Cantina Sociale Intercomunale di Broni. Le due cantine si fusero nel 2008 e nel 2020 acquisirono il marchio La Versa. Oggi pertanto Terre d’Oltrepò è una realtà produttiva che si compone di oltre 4550 ha di vigneto gestiti da più di 600 soci, per una produzione annuale che sfiora i 4 milioni di bottiglie. L’occasione per fare una veloce riflessione sullo stato dell’arte di questa cantina, e sui suoi obiettivi si è presentata nel corso dell’ultimo Vinitaly: la cantina ha presentato nel suo stand la nuova linea di spumanti La Versa, offrendo ai presenti un brindisi con la sua bollicina più famosa, il “Testarossa”, un Brut Metodo Classico fatto al 100% di Pinot Nero.

“La Versa rappresenta un territorio ed una maestria di produzione” ha detto il presidente della cooperativa, Lorenzo Callegari “ I vini spumanti sono molto richiesti in questo momento storico e noi, che abbiamo un prodotto d’eccellenza, abbiamo il dovere di riproporci rispolverando il nostro passato. La Versa è la nostra punta di diamante e noi vogliamo andare in questa direzione” ha spiegato. Era il 21 maggio 1905 quando Cesare Gustavo Faravelli, decise, con i primi ventidue soci, di produrre vini di ottima qualità, capaci di esprimere al meglio le caratteristiche delle migliori uve del suo territorio natale, e in oltre un secolo di produzione, La Versa è sempre rimasta fedele all’idea originaria del suo fondatore. Proprio il pinot nero potrebbe rappresentare la carta vincente di questa cantina sociale, che può vantarne il vigneto più esteso d’Italia: “Per me è questo il prodotto su cui puntare – è convinto Corrado Gallo – Perché il territorio ha questa vocazionalità, e perché è una varietà che si presta a fare sia vini fermi che vini spumanti. Io vengo dal Trentino, una regione dove produciamo di tutto, però alla fine abbiamo trovato nel Trentodoc il cavallo vincente. Certo, abbiamo avuto anche fortuna, perché abbiamo deciso di scommettere sullo spumante nel momento giusto, quando il fenomeno delle bollicine è esploso.” Non è tardi per fare del Pinot nero di Terre d’Oltrepò – soprattutto in versione spumante – il principale biglietto da visita della cooperativa, anzi: il trend positivo che il comparto spumantistico italiano continua a vivere, in patria e fuori, dimostra che la gente non si è ancora stancata delle bollicine, e ne vuole sempre di più. A patto però che abbiano una identità precisa. “Una delle cose che ho scoperto arrivando qui è stata che le bottiglie di spumante rivendicate a DOCG non superano il mezzo milione di pezzi – racconta Gallo –  In compenso però vengono prodotti 3 milioni di bottiglie di VSQ (Vini Spumanti di Qualità). Per questo la prima cosa che mi son permesso di chiedere è che nella linea che uscirà entro la fine di quest’anno, tutti i prodotti a marchio La Versa siano DOCG. I primi a credere nella DOCG dobbiamo essere noi”. Lo stesso dicasi per un altro prodotto, il Cruasè, la versione rosa del pinot nero metodo classico, di cui da tempo non si sente più parlare. Una scelta contraddittoria, che Gallo non condivide: “Quando ho chiesto che il rosato spumante della cantina si chiami Cruasè, qualcuno ha storto il naso. Ma perchè?  E’ stato fatto un lavoro importante per arrivare a questo risultato. Adesso che c’è anche questo prodotto, perchè non usarlo?”. In conclusione, Terre d’Oltrepò ha molte carte nel suo mazzo: deve solo imparare a giocarle nel modo e nei tempi giusti.