a cura della redazione
Un progetto che nasce e uno che si realizza: lunedì 7 marzo alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna a Palazzo Madama la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti, insieme al Presidente della Commissione Politiche UE Dario Stefàno, hanno tenuto a battesimo congiuntamente il primo corso di “prevenzione del sessismo” per i luoghi di lavoro e le Giornate delle Donne del Vino, quest’anno dedicate al FUTURO e alla PACE, che si svolgeranno per la prima volta contemporaneamente in 11 Paesi del mondo: Argentina, Australia, Austria, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Nuova Zelanda, Perù e Usa.
UN ALTRO PASSO VERSO LA PARITÀ DI GENERE
Il comparto enologico è più vicino a sfondare il tetto di cristallo del gender gap. Le donne sono minoritarie, nei numeri e nei ruoli, in vigna e in cantina, ma dominano i nuovi settori delle imprese enologiche: commerciale, marketing, comunicazione e turismo.
Da questo le Donne del Vino hanno tratto spunto per far conoscere in Italia il primo corso per la “prevenzione del sessismo” cioè di quelle parole, gesti e immagini che creano un ambiente di lavoro poco libero e professionale. Un corso che la giornalista del vino residente negli USA Laura Donadoni sta elaborando sul modello del “Sexual Harassment Prevention Training” obbligatorio in California dal 2018, dove come reazione al movimento del #metoo la prevenzione e l’attenzione al riconoscimento dei comportamenti scorretti e discriminatori verso le donne sono sempre maggiori.
«Facendo conoscere questi corsi, le Donne del Vino sperano che venga riconosciuta la loro utilità e siano resi obbligatori – spiega la presidente dell’Associazione Donatella Cinelli Colombini – Chi pensa che la violenza verso le donne appartenga al passato, si illude. Nello studio condotto nel 2021 per le Donne del Vino dall’Università di Siena dal professore Lorenzo Zanni e dalla ricercatrice Elena Casprini, è emerso che nel 6,9 delle aziende intervistate erano avvenuti dei casi di violenza, nel corso dei precedenti tre anni. Ma si tratta solo della punta dell’iceberg, perché come ben sappiamo, la stragrande maggioranza degli abusi rimane sommerso».
Quello presentato da Laura Donadoni è il progetto con la demo, in attesa che si verifichino le condizioni necessarie per farlo partire nelle aziende italiane.
Il corso, che potrà essere seguito online, si compone di circa 12 mini lezioni di 3 minuti ciascuna con quiz finale, per un totale di un’ora e che permetterà di migliorare la consapevolezza di quali comportamenti rappresentino abusi fisici, psicologici e sessuali e quali atteggiamenti generino un ambiente di lavoro sessualizzato. Comportamenti che creano un clima ostile che limita la libertà delle persone e pone i rapporti su un piano diverso da quello professionale. Un percorso, ha spiegato Donadoni, che guida a riconoscere e denunciare tutti i comportamenti non accettabili, dal comportamento scortese, a quello aggressivo e discriminante tipico del bullismo, fino agli atti illegali come il vero e proprio abuso sessuale.
In California, la frequenza dei corsi da parte di tutti i nuovi assunti ha ridotto le molestie sessuali e fatto aumentare l’identificazione dei comportamenti scorretti favorendo il rispetto anche fra persone appartenenti a culture diverse. «L’idea di portare in Italia il corso di prevenzione è stata da me proposta alle Donne del vino a gennaio – spiega Laura Donadoni – in seguito alla mia esperienza professionale in USA, spinta dalla volontà di fare qualcosa di concreto per migliorare le condizioni di lavoro delle donne. Negli USA questi corsi hanno contribuito a far sentire le potenziali vittime di sessismo più forti nel denunciare, spingendo anche chi assiste a non rimanere in silenzio».
LE DISEGUAGLIANZE DI GENERE FRENO ALLO SVILUPPO NELLE PAROLE DELLA MINISTRA BONETTI E DEL PRESIDENTE STEFÀNO
«Introdurre la parità di genere nei luoghi di lavoro è uno degli assi strategici del governo per lo sviluppo dell’economia italiana. Lo dimostra l’adozione della prima Strategia Nazionale per la parità di genere nella nostra storia, adozione resa strutturale in legge di bilancio e che vede nella Strategia lo strumento trasversale di valutazione del raggiungimento degli obiettivi di parità nei progetti del Pnrr. E con la Certificazione per la parità di genere viene reso possibile un meccanismo premiante verso le aziende virtuose, con sgravi e premialità – spiega la Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia Elena Bonetti -. Auspico che il mondo del vino e in genere il settore agricolo diventino sempre più esempi di questo grande cambiamento nella cultura del lavoro. Un cambiamento vettore di sviluppo che vede protagoniste le donne e che farà risalire l’Italia dagli ultimi posti in Europa nel gender gap fra i Paesi europei».
Elementi sociali ed economici su cui insiste anche il Senatore Dario Stefàno: «L’Unione Europea chiede il massimo impegno nel contrasto alla discriminazione di genere. Tale diseguaglianza è un freno al rilancio del Paese anche perché costa all’Italia 89 miliardi l’anno, il 6% del Pil. La valorizzazione delle donne è la risorsa inespressa da mettere in campo per accelerare la ripresa, soprattutto nel vino. Il settore agricolo riceve consistenti aiuti europei e nei bandi collegati al PNRR può trovare risorse aggiuntive per gli investimenti. La diffusa applicazione della norma sulla Certificazione di genere, può mettere le ali alle aziende dove la disparità tra uomini e donne è stata cancellata. I corsi di “Prevenzione al sessismo” proposti dalle Donne del Vino potrebbero essere un elemento importante per abbattere discriminazioni e diversità».