Settembre 2021

Vendemmia Moscato 2021 in Piemonte: irripetibile

Un’annata da ricordare per produzione e qualità

Vendemmia Moscato 2021 in Piemonte: irripetibile

di Lorenzo Tablino

Forse la sintesi più bella è dell’amico Romano Dogliotti: “L’uva è uno spettacolo”.

In effetti, questa vendemmia 2021, riguardo all’uva moscato, verrà ricordata per molti motivi: qualità eccellente, quantità buona, praticamente nei disciplinari, sanità assoluta, condizioni climatiche ottime per le operazioni vendemmiali.

Il Consorzio Tutela Asti e Moscato d’Asti, da anni monitora l’andamento vendemmiale dell’uva moscato.  I valori in terpeni liberi sono molto alti, erano a livelli medi a metà agosto, poi c’è stata una forte ripresa. Il linalolo è in media sui 350 ppb, ma in alcune zone siamo sui 500 ppb, con punte di 600 ppb. Anche l’acido malico è alto, anche sui 1,2 -1 ,5 gr x lt. I gradi complessivi sono ormai su livelli medi: 12°, con punte di 13°. Sono dati analitici ideali per ottenere in futuro eccellenti Asti e Moscato d’Asti.

In piena vendemmia si può essere del tutto soddisfatti. Ma vediamo dai diretti interessati.

Il centro di vinificazione del gruppo Campari di Mango è il luogo ideale per una verifica sulle procedure di vinificazione dell’uva moscato. Ascoltiamo il contitolare, enologo Francesco Rolando: “Vinifichiamo ogni giorno circa 8000 quintali di uva, con punte di 10000. Si comincia al mattino alle 6 e si finisce in genere verso le 23.
L’arrivo delle uve viene cadenzato in base a un preciso programma, concordato con i singoli conferenti.  Il tempo di attesa massimo è di circa un’ora, limitatamente alle ore verso sera, durante il giorno praticamente non c’è sosta.   Anche la grande coclea offre la possibilità di scarichi multipli, con poliedriche destinazioni dell’uva in base ai parametri qualitativi registrati all’arrivo.   Ho iniziato il 1° settembre con i moscati di Neive e Mango e penso di terminare il 20 settembre con le zone a maturazione tardiva”.

La visita al centro Campari è sempre l’occasione per interessanti incontri: inizio con l’amico Gianni Malerba, consulente viticolo a cui chiedo una valutazione particolare su questa vendemmia, tanto per non ripetere cose note.    “Può essere paragonata ad altre vendemmie di alta qualità per il moscato, ricordo il 1964 eccezionale, e il 1990, anticipata, ma con aromi di grande profilo?”   Risposta immediata: “Impossibile! Non è paragonabile sotto nessun profilo, è unica. Mi auguro anche che ritorni parecchie volte, ma è difficile”.

Ci ha raggiunto, nel frattempo, il Presidente del Consorzio Tutela Asti, Lorenzo Barbero. Anche lui consulente del gruppo Campari.  Non posso non chiedere un commento: “Quest’anno sono contenti tutti, dal viticoltore all’imprenditore, passando per tutti i componenti della complessa e articolata filiera, mai successo”.

In effetti il moscato è anche l’uva con maggiori contenuti sociali, chi non ricorda le guerre del moscato degli anni sessanta- settanta del secolo scorso, con forti elementi di contrapposizione tra agricoltori e industriali. Lontani ricordi.

Accanto alle capienti coclee di scarico incontro il rabbino Levi Harzan.  Rolando mi dice che lavorano anche l’uva Moscato secondo i principi della religione ebraica.   Ascolto il rabbino: “Il vino è una bevanda sacra, santificata anche dal nostro Dio. Per questo noi ebrei osservanti eseguiamo la vinificazione dell’uva osservando scrupolosamente un protocollo di lavoro denominato “kosher”.
Il mosto, tenuto rigorosamente separato, verrà in seguito inviato alla cooperativa Araldica di Castel Boglione (At) per la produzione di vino destinato alle comunità ebraiche del mondo.